‘Il Sud che sogna’ emoziona (anche senza Lucano) con Conia, Accorinti e de Magistris. Obiettivo dei ‘civici’, Europee e Regionali: «Diamo insieme una spinta alla Storia»

20180819 194815di Mario Meliadò - Quasi neanche una parola sul Grande Assente, il famoso sindaco «tra i 50 uomini più influenti del pianeta» secondo Fortune; insomma, il primo cittadino di Riace Mimmo Lucano (che comunque, per un pressoché unico mix fra timidezza e scarsa propensione alla proiezione pubblica, è uso a parecchi forfeit, anche all'ultimo istante). Eppure, la seconda giornata (e ultima, a causa dei malanni di Donatella Rettore, protagonista musicale annunciata di quella che doveva essere la terza giornata in cantiere per oggi) di 'Rinascita in Festa', allo Stadio comunale 'Cimino', e il singolare progetto 'Il Sud che sogna' in particolare, ugualmente emozionano Cinquefrondi, con numerosissime presenze nell'arena e un parterre de roi tra i movimenti civici 'che guardano a Sinistra' più significativi del Belpaese.
Sicuramente tre le 'star' della serata di ieri, a chiusura della settima edizione dell'iniziativa nel piccolo centro pianigiano: il sindaco cinquefrondese (ovviamente) e alfiere del movimento 'Rinascita per Cinquefrondi', Michele Conia; Renato Accorinti, da poche settimane ex sindaco di Messina epperò protagonista nella città sicula di una formidabile stagione di rottura con un passato vieto e clientelare grazie a 'Cambiamo Messina dal basso'; e Luigi de Magistris, che con 'Dema' ha scardinato ogni convinzione pregressa sull'impossibilità di far saltare certo becere potere consolidato a Napoli, non tanto conquistandosi la fiducia degli elettori partenopei nel 2012, ma soprattutto con una clamorosa riconferma, sempre al ballottaggio, il 19 giugno del 2016.

A condurre l'iniziativa non il giornalista Sandro Ruotolo come previsto, ma l'altra portavoce (rispetto a Conia) de 'Il Sud che sogna', Rita La Rosa, presidente dell'Avis di Nicotera, cittadina del Vibonese praticamente in continuità territoriale rispetto alla reggina Rosarno.
«Il 6 luglio scorso proprio a Nicotera s'è tenuta la prima Assemblea regionale de 'Il Sud che sogna' – ha detto in apertura proprio la La Rosa –, e in quest'occasione sono emersi alcuni dei punti del lavoro comune che stiamo realizzando con 'Dema' e altre realtà presenti qui: antifascismo, antirazzismo, distanza assoluta da mafia e massoneria, uguaglianza sostanziale, lotta a ogni forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, lotta al colonialismo nel Nord sul Sud, e altri ancòra».

«Non è facile cambiare la realtà in un piccolo centro martoriato dalla 'ndrangheta e dai 'poteri forti' – ha osservato Danilo Loria di 'Rinascita per Cinquefrondi' –, però è l'obiettivo che ci siamo prefissi. Con una squadra forte e collaudata abbiamo tentato di cambiare lo stato delle cose presenti quale unico obiettivo già sette anni fa, perdendo le elezioni per soli 80 voti; cinque anni dopo, con una forza impetuosa e l'esperienza di cinque anni d'opposizione siamo riusciti a stracciare tutti... Appena insediati, abbiamo tentato di portare avanti un lavoro di cambiamento reale: ce la stiamo mettendo tutta e ce la stiamo facendo... Abbiamo avuto problemi, con Pd e Destra opposizioni di fatto alleate contro di noi, però la nostra positività viene percepita dalla gente e potete vederlo attorno a voi: tutto questo villaggio è realizzato grazie al lavoro dei volontari, questo stesso posto era un luogo abbandonato e pieno d'erbacce che noi abbiamo rivalutato, come abbiamo rivalutato il centro di Cinquefrondi col progetto 'Borgo futuro' e altre zone della cittadina. E quale partecipe de 'Il Sud che sogna', Rinascita per Cinquefrondi s'è fatta anche carico del tentativo d'esportare quest'esperienza».

