Processo Provvidenza: 20 anni in abbreviato al boss Antonio Piromalli

reggiocalabria aulabunker19aprUndici condanne e otto assoluzioni. Si è chiuso così il processo, svoltosi con il rito abbreviato scaturito dall'inchiesta "Provvidenza" condotta dalla Dda di Reggio Calabria contro la cosca Piromalli, egemone sulla Piana di Gioia Tauro. Il gup distrettuale di Reggio Calabria ha comminato pene che oscillano dai 20 anni di carcere ai 2 anni. Le accuse contestata dalla Dda erano, a vario titolo, quelle di associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio ed altri reati, aggravati dalle finalità mafiose. Elemento centrale dell'inchiesta curata dai pm Giulia Pantano e Roberto Di Palma, è Antonio Piromalli, figlio di Pino Piromalli, detto "Facciazza", punito dal gup a 20 anni di carcere. Una condanna durissima così come quella emessa nei confronti di Domenico Stanganelli. Per volere del padre, Antonio Piromalli si era trasferito a Milano, nel tentativo di abbassare l'attenzione su di lui, non solo da parte delle forze dell'ordine, ma anche delle altre famiglie mafiose. Pino Piromalli "Facciazza", classe 1945, aveva infatti investito il figlio di pieni poteri, sebbene l'uomo avesse continuato a reggere le fila della cosca, prima dal 41 bis dopo la condanna definitiva rimediata nel processo "Cent'anni di storia", e poi da uomo libero, con la scarcerazione avvenuta nel 2014.

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I Piromalli, attraverso la capacità imprenditoriale di Antonio avrebbero gestito diversi settore come il commercio della frutta, alberghi, negozi di grande firme e sul fronte illecito quello del narcotraffico. I "tentacoli" della 'ndrina si diramavano dalla Piana di Gioia Tauro fino al nord Italia dove controllava gli apparati imprenditoriali, soprattutto quelli nei settori immobiliare e agroalimentare. In Lombardia i Piromalli infatti, si sarebbero infiltrati nel mercato ortofrutticolo di Milano e nell'est Europa. La tesi dell'accusa, oggi vagliata positivamente dal gup, è che nel capoluogo lombardo, però, il "giovane" Piromalli avrebbe impiantato la nuova base della cosca, sebbene la roccaforte sia sempre rimasta Gioia Tauro. Gli appetiti mafiosi infine, erano giunti fino agli Stati Uniti, dove avrebbero invece controllato la rete di distribuzione di prodotti oleari. L'olio in America e la frutta al Nord Italia e in Romania: erano queste le attività in cui il figlio Antonio Piromalli, figlio del boss Peppe alias "Facciazza", aveva scalato imprenditorialmente grazie alla fitta rete di fiancheggiatore e presunti prestanome. Antonio Piromalli nelle settimane successive alla scarcerazione si era «reinsediato nel cuore economico - commerciale , scriveva il gip Adriana Trapani nell'ordinanza a suo carico, del paese e manifestava la volontà di riprendere la sua attività professionale, sulla scia di vecchie progettualità soltanto parzialmente realizzate e bruscamente frenate dall'operazione "Cent'anni di storia". Adesso per lui arriva una condanna a 20 anni di carcere. Tra le assoluzioni spiccano infine, quelle rimediate dalla sorella di Antonio Piromalli, Grazia Piromalli, e dalla moglie Loredana Sciacca.

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Di seguito la sentenza emessa dal gup:

Carmine Alvaro, 18 anni

Francesco Arcuri, assolto

Domenico Careri, assolto

Gioacchino Careri, assolto

Cinzia Ferro, 2 anni

Pietro Gallo, 14 anni

Pasquale Guerrisi, 19 anni e 2 mesi di carcere

Antonio Piromalli, 20 anni di carcere

Grazia Piromalli, assolta

Alessandro Pronestì, 12 anni

Rocco Saccà, 8 anni

Giovanni Sergio, 8 anni e 8 mesi

Annunziato Sciacca, assolto

Antonio Pietro Sciacca, assolto

Carmelo Sciacca, assolto

Francesco Sciacca, 14 anni

Loredana Sciacca, assolta

Domenico Stanganelli 20 anni

Francesco Trunfio, 14 anni e 8 mesi