Dal “caso Castore” Falcomatà spazia su Reggio e i reggini. E bastona il centrodestra: "In politica non esiste l’oblio. Chi è stato virus, non può farsi cura"

conferenzacastore4di Mario Meliadò - Non era difficile capirlo, visto anche lo "schieramento" imponente con tanto di sindaco, Giunta al gran completo, consiglieri comunali di centrosinistra in massa: a Palazzo San Giorgio, la conferenza stampa mattutina sul furto di alcuni mezzi alla Castore, la nuova società in house del Comune di Reggio Calabria in tema di manutenzioni (che insieme alla "gemella" Polluce ha avvicendato l'ex società mista Multiservizi, poi sciolta in sèguito alle appurate infiltrazioni mafiose) si trasforma in un evento prettamente politico.

Diciamo che per il primo cittadino Giuseppe Falcomatà è l'occasione per spaziare a tutto campo su Reggio Calabria e i reggini, sul modo di "voler bene" alla città ma (perché no?) anche di stare nelle Istituzioni quando non si amministra, ma si siede sui banchi della minoranza.

Si parte però dalla vicenda di Castore, presente l'amministratore Giuseppe Quattrone: «Ci sono indagini in corso, il riserbo è d'obbligo. Chiaro che si può ringraziare le forze dell'ordine anche senza indossare una giacca, una divisa», fa Falcomatà: e la stoccatina è per il ministro dell'Interno Matteo Salvini e la sua uniformimania. Poi è flashback sull'avviamento di Castore e Polluce, come da programma elettorale: «Qualcuno, anche a Roma, ci scambiò per pazzi – ricorda il primo cittadino –, perché per farlo fu necessario cambiare la Legge di bilancio dello Stato del 2015. Ma noi ci riuscimmo e poi passammo alle altre cose necessarie, dalla realizzazione di concorsi pubblici per entrare all'acquisto dei mezzi strumentali attraverso i Patti per il Sud fino all'assunzione del personale». Oggi sono 45 le unità che lavorano per la società in house, a fronte di un previsto organico da 177 addetti a pieno regime.

--banner--

«Solo da neanche un mese siamo in piena operatività con Castore. Alle porte di Natale, abbiamo presentato i nuovi mezzi e i nuovi lavoratori con tantissimo entusiasmo, evidenziando che a brevissimo sarebbero diventati "amici" dei cittadini che li avrebbero visti impegnati a fare ciò che tutti i cittadini chiedono a gran voce, giustamente criticando l'Amministrazione quando non riesce a dare risposte in termini immediati: le manutenzioni stradali, la pubblica illuminazione, il verde pubblico, le riparazioni delle perdite idriche... Ecco, mentre tutto questo si avvicinava al ripristino delle condizioni di normalità nella città, abbiamo visto un furto di questi mezzi: sarà un caso? Non lo sappiamo. La mia opinione personale – opera un 'distinguo' Falcomatà – è che evidentemente questo percorso ha dato fastidio a qualcuno. E dobbiamo comprendere che i mezzi non sono stati rubati al sindaco o al dottore Quattrone, ma sono stati rubati alla città, ai cittadini, perché sarebbero serviti e serviranno, ora che sono stati ritrovati, insieme a quelli che acquisteremo grazie al milione di euro che abbiamo inserito con la rimodulazione dei Patti per il Sud, a far tornare Reggio una città "normale". Siccome spesso però diciamo che questa città non lo è, e che noi vogliamo riportarla alla normalità, abbiamo la necessità che l'opinione pubblica non pensi che questo sia normale, e che sia consapevole che la "madre di tutte le battaglie" nella città di Reggio Calabria è la battaglia nei confronti del malaffare, della criminalità organizzata, di tutte quelle forze oscure che vogliono ricacciare Reggio e i reggini indietro, che vogliono insinuare nei cittadini il dubbio che in questa città non ci sia futuro, non ci sia spazio, che bisogna abbandonarla».

La «notizia positiva», nell'analisi del sindaco reggino, è che la "squadra-Stato" ha, nei suoi vari elementi, piena consapevolezza dell'importanza della sfida legalitaria: «Lo stesso arcivescovo non perde occasione per ribadire l'importanza della denuncia». E così il presidente della Corte d'appello, il procuratore distrettuale, l'associazionismo diffuso... Ma il punto è che nonostante queste prese di posizione, mentre a Reggio vengono bruciati negozi, devastati asili-nido e appunto rubati attrezzi fondamentali di una cruciale società interamente pubblica, «c'è qualcuno che sta completamente zitto, assistiamo all'assordante silenzio di chi, invece, s'indigna se, in questo contesto, su La7 il sindaco dice: "Non mi spavento delle minacce di Salvini, perché amministro a Reggio Calabria". Come se avesse detto qualcosa di strano, come se questo che è un aspetto della città offendesse la città di Reggio Calabria, cosa che invece non è».
Come un punto-e-a-capo: inutile mettere la testa sotto la sabbia (e il richiamo non è certo casuale, considerato che il centrodestra, che Falcomatà punzecchia ora sì e ora sì, a ridosso di questa sta per tenere una propria conferenza stampa alla sede provinciale di Forza Italia).
Un «silenzio assordante» da parte però di chi poi ha voce, con conferenze stampa e articoli sui giornali, per mettere in dubbio la nomina di Pino Putortì a dg dell'Ente comunale e forse la stessa necessità che Palazzo San Giorgio si doti di un direttore generale, per dare addosso all'assessore all'Istruzione Anna Nucera per aver ospitato il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano al "Panella-Vallauri" quando, in realtà, poche settimane prima il centrosinistra non aveva fiatato su una sorta di "sfilata dei big" di Forza Italia allo Scientifico "Leonardo da Vinci" guidato peraltro da una parente del deputato Ciccio Cannizzaro.
E ancòra critiche per i contributi della MetroCity alla città di Reggio per il cartellone d'eventi culturali e musicali del periodo natalizio, critiche perfino a 20 minuti dalla notizia della morte di due giovani a Pentimele in un incidente stradale, «scrivendo sui social "queste morti ce le ha sulla coscienza il sindaco", tra l'altro fingendo d'ignorare cosa possono provocare parole del genere in chi, parente stretto di uno dei defunti, per forza di cose in frangenti di questo tipo non è lucido», e poi l'idea che il primo cittadino in carica avrebbe fatto di tutto per uno scranno sicuro alle Politiche 2018, o le 'condanne anticipate' sul caso-Miramare, la maxi-confusione forse dolosamente ingenerata su un tema "largo" come la crisi dei rifiuti (che però mette insieme personale, commissariamento ad acta, Ato, congestione delle discariche, Avr e molti altri elementi eterogenei, fermo restando che con la crisi dell'impianto Sovreco di Crotone e nessuna discarica più attiva in tutta la Calabria le inefficienze di mano regionale sono ormai chiare: e lunedì 21 Falcomatà prenderà parte a uno specifico vertice), o l'accaparramento di meriti su cose come i lavori Anas e il mancato arrivo dei Tir al porto di Reggio... e persino sul fallimento della Reggina, che secondo qualche detrattore il sindaco avrebbe auspicato per favorire questa o quella cordata "amica".

Per tacere dell'enorme querelle nata dai particolari auguri per il Nuovo Anno formulati da Falcomatà... Che riparte proprio da qui, per confermare il senso dei propri auguri "selettivi", «non sono rivolti solo ai nostri elettori, ma soltanto a chi ama la città, la rispetta, non la deturpa», puntualizza l'amministratore.
Che poi torna a più riprese sull'impossibilità, per un centrodestra che ha portato Palazzo San Giorgio allo scioglimento per mafia nel 2012 e a un disastroso tracollo finanziario dell'Ente, di proporsi nelle vesti di censore dell'Amministrazione attuale: «Non esiste damnatio memoriae, non esiste l'oblìo in politica... il lupo della favola è lupo, anche se si traveste da nonna». E poi, sullo stesso concetto, dirà che un conto è la magnanimità, il suo non voler ricordare a ogni piè sospinto che la situazione al Comune è questa soprattutto per lo sfascio ingenerato a suo avviso da chi ha amministrato in precedenza, «ma questo non vuol dire consentire a chi è stato virus di proporsi contemporaneamente come cura», insomma il centrodestra non può proporsi – stando al sindaco in carica – in maniera credibile come guaritore delle ulcere da lui stesso prodotte.

E più politicamente?
Nel centrosinistra, argomenta il primo cittadino, «non abbiamo primule», fiore "primatista" nello spuntare nei luoghi molto freddi appena la neve si liquefa: una metafora politica per indicare personaggi "improvvisati" o in qualche modo new entry d'ultim'ora. Di converso, e qui gli attacchi si fanno improvvisamente ruvidissimi, interessando persone precise con nomi e cognomi facilmente identificabili, «non usiamo la cravatta per motivi diversi se non di fare il nodo alla camicia... per andare a dissanguare poveri disgraziati che hanno bisogno d'aiuto», insomma usurai, "cravattari" appunto; «non abbiamo santoni-stalker all'interno di questa maggioranza che, per opinione personale, secondo me neanche potrebbero sedere in Consiglio comunale», e anche qui, guardando tutto a Destra, è agevole il riferimento; «non abbiamo padri putativi, spirituali, naturali, che sono stati per 40 anni sulla scena politica di questa città o di questa regione e che oggi organizzano conferenze stampa per dire a noi come risolvere i problemi..., peraltro con un uso disinvolto, direi ormonale, dei social network. E neppure abbiamo la "sindrome di Pippo Baudo"», nel senso di primogeniture le più balzane: «Guardate – ammonisce Giuseppe Falcomatà con ironia –, andando avanti di questo passo, tra qualche giorno dovremo ringraziare qualche politico per avere inventato la penicillina».

E a margine dell'indicazione di due appuntamenti imminenti (nuovi weekend "di maggioranza" a Gambarie per fare il punto sulle cose che ancòra bisogna fare e dare alla città, e presto anche un'iniziativa pubblica per tracciare un rendiconto delle numerose cose già portate a termine), evidenzia il primo cittadino – unico a parlare in conferenza stampa, salvi alcuni interventi dell'assessore alle Politiche ambientali Giovanni Muraca per replicare alle domande dei cronisti, su Castore e sui rifiuti – che le secondo lui "estrose" critiche sono in realtà «armi di distrazione di massa» e che lui e il centrosinistra mai scenderanno sul terreno dello scontro, «anche perché perderemmo. Ma anche perché, se invece si discute nel merito delle cose fatte, abbiamo di che parlare».

Risparmiamo al lettore l'elenco delle tante realizzazioni in materia di pubblica illuminazione e di lavori pubblici snocciolato a seguire, ma in chiusura Falcomatà spiega il senso profondo che dà all' "innamorarsi di Reggio": «Non è uno slogan, ma un patto tra l'Amministrazione e la città, come il patto d'amore e di rispetto che si rinnova quotidianamente tra marito e moglie. Questo significa amare la città; questo significa innamorarsi di Reggio ogni giorno».

La gallery della conferenza. 

{gallery}Conferenza furto mezzi Castore{/gallery}