Rosarno (RC), allacci abusivi alla rete idrica: in 13 denunciati per furto aggravato di acqua pubblica

allacciabusiviNel corso della settimana, a Rosarno, a conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati predatori e della dispersione idrica, i militari della locale Tenenza Carabinieri e della Stazione di Feroleto della Chiesa, assieme a personale della polizia locale di Rosarno e della polizia metropolitana di Reggio Calabria, hanno tratto in flagranza di reato, un 41enne rosarnese, già noto alle forze di polizia, e deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Palmi ulteriori 12 persone accusate di furto aggravato di acqua potabile.

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In particolare, nel corso di una serie di controlli avviati dall'Arma dei Carabinieri, congiuntamente alla polizia locale ed alla polizia metropolitana, a seguito delle numerose segnalazioni di dispersione idrica effettuate dal Comune di Rosarno, è stato accertato che gli odierni deferiti, molti dei quali titolari di aziende agricole ricadenti nel territorio della municipalità rosarnese, avevano realizzato degli allacci abusivi alla rete idrica comunale sia allo scopo di alimentare le loro abitazioni private, sia per prelevare, senza pagarli, ingenti quantitativi di acqua per l'irrigazione di coltivazioni agricole.
In alcuni casi, i militari dell'Arma ed il personale della polizia locale e di quella metropolitana di Reggio Calabria, al fine di individuare le eventuali condotte illecite sono stati costretti ad effettuare degli interventi con l'uso di escavatori che hanno permesso di individuare dei punti di allaccio alla rete idrica comunale talvolta sino a 2 metri di profondità.
I servizi sinora svolti – che consentono di recuperare 500 litri al minuto, pari a circa 720.000 litri al giorno - hanno permesso da un lato di conseguire un risparmio economico di oltre 20 mila euro circa al mese, con una stima annuale di 241 mila euro, e dall'altro di superare il fenomeno della carenza idrica che ogni anno impedisce ai cittadini di usufruire di questo bene primario nelle proprie abitazioni.