Altra batosta sul modello Riace: Ministero dell’Interno decide di trasferire i migranti

lucano domenico500Il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, con una nota del 9 ottobre scorso, ha deciso il trasferimento dei migranti ancora ospiti nello Sprar gestito dal Comune di Riace.

Nei mesi scorsi lo stesso Ministero aveva già evidenziato diverse anomalie nella gestione. Poi sindaco Lucano era finito agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata. Nel nuovo provvedimento, che contesta al Comune reggino 34 penalità, si chiede di trasferire gli ospiti e di rendicontare ogni spesa sostenuta per arrivare alla chiusura del sistema di accoglienza. Dopo l'arresto del sindaco (ora sospeso) Mimmo Lucano, arriva quindi un'altra tegola per il "modello Riace" e il suo sistema di accoglienza e integrazione.

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Con una circolare il Viminale ha disposto il trasferimento dei migranti accolti nei centri del Comune calabrese di Riace e ha chiesto all'amministrazione comunale la rendicontazione di tutte le spese sostenute, sollecitando "ad inviare la relativa documentazione secondo le modalita' previste dal manuale di rendicontazione Sprar".

Sono 34 i punti di penalita' disposti dal Ministero dell'Interno rispetto al progetto di accoglienza di immigrati gestito dal Comune di Riace. Le violazioni riguardano: l'erogazione dei servizi finanziari dal fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all'accoglienza; la mancata presentazione della rendicontazione; la mancata rispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati e la mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi; il mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale. Nelle ventuno pagine trasmesse nei giorni scorsi al Comune di Riace, dunque, si evidenzia che "la rilevanza, gravita' e persistenza" delle inosservanze giustificano la revoca totale dei finanziamenti, spiegando anche che "le criticita' emerse, per le quali sono stati applicati punti di penalita', attengono, soprattutto, ad aspetti gestionali e organizzativi, a prescindere, molto spesso, dalla disponibilita' di risorse finanziarie". L'obiettivo della revoca e', dunque, quello di "evitare l'ulteriore protrarsi di modalita' gestionali non conformi alle regole che presiedono al corretto utilizzo di finanziamenti pubblici destinati all'accoglienza dei richiedenti asilo". Al Comune sono stati concessi sessanta giorni per rendicontare le spese sostenute, ricordando che e' ammesso il ricorso, rispetto al provvedimento, ai competenti organi giurisdizionali.

Secondo quanto si apprende, gia' dalla scorsa estate il Viminale aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall'amministrazione di Riace. Nel 2018, il Comune calabrese non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco Mimmo Lucano - agli arresti domiciliari per una inchiesta che riguarda proprio la gestione del 'modello' Riace - era stato avvisato della revoca dei finanziamenti diventata ufficiale all'inizio di questa settimana.