Crisi agrumicola nella Piana di Rosarno-Gioia Tauro, Idà chiede apertura di un tavolo di confronto presso il Ministero

"Esimio Sig. Ministro, Le scrivo, nella qualità dì sindaco della città di Rosarno e di Presidente dellAssemblea della Città degli Ulivi, che riunisce tutti i 33 sindaci della Piana Rosarno-Gioia Tauro, per rappresentarLe l'accorato grido di dolore degli agrumicoltori pianigiani, che non riescono a vendere il loro prodotto pregiato, le clementine, a causa di una gravissima crisi che si è abbattuta sul comparto e che ha portato sul lastrico migliaia di famiglie, in condizioni di assoluta povertà. Pensi che i prezzi delle clementine sulla pianta oscillano tra i 10-12 centesimi, cifre che non compensano minimamente le spese annuali di coltivazione". E' l'incipit della lettera aperta che Giuseppe Idà, Sindaco della Città di Rosarno e Presidente dell'Assemblea della Città degli Ulivi ha inviato al Ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio.

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"Addirittura i commercianti non vogliono la merce neanche gratis perché non sono in grado di venderla, per cui gli agrumicoltori sono costretti a far marcire il prodotto sulle piante non essendo in grado di far fronte alle spese di raccolta. La causa principale è da addebitare alla sleale concorrenza della Spagna, che immette sul mercato clementine provenienti dai paesi del Nord Africa a costi stracciati e di bassa qualità per l'uso indiscriminato di pesticidi illegali in tutta l'UE.
Ciò comporta che sulle bancarelle, nei negozi e nei supermercati gli acquirenti tendano ad acquistare la frutta a prezzi più convenienti, considerata anche la generale crisi recessiva che sta investendo il nostro Paese, compresa la responsabilità diretta dell'Unione Europea, che nulla fa, riguardo ai problemi inerenti l'agricoltura, per porre un freno ai prodotti che entrano in Italia attraverso vie illegali.

Purtroppo devo farLe rilevare che il nostro territorio è costretto a fare giornalmente i conti con problematiche di vario genere: presenza asfissiante della criminalità; numero abnorme di migranti in atto disoccupati per assenza di lavoro; mancati investimenti industriali nelle 3 zone del Porto di Gioia Tauro trasformate in aree desertiche; crisi totale del commercio e dell'artigianato per evidente crollo di moneta in circolazione; ambiente rovinato dalle emissioni di sostanze pericolose per la salute dovute ad inceneritore, impianto per la produzione di energia elettrica, amianto in quantità abnormi, maxi depuratore, ecc.
E' facile comprendere come, con l'aggiunta della devastante crisi dell'agricoltura, la Piana rischia di trasformarsi in una polveriera pronta a deflagare.
La preghiera che pertanto Le indirizzo, On. Sig. Ministro, la cui sensibilità per le problematiche inerenti il settore, specie nelle aree particolarmente soggette a crisi strutturali, meritano di essere apprezzate e universalmente lodate, è quella di prendere a cuore la nostra causa, convocando con urgenza un tavolo di sereno confronto presso il Ministero, aperto alle delegazioni dei sindaci, dei sindacati, degli operatori di settore, per discutere della questione e assumere tutte le iniziative a difesa di un comparto che ormai è giunto al collasso.
Resto in attesa di una sua illuminante urgente risposta e Le invio i più cordiali deferenti ossequi".