«Non potevamo non essere presenti, anche perché accoglienza, solidarietà, fratellanza, sostegno reciproco sono tutti valori presenti nella nostra Carta dei princìpi – ha osservato Vittorio Terracciano di 'Unione mediterranea' –. Unione Mediterranea ha voluto celebrare l'ultimo congresso proprio a Riace, a puntellare giusto quell'esperienza-simbolo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini nella sua ossessione contro i migranti vorrebbe scardinare. Ma i primi obiettivi del 'pallino' di Salvini siamo noi meridionali: nella legge di Stabilità 2014 furono stanziati dei fondi per le Ferrovie: 5 miliardi per quelle al Nord, 60 milioni per quelle al Sud, mentre nella medesima manovra finanziaria si son dati fondi per gli asili-nido secondo il criterio storico, che indica in sostanza che gli asili-nido ci sono dove ce n'è bisogno, per cui i soldi sono andati praticamente solo al Nord, visto che da noi asili-nido non ce ne sono...». Tanti altri gli esempi, in relazione a una petizione promossa da Unione Mediterranea che poi propone «una distribuzione dei fondi in maniera equa, visto che il Sud rappresenta il 34% della popolazione ma riceve solo il 26% dei fondi: una richiesta poi recepita nella legge numero 18 del 2017, fin qui però mai attuata. E poi abbiamo proposto d'istituire una Commissione sullo sversamento dei rifiuti tossici: ci sono numerosi siti, discariche di cui neanche conosciamo per ora il contenuto. L'8 settembre, a Castellamare di Stabia, realizzeremo un Comitato promotore di questa petizione: partecipate» è risuonato l'appello di Terracciano.

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A seguire voce all'esponente di Potere al popolo Alessia Stelitano: «Siamo abituati a operare in logica di 'rete' per provare a cambiare le cose qui da noi. Se ci peniamo, la nostra mente di meridionali spesso il futuro non lo concepisce proprio: in dialetto, è proprio il tempo futuro a non esistere, qualcosa vorrà dire... Al di là della provocazione linguistica, c'è il dato di fondo che moltissimi di noi il futuro non riescono a viverlo, o se lo lasciano strappare, come efficacemente testimonia l'ultimo rapporto Svimez. O l'alternativa alla nostra attuale povertà è, come vorrebbe Matteo Salvini, fare della Calabria e comunque del Sud 'l'ospizio d'Europa'?, è questo il Sud che sogniamo per i nostri figli? Lavoriamo per restare al Sud, facendo anche dei sacrifici se necessario; ma proviamoci. Impensabile che, come oggi, non si riesca neanche a raggiungere intere città, che per un esame banale ci si ritrovi di fronte a liste d'attesa 'bibliche'. Invece il Sud può essere il laboratorio in cui, anziché rifiutarne, si accolgono in mensa le persone che non possono pagare i pasti; il posto, insomma, dove davvero si può 'fare la rivoluzione'».

«Di fatto, quella che manca è l'offerta. Il fatto che per un periodo abbia avuto il top del consenso Matteo Renzi, poi Cinquestelle, ora la Lega di Matteo Salvini lo dimostra – è partito nel suo intervento Luca Basile della Coalizione Civica di Bologna –. Alessia raccontava bene dei 180mila giovani del Sud che si trasferiscono al Nord, 'regalandogli' qualcosa come 2 miliardi di euro, per l'incapacità di gestire al meglio le Università meridionali e il loro collegamento col mondo del lavoro: proprio su questo punto, credo dovremmo costruire un pezzo d'alternativa».

L'ex assessore comunale messinese ai Trasporti Federico Alagna ha rammentato l'esperienza cinquefrondese del 2016: «Era stato un momento diverso: venivamo da forza di governo della nostra città. Adesso invece siamo reduci da una sconfitta oggettivamente bruciante: noi ci siamo misurati con la dimensione elettorale e con la sfida d'amministrare la nostra città non perché pensassimo che dentro la dimensione istituzionale si potesse risolvere tutta la complessità delle battaglie sociali, politiche e culturali che portiamo avanti, ma perché sapevamo che avrebbe aiutato. Al tempo stesso, eravamo e siamo consapevoli che il nodo profondo di queste battaglie e di una rinascita vera del Sud non può che passare per le pratiche sociali e politiche che avvengono per le piazze, per le strade, nei quartieri e non solo nelle stanze di un Palazzo». Certo però, ammette Alagna, «quando sei fuori dal Palazzo sei costretto a combattere e a resistere non solo a quel potere fascista - così l'esponente di 'Cambiamo Messina dal basso' – che oggi governa il Paese, ma anche a un potere più subdolo, forse più scaltro che ti governa a livello locale e che, passo passo, come formichine, cerca di smontare tutto quello che hai fatto per cinque anni: non è un caso che il nuovo sindaco Cateno De Luca per prima cosa abbia messo mano alle partecipate, aprendo le porte ai privati con tutto quel che ne consegue in termini di clientele e altro... non debbo spiegarvelo io. E per seconda cosa, quanto ai tributi locali, togliere la fascia esente e abbassare la fascia di reddito più alta: sono politiche concrete che hanno un impatto devastante sulla vita delle persone».
Come proseguire nell'impegno civile 'fuori dal Palazzo', però? «Non è tutto questo gran trauma. Noi – rammenta Alagna – abbiamo lanciato l'idea del 'municipalismo oltre il Municipio', cioè di recuperare tutto quel bagaglio di conoscenze, know-how, contatti acquisito nel corso dell'esperienza di governo per metterlo a frutto, adesso, dall'esterno. Anche attraverso questo percorso crediamo si possano ottenere grandi risultati; continuando a fare 'rete' con un occhio a ciò che accade nel Palazzo e l'altro a quanto succede nei quartieri».

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Claudio Riccio (della segreteria di Sinistra Italiana) fa fulcro sulla realtà di milioni di meridionali costretti a emigrare per poter lavorare e sull'inconsistenza del presunto 'boom' numerico dei migranti e il loro presunto 'furto di lavoro' ai danni dei disoccupati italiani. «Noi innanzitutto dobbiamo ristabilire la verità, senza indulgere alle grandi 'armi di distrazione di massa' messe in campo da chi si fa forte coi deboli per non affrontare mai i veri problemi di questo Paese». Soprattutto, non esiste la Lega, argomenta Riccio, ma «la Lega Nord che era e che Lega Nord rimane: un partito che prende voti, molti voti anche a Sud, ma poi fa regolarmente gli interessi del Nord, come per i fondi per l'industria 4.0 andati per oltre l'80% alle regioni settentrionali. Come per le case popolari: 30 milioni di euro sono andati al Friuli Venezia Giulia per rimettere a posto 246 case popolari, cosa su cui non ci sarebbe niente da dire, se non fosse che poi la Puglia ha avuto 42 milioni per rimetterne a posto 4mila, la Campania per 3.300 alloggi 42 milioni, la Calabria ne ha avuti addirittura solo 11».

Apprezzatissima Raffaella Cascella: per l'esponente della segreteria di 'Dema', il riferimento maestro è lo scempio urbanistico e paesaggistico, dalle strade abbandonate a quanto «racconta la fisionomia di un territorio martoriato». Politicamente, «a Sud abbiamo assistito a un imponente voto di protesta rispetto ai Governi del passato; con tutte le ragioni del caso. E tuttavia, mi sembra che ci siano tutte le precondizioni affinché il popolo meridionale venga per l'ennesima volta dimenticato e tradito, con un Governo che più che la lotta alla povertà intenda fare la lotta ai poveri, giocando a frammentare e a dividere le comunità: una tendenza che, a lungo andare, produce disumanizzazione, mettendo la barbarie davanti ai nostri occhi. Ma per il disastro di questo Paese, e del nostro Mezzogiorno, ci sono persone che hanno responsabilità: però non sono certo i migranti, ma quanti negli anni hanno stabilito sodalizi con mafia, camorra, 'ndrangheta che continuano a uccidere e a togliere possibilità di riscatto dei nostri territori. Ecco che è arrivato il momento di riprenderci le nostre città: ma serve organizzazione». Il 31 agosto, il primo e il 2 settembre 'Incroci meridiani', a Isola Capo Rizzuto – nel Crotonese –, sarà un secondo step «per ragionare su come meglio restituire voce a coloro ai quali è stata sottratta in questi anni... Qualche volta, la Storia ha bisogno di una spinta: ora, bisogna che gliela diamo tutti insieme».

Tra gli altri contributi, quello di Gregorio Voci, capogruppo di minoranza (gruppo 'Cambiamenti') di Botricello, nel Catanzarese. «Crediamo fortemente che ci siano idee, forze, competenze che aspettano solo d'incontrarsi in questa terra meravigliosa che è la Calabria: perciò abbiamo contribuito a fondare 'Il Sud che sogna' in una Calabria troppi la vedono rassegnata, immutabile e ferma. Ecco perché questa è un'occasione che non possiamo lasciarci sfuggire: c'è bisogno di mettere in sicurezza il territorio, di progetti per agevolare la creazione di posti di lavoro, di evitare i 'viaggi della speranza', d'inquinare meno possibile e dunque mettere in campo progetti per ridurre i rifiuti al minimo, cultura e istruzione accessibili a tutti, sistemi d'accoglienza e progetti d'inclusione sociale». E poi un affondo opinabile: «Pensate che siano veramente mafia, 'ndrangheta e camorra a frenare lo sviluppo del Mezzogiorno? La causa principale va ricercata nella 'malaUnità' con cui l'Italia fu fatta nascere».
E ancòra, l'articolatissimo speech di una cinquefrondese 'trapiantata' a Fiumicino, la presidente dell'associazione Quote Merito Arcangela Galluzzo: «Pensiamo alla promozione del merito e alla competenza come strumenti per la legalità. Legalità per la quale ho la delega per il Comune di Fiumicino: anche da Napoli in su, il problema non è il traffico... l'emergenza-legalità non è appannaggio dei soli territori del Sud». Politicamente, poi, «o si fa come nella canzone di Giorgio Gaber, e si decide che i jeans sono di Sinistra però con la giacca virano verso Destra, oppure prendiamo atto che essere di Sinistra significa mettere al centro l'essere umano. La concretezza come possiamo darla, però? Intanto, emulando i modelli virtuosi d'amministrazione territoriale, come Cinquefrondi di cui spesso sento parlare anche a Roma: sono realtà però troppo spesso lasciate sole. Invece bisogna sostenere, facendo 'rete'».

In videoconferenza l'intervento di Anna Falcone (ambientalista e anima del 'Brancaccio'): «Io sono orgogliosamente calabrese: orgogliosamente anche perché in Calabria ci sono Cinquefrondi e altre esperienze virtuose. Per questo Paese, poi, da anni proviamo a costruire un'alternativa credibile di governo: per Cinquestelle il boom era forse inevitabile, però il desiderio di trovare 'scorciatoie' per alcuni problemi del nostro Paese è un nodo vero, come un 'odio per il diverso' che va diffondendosi. E allora, io dico che da queste brillanti realtà locali bisogna ripartire per costruire la 'Sinistra sociale' e avere il coraggio di rifocalizzare le vere priorità di questo Paese, dalla questione dei diritti e del lavoro all'idea di una società solidale e improntata a un'economia in cui lo Stato tiene ben salde le leve del progresso e dello sviluppo».

Ma dicevamo delle tre 'star' di ieri sera. A rivolgersi al pubblico cinquefrondese per primo è stato l'ex sindaco di Messina. «Dopo le elezioni, mi ha scritto su Whatsapp una ragazza: 'Come stai?'. E io le ho risposto: sto benissimo, grazie. Ma differentemente che negli ultimi cinque anni, adesso ho un compito molto più impegnativo: quello di cittadino», è stato l'approccio come sempre franco e diretto di Renato Accorinti, a 'tirare la volata' sin da sùbito all'idea di realizzare una 'rete' di soggetti civici, che siano dentro o fuori il (proprio) Palazzo poco importa. «Dobbiamo contaminarci, andare casa per casa, specie quelli che lavorano sulla solidarietà, nel volontariato: pensate al messaggio straordinario di Cristo, e spesso vediamo pezzi di Chiesa essere da tutt'altra parte... ma poi ci sono anche preti e vescovi straordinari. La politica, la lotta per il bene comune non possono essere delegate ai soli partiti ma devono essere patrimonio di ogni cittadino, se no falliamo: la Democrazia si conquista, non si regala». Ecco che un profilo fondamentale è quello della vigilanza: «Come inquina la Cina, distrugge noi. Ecco allora che dobbiamo guardare con attenzione massima a quel che fa il Comune, il Governo, l'Onu!, senza risparmiarci». Anche perché, è l'altro monito del sindaco che entrò a Palazzo Zanca a piedi scalzi, «questo è un momento tragico su scala mondiale, il fascismo avanza: da Trump a Berlusconi a Salvini, dall'Ungheria a Marine Le Pen... E la questione dei migranti ci fa arrivare in faccia la verità: si continua a pensare che sono 'pacchi', estranei, invasore... qua si vede come la pensa davvero l'umanità, e se non si guarda fino in fondo ci commuoviamo solo per il ragazzino che arriva senza genitore, una scena che commuoverebbe chiunque. Mentre ci sono 30 milioni di siciliani nel mondo, quello che oggi fa Salvini è da nazifascismo».
Chiusa con un applaudito riferimento vernacolare: «Ad ascoltare i vostri interventi, 'mi sono scialato'».

Normalmente, chiuderebbe de Magistris: ma invece l'ordine degli ultimi due interventi s'inverte, proprio perché Conia avrebbe dovuto chiudere la terza e ultima giornata di 'Rinascita in festa' che invece non si farà.
Parola insomma al primo cittadino napoletano, che esordisce ricordando come da anni stia seguendo il 'modello Cinquefrondi'. E questo perché «qui, con Michele Conia, si sta verificando quello che ho sempre sognato: un modello di determinazione 'dal basso', senza aspettare che le scelte si compiano a Roma». Segue un riferimento all'esperienza di Napoli: dopo «i buchi nelle casse del Comune, gli attacchi mafiosi, gli attacchi mediatici, gli attacchi politici, adesso però di Napoli nel mondo non si parla più per 'Gomorra' ma perché da anni, 'nonostante il sindaco' è la città che più cresce per cultura, per turismo, per start-up... una 'movida' enorme, tanti napoletani che erano fuori e stanno tornando. Insomma, una città esplosiva: dopo le tante ingiustizie del passato, dall'Unità d'Italia in poi, ora basta. Se Salvini lancia la sfida per l'autonomia del Veneto e della Lombardia, io non vedo l'ora di lanciare la sfida per l'autonomia di Napoli, e nei prossimi tre anni ne costruirò le precondizioni: non voglio più un euro dal Governo nazionale, cui però non daremo più un euro. Noi non siamo la 'zavorra', siamo la ricchezza: cominciamo 'dal basso' a dimostrare che si può governare, facendo cose di Sinistra».
E poi, tra le tantissime cose dette a un pubblico che pendeva letteralmente dalle labbra dell'ex pm catanzarese d'inchieste epiche come "Why Not" e "Poseidone", una micidiale stoccata al ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Ho visto che a Ferragosto è stato proprio qui nel Reggino, a San Luca, e ha detto che sconfiggerà mafia, camorra e 'ndrangheta. Beh, io consiglierei a Salvini, che peraltro è ministro dell'Interno e dunque qualche informazione potrebbe anche acquisirla..., di stare molto attento alle persone cui si accompagna: almeno a Napoli, io so perfettamente chi gli si è avvicinato... e dalle immagini che ho visto da Reggio Calabria, non sarei così certo del contrario... anzi. Peraltro, mi ha fatto anche un po' ridere: mentre lui proclamava l'imminente sconfitta delle mafie, ci sono magistrati e poliziotti che ancòra cercano i 49 milioni di euro 'inghiottiti' dal suo partito».
Alla «continuità del liberismo economico» secondo Luigi de Magistris occorre contrapporre un modello «che metta al centro l'umanità, l'amore, la solidarietà, la fratellanza, la giustizia sociale e l'uguaglianza contro la 'comunità del rancore': se ami, vivi, se non ami, sopravvivi...».

Chiusura col sindaco di Cinquefrondi Michele Conia, dunque. Partiamo dalla fine del suo intervento, in cui Conia ha rammentato quello che, de 'Il Sud che sogna', è il motto: «Se si sogna da soli, è solo un sogno: se si sogna insieme, è la realtà che comincia», nella convinzione che in queste ore nel centro tirrenico «è iniziata una realtà».
Com'è normale, Conia nell'intervento conclusivo ha toccato parecchi temi. «Per nostra scelta, tutto questo lo costruiamo ogni anno senza un euro di finanziamento pubblico: non è un'opzione di poco conto, anche per i tantissimi finanziamenti regionali che supportano molte altre rassegne – ha esordito il primo cittadino –. Per noi, ciò che accade oggi in questo piccolo centro del Reggino è qualcosa di straordinario: una discussione di levatura nazionale tra alcune tra le migliori esperienze politiche e amministrative d'Italia. Qui, invece, negli ultimi mesi specialmente, si pratica lo sport di 'gettare fango' addosso all'Amministrazione, mi avevano portato a dimettermi: se poi le dimissioni le ho ritirate è perché attorno a me ho trovato l'intera comunità cinquefrondese».
Quanto a 'Il Sud che sogna' – di cui lui è l'altro portavoce rispetto a Rita La Rosa –, Michele Conia ha evidenziato che «abbiamo accettato l'invito di 'Dema' e nuovamente saremo a Roma il 15 settembre», e poi ha osservato che «ha l'ambizione, e ci sta riuscendo!, di mettere in rete tutte le realtà calabresi che, in modo propositivo, lavorano per il bene comune e della comunità. Da quando il movimento è cresciuto, la 'preoccupazione' di giornalisti e politici è: 'Sarete alle Regionali?, sarete alle Europee?'. Ora, 'Il Sud che sogna' non nasce a questo scopo: per noi le elezioni sono uno strumento, non un fine. Però, se vi diamo così fastidio..., allora annunciamo pubblicamente che ci saremo sia alle Regionali sia alle Europee. E ci saremo non perché c'interessano 'le poltrone', ma perché riteniamo ci siano tantissime realtà 'vere' che giorno e notte, in questa terra, ci mettono la faccia: qualche volta ci salta la macchina con una bomba, qualche volta rischiamo la vita, qualche volta denunciamo pubblicamente ciò che altri nascondono... sempre, però, non capiamo perché mai dovremmo avere timore di 'esserci'. Così, ci saremo: e andremo in giro per l'Italia non per chiedere 'like', ma a portare e a dar voce alle nostre esperienze, ma anche perché siamo stanchi della colonizzazione da parte di qualcuno a ogni tornata elettorale. Siamo stanchi: lo diceva Luigi per Napoli, lo dico io per la Calabria, questa terra ha intelligenze, capacità ed esperienze che fanno sì che non abbia bisogno di colonizzatori».
E poi, «come diceva Claudio Riccio, abbiate il coraggio di dire cos'è che davvero ci toglie la sicurezza. Lo dico come lo dicono 'loro': secondo voi, è 'il negro'? A me, la bomba l'ha messa la 'ndrangheta!, non 'il negro'...». A seguire, da Conia un riepilogo degli interventi di 'pubblicizzazione', a tutela dei lavoratori, per abbassare le tariffe dei servizi in qualità di sindaco: «Diamo fastidio perché diciamo che il privato, quando viene a lavorare il pubblico, deve rispettare le leggi tanto quanto il pubblico? Diamo fastidio perché mi sono schierato contro la Sorical? Diamo fastidio perché abbiamo dimostrato che i figli dei disoccupati debbono avere ingresso alla mensa proprio come tutti gli altri, o perché il sindaco di Cinquefrondi ha deciso di portare ogni giorno il pranzo alle persone sole, che vivono per strade o sulle panchine tramite i volontari della Protezione civile? Be', se diamo fastidio per questo, allora si sappia: ci piace dare fastidio e continueremo a darne».