L’avvocato che accumula incarichi dirigenziali all’Asp di Reggio Calabria, ma che “dimentica” di segnalare le proprie cause contro l’Azienda

ReggioAsp500di Claudio Cordova - Con vari incarichi, da anni ai vertici dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Da altrettanti anni, però, è in causa con l'Azienda che avrebbe dovuto gestire e tutelare. La strana storia dell'avvocato Giovanni Tringali è un paradosso tutto calabrese. Per anni, infatti, il professionista avrebbe "dimenticato" di comunicare il proprio contenzioso con l'Asp reggina, accumulando incarichi dirigenziali molto ben retribuiti, sotto varie gestioni. Già nell'aprile 2015, l'allora commissario straordinario, Santo Gioffrè – su autonoma deliberazione – nominò l'avvocato Giovanni Tringali direttore amministrativo dell'azienda sanitaria provinciale Reggina. Tringali, già ai vertici amministrativi con il Commissario Straordinario Franco Sarica, nella sua pluridecennale carriera ha anche prestato servizio presso il Consiglio Superiore della Magistratura alla Direzione della Segreteria Decima Commissione: "Problemi posti all'amministrazione della Giustizia dalla Criminalità Organizzata". In epoca molto più recente – nel giugno 2018 – Tringali viene nominato direttore della Struttura Complessa Gestione e sviluppo risorse umane e formazione.

Tanto nel 2015, quanto pochi mesi fa, però, l'avvocato Tringali avrebbe dimenticato e omesso di dichiarare, nell'apposito prospetto di motivi di incompatibilità, che fin dal 2014 ha instaurato nei confronti dell'Azienda Sanitaria di Reggio Calabria un contenzioso giudiziale presso il Tribunale di Locri, riguardante il riconoscimento di un maggior trattamento economico per differenze retributive in qualità di dirigente amministrativo di ruolo per demansionamento e mobbing. Il paradosso è infinito e si concretizza anche nel fatto che l'Asp "scopre" il contenzioso proprio quando, in tale procedimento, ha dovuto nominare un dipendente dell'Azienda come consulente di parte al fine di verificare le somme effettivamente percepite da Tringali e che questi è il superiore gerarchico dei funzionari addetti all'Ufficio Stipendi.

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Una vicenda che va a scontrarsi in maniera fortissima con le più elementari norme sul conflitto di interessi e, più recentemente, con i dettami dell'Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone.

Tringali, infatti, avrebbe omesso di comunicare o dichiarare all'organo di vertice dell'Azienda Sanitaria di Reggio Calabria – sia nell'istanza di richiesta incarico, sia in fase di sottoscrizione del contratto individuale di lavoro, sia in data successiva alla firma dello stesso – di trovarsi in una potenziale situazione di conflitto d'interessi visto il ruolo delicato da ricoprire (e poi effettivamente ricoperto), anche di gestione del trattamento giuridico ed economico dei dipendenti dell'Azienda, compreso il suo.

Nelle more, peraltro, lo stesso Tringali ha imbastito una ulteriore causa contro l'Asp di Reggio Calabria, per il riconoscimento dell'infermità per cause di servizio dovuta a un eccesso di carichi di lavoro nella sua funzione di dirigente dell'Azienda Sanitaria reggina.

Una situazione paradossale che ha spinto, negli scorsi giorni, il commissario per il Piano di rientro, Massimo Scura (che da settembre svolge il ruolo di direttore generale dell'Azienda, dopo la clamorosa fuoriuscita di Giacomino Brancati) a sospendere per 90 giorni Tringali dal ruolo di dirigente delle Risorse Umane, assegnandolo a un altro incarico di pari livello.

Ma finirà qui?