Inaugurato un ponte tibetano a Casalinuovo

«Kalòs ìrtate» esordisce il Sindaco di Bova Santo Casile pronunciando il suo discorso di benvenuto per metà in greco di Calabria e per metà in italiano corrente di fronte a un cospicuo e meravigliato uditorio nel rifugio San Salvatore, nel cuore dell'Aspromonte, mentre la sera è ormai calata da un'ora. Il Prefetto Michele Di Bari, compiaciuto e ammirato, s'affianca all'afflato grecizzante del Sindaco e in un discorso in cui enuncia il significato della parola «logos», le differenze tra «chronos» e «kairòs», afferma con particolare spinta emotiva: « il linguaggio è la sfera della cultura che l'uomo si porta dietro nel tempo. E a queste latitudini mi piace individuare percorsi culturali d'altura, cioè quelli più suggestivi, che toccano il cielo». A quali percorsi culturali d'altura si riferisce Sua Eccellenza? La risposta era arrivata poche ore prima, quando un folto gruppo di macchine della stazione dei carabinieri di Bova, del comando di Melito Porto Salvo al seguito del Prefetto, dei comuni di Bova, Africo Nuovo e Bianco con i corrispettivi Sindaci Aldo Canturi, Francesco Bruzzaniti e il già citato Santo Casile, l'assessore del comune di Bova Pino Casile, il consigliere regionale Seby Romeo, le guide aspromontane e la cittadinanza più vicina a questi luoghi, si sono cimentati in una discesa ripida e niente affatto agevole per giungere in località Casalinuovo, nel cuore dell'Aspromonte, e celebrare con gioia l'apertura di un ponte tibetano che da oggi in poi congiungerà le alture di Casalinuovo e quