Reggio, il debito del Comune nei confronti di AVR: a rischio lavoratori e servizio

RifiutiRC13febbraiodi Simone Carullo - Tra i cittadini di Reggio Calabria è forte il malcontento circa l'attività di raccolta dei rifiuti e più in generale circa lo stato di pulizia della città. Ma come stanno davvero le cose?

Il Dispaccio ha approfondito la spinosa tematica ascoltando personale addetto e fonti riservate che hanno avuto accesso al tavolo di concertazione (tutt'ora in piedi) tra Ente comunale, dirigenza AVR - l'azienda titolare dell'appalto di raccolta e smaltimento rifiuti – e sindacati.

In primo luogo occorre obbligatoriamente fare un passaggio di contorno che non riguarda le questioni tecniche, ma ha valenza forse ben più importante poiché concerne l'assoluta mancanza di senso civico dei nostri concittadini, i quali, ormai a distanza di anni dall'instaurazione della raccolta differenziata, continuano a disseminare la città e, soprattutto la periferia, di micro discariche a cielo aperto. Tutto questo ad onta degli sforzi di amministratori e lavoratori, nonché di quei cittadini che sentono la città come propria e si sforzano di fare bene il proprio dovere civico.

Nondimeno, la situazione sulla raccolta è davvero delicata, se non del tutto critica: emerge dalla discussione avviata con AVR e sindacati, che il Comune di Reggio Calabria sarebbe moroso nei confronti dell'azienda romana per svariati milioni di euro (non azzardiamo la cifra - sebbene ne siamo a conoscenza - per non rischiare di essere smentiti sul dettaglio, poiché la questione è ben più rilevante del numero). E, come "normale" conseguenza, l'azienda è indietro di due mensilità nei pagamenti degli stipendi dei lavoratori, i quali, come sempre, pagano sulla propria pelle le inadempienze dell'uno e dell'altro, l'effetto nefando di questa complicata situazione.

Si tratta sostanzialmente di un circolo vizioso, il Comune non paga AVR che non paga i lavoratori, ed il servizio zoppica, sebbene - ad onor del vero - il pagamento degli stipendi dei lavoratori da parte del gestore dei servizi non sia, da contratto, legato ai versamenti del comune, poiché la clausola di rischio d'impresa è a suo totale carico.

L'enorme debito accumulato dall'Ente comunale fa riferimento all'anno scorso, quando sono emerse concrete difficoltà di liquidità, tuttavia il problema si è presentato puntuale anche nell'anno corrente, a parer nostro, anche a causa dell'enorme onerosità del contratto di AVR anche alla luce della qualità del servizio, qualità che – sia ben chiaro – non dipende dai lavoratori, ma dalle condizioni in cui sono messi ad operare.

Il comune dovrebbe versare nelle casse del gestore dei servizi di raccolta circa 2 milioni di euro al mese, la qual cosa ovviamente non avviene e nel corso della trattativa i rappresentanti della giunta, nelle persone dell'assessore comunale all'Ambiente e dell'assessore alle Finanze, si sono appellati a soluzioni quali "1. il reperimento di fondi dalla lotta all'evasione delle imposte; 2. Finanziamenti di progetti regionali".

Sembra del tutto evidente come la pianificazione di un servizio così cruciale per una città con coperture finanziarie a tal punto aleatorie sia sintomo di approssimazione, ovvero di emergenza.

E di vera e propria emergenza si può parlare se già nell'anno in corso i lavoratori di AVR hanno effettuato tre giorni di sciopero (con un'adesione del 90%), di cui due consecutivi, più un episodio spontaneo non autorizzato (che ha avuto come beffarda conseguenza perfino l'avvio di provvedimenti disciplinari nei confronti degli stessi), con gravissime ricadute sul servizio.

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Tre giorni (più uno) di sciopero danno la misura della gravità del problema se si tiene conto che, in quest'epoca di lavoro precario e precarizzato, i lavoratori hanno ben poco margine per fare la voce grossa.

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Di emergenza di può parlare nel momento in cui, facendosi un giro a zonzo nella periferia reggina, ci si imbatte puntualmente e tristemente in agglomerati di pattume, micro discariche, sporcizia e squallore ovunque. Bocale, Pellaro, San Gregorio, Croce Valanidi, Archi, Gallico, Sambatello, Catona. Invero, l'elenco è del tutto inutile poiché la situazione è la medesima dappertutto, tanto da farci constatare come nulla sia cambiato da quel lontano 2015, quando scrivevamo "http://ildispaccio.it/reggio-calabria/74161-reggio-la-dove-c-era-il-bidone-ora-c-e-la-discarica". E se, per tutto questo, occorre dare la colpa a qualcuno - ed in questo caso occorre - non c'è che da guardarsi allo specchio o al massimo accanto.

Di emergenza si può parlare ed a parlarne, nei giorni scorsi, è stato proprio l'Assessore all'Ambiante Giovanni Muraca.

Quel che resta, oltre alla spazzatura nelle strade, è un senso d'incertezza su più livelli che va al di là del Piano Straordinario annunciato dal Sindaco Falcomatà: incertezza per gli stipendi dei lavoratori, che però dovrebbero essere garantiti dalla clausola del rischio d'impresa di cui sopra; incertezza per l'erogazione e la qualità del servizio; incertezza per la salute pubblica; incertezza per la tenuta di un modello, quello della raccolta differenziata porta a porta, che rischia di sgretolarsi sotto i colpi della costante emergenza.