"E' riduttivo parlare di disobbedienza. E' una reazione naturale rispetto a un provvedimento che non è stato concertato e condiviso insieme agli amministratori locali e che ha invece forti ricadute sulla comunità che noi rappresentiamo. E' di un provvedimento che aggrava i problemi che dice di voler risolvere. Non si tratta soltanto di immigrazione, ma anche di beni confiscati. E' prevista l'indiscriminata e incontrollata vendita dei patrimoni sottratti ai mafiosi tramite asta. C'è il forte rischio che questi beni sottratti alla 'ndrangheta, alla mafia e alla camorra possano tornare nella disponibilità di soggetti ai quali sono stati confiscati". Lo ha affermato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, intervenendo questa mattina alla trasmissione di la7 Omnibus, dedicata all'opposizione dei sindaci al decreto Sicurezza varato dal governo.
"Immigrazione? Il problema non è, come dice Salvini, che chi entra in Italia deve chiedere 'permesso e per favore'. Qui – spiega il primo cittadino di Reggio - il problema è di chi c'è già in Italia e, non avendo rinnovato il permesso di soggiorno sarebbe portato ovviamente a vivere di espedienti e, quindi, a delinquere. Chiudere l'esperienza di integrazione degli Sprar, con le espulsioni che procedono in maniera molto lenta e irregolare, porterebbe nei prossimi due anni, secondo le stime di alcuni istituti, ad avere ulteriori 120mila immigrati irregolari in più nel nostro Paese. Questo porta insicurezza nelle città. Il problema è anche oggi, come la mancata concessione di asilo per motivi umanitari e il mancato rinnovo dei permessi di soggiorno. Non rinnovando il permesso di soggiorno, impedendo iscrizione all'anagrafe e dei bambini all'asilo, ci ritroveremo in automatico già da oggi migliaia di immigrati che da regolari diventano irregolari e clandestini, senza diritti".
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"Sindaci traditori? Non mi spaventano le minacce del ministro. Invito Salvini – continua Falcomatà ad ampliare il vocabolario. Parla sempre di 'pacchia'. Parlare di 'pacchia' nei confronti di un sindaco fa ridere di per sé, visto l'impegno quotidiano dei sindaci sul territorio; farlo in diretta facebook su una pista da sci la dice lunga sulla credibilità delle parole del ministro Salvini. Il ministro dell'Interno non può governare un Paese dando dei 'poveretti' e dei 'fenomeni' a chi rappresenta le istituzioni sul territorio. Leale cooperazione e confronto: tutto ciò ad oggi non c'è stato, queste sono le conseguenze. Auspichiamo che il confronto, tramite Anci, con il presidente del Consiglio Conte e il ministro Salvini ci sia e che prevalga il buon senso".