Comunali Reggio Calabria, ai blocchi di partenza / 1 - Centrosinistra: tutti su Falcomatà, con un Psi “a trazione calabra”

falcomatagiuseppe22apr 500di Mario Meliadò - A 8-9 mesi da un voto per le Comunali che dovrebbe tenersi nella "finestra" compresa tra il marzo e il maggio del 2020 (per le Regionali, dicono i soliti beneinformati, si voterà il 9 o il 16 febbraio: niente election day, dunque, nell'ipotesi più comunemente accreditata).

Qual è lo stato delle candidature – formalizzate o ipotizzate – in campo?

--banner--

CENTROSINISTRA. Il centrosinistra organizzato "in quanto tale", di fatto, è già al lavoro per propiziare il possibile Falcomatà-bis.

Sul versante del Partito democratico, zero dubbi sulla riproposizione del primo cittadino in carica Giuseppe Falcomatà, malgrado qualche sporadico "frondista": c'è, peraltro, uno Statuto dèm che parla chiaro sulla riproposizione degli uscenti. La cosa è talmente scontata che, in attesa di "tavoli" formali, gli incontri bilaterali con varie forze della coalizione di centrosinistra sono già in corso.

Anche la conformazione dello schieramento, però, può avere un sapore o un altro.

Così, il "sì" del Partito socialista – che vanta in Calabria tradizioni inossidabili in termini di consenso e di storia, complice un "gigante" come l'ex segretario nazionale e più volte ministro Giacomo Mancini – va filtrato anche col passaggio, quale segretario nazionale del partito, dall'oggi presidente, il senatore Riccardo Nencini (già viceministro a Infrastrutture e Trasporti nei governi Renzi e Gentiloni), al consigliere regionale campano Enzo Maraio, periodicamente "accusato" di essere il "traghettatore" del Psi dritto all'interno del Pd.

Malgrado mini-polemiche interne, fin qui almeno è stata invece orgogliosamente autonoma la formazione capitanata nel Reggino da Gianni Milana, peraltro particolarmente ben rappresentata, considerato che in quota Psi/associazioni d'area figurano l'assessore al Bilancio (Irene Calabrò), il vicepresidente dell'Assemblea (Antonio Ruvolo) e il presidente della Commissione Pari opportunità (Michela Calabrò): adesso ci sono le precondizioni perché lo sia ancor di più.

E sì, perché nel silenzio generale quello di Maraio è un partito a fortissima "trazione" calabrese: nella "trimurti" dei tre vicesegretari scelti da Enzo Maraio solamente giovedì scorso c'è una trentenne cosentina (di Malvito, dov'è stata candidata sindaco nel maggio scorso perdendo da Pietro Amatuzzo) come Francesca Rosa D'Ambra, già commissaria regionale della Federazione giovanile; confermata stampa del partito e responsabile nazionale Comunicazione la taurianovese Giada Fazzalari; entra in segreteria nazionale pure il segretario regionale del partito Luigi Incarnato (qui noto anche per l'incarico da commissario liquidatore della Sorical e quale ex assessore regionale ai Lavori pubblici), quale nuovo responsabile nazionale Organizzazione.

Tra le altre formazioni, del centrosinistra 2.0 per Palazzo San Giorgio ci saranno poi i Verdi (portavoce metropolitano, Mimmo Bova): a questo giro, una presenza tutt'altro che formale. Si tratta infatti della forza politica "emergente" per antonomasia alle ultime Europee, epigona degli ecologisti da sempre forti in Germania e del "Sole che ride" (che pure, in Italia, mai "sfondò"), e di un fenomeno anche generazionale che a soli 16 anni ha visto Greta Thunberg concedersi tour mondiali che Bruce Springsteen scànsate, visita dal Papa inclusa. Per gli ambientalisti, se adeguatamente sostenuti dalle associazioni d'area, potrebbe essere la volta buona per sbarcare in Consiglio comunale: la volta precedente, neanche formarono la lista.

SINISTRA RADICALE. Su questo fronte, che – statistiche alla mano –in passato ben difficilmente su qualsiasi scala elettorale ha raggranellato più del 2% complessivo, imbastire candidature autonome avrebbe quale presupposto necessario l'unificazione tra soggetti diversi. Nel 2014, per dire, Per un'altra Reggio si aggiudicò l'1,4% e il Partito comunista dei lavoratori non andò oltre lo 0,2: meglio fecero i rispettivi candidati al vertice di Palazzo San Giorgio, col 2% di Stefano Morabito e lo 0,3% di Pino Siclari rispettivamente.

Invece, la frammentazione in questo momento è massima.

Dei reduci di Leu / Liberi e uguali (davvero la ricordate? Fu l'effimera "casa comune" di Mdp, Sinistra italiana e Possibile capitanata dall'ex presidente del Senato e già procuratore nazionale antimafia Piero Grasso...) non si hanno notizie certe, dopo il fallito tentativo degli "autoconvocati" di far sopravvivere all'implosione causa flop alle Politiche 2018 (3,4% nazionale ma, per la Calabria, il risultato di vedere tra i 14 eletti a Montecitorio anche il crotonese Nico Stumpo, già segretario nazonale organizzativo del Pd ai tempi appunto del leader mdp Pierluigi Bersani). Ma in sostanza, il percorso è ormai tracciato: Mdp-Articolo 1 si riconosce in un Partito democratico post-renziano e "a trazione mancina" firmata Nicola Zingaretti (e "nel frattempo" esprime su scala regionale l'assessore all'Ambiente Antonella Rizzo e il presidente dell'Anti-'ndrangheta Arturo Bova), Possibile (il mini-partito guidato da Pippo Civati) è stato coprotagonista del mega-fallimento di Europa Verde (lista unitaria coi Verdi che, fra i mille balbettamenti civatiani, all'eurovoto s'è limitato a un 2,3% lontano dalla soglia di sbarramento per portare propri eletti a Strasburgo), Si ha dato luogo anche su scala europea alla lista La Sinistra già presentata, ad esempio, alle Regionali 2014 in Calabria ma non ha superato l'1,7% col risultato di avere in Nicola Fratoianni un segretario nazionale dimissionario e un "traghettatore" in Claudio Grassi.

Quanto a Potere al popolo, qualche tentativo di dialogo col primo cittadino in carica c'è stato, però pare difficile immaginare Pap su posizioni convergenti col Pd: dopo un incoraggiante avvio, il partito guidato da Vera Carofalo e Giorgio Cremaschi sconta però la brusca battuta d'arresto delle recenti Europee, cui ha deciso di non prender parte proprio in attesa della significativa tornata amministrativa successiva.

Certa invece la posizione "terzista" del Partito comunista dei lavoratori (Pcl), che potrebbe riproporre la candidatura dello storico dirigente Pino Siclari, membro della Direzione nazionale del partito guidato dal portavoce nazionale Marco Ferrando e candidato a Palazzo San Giorgio già cinque anni addietro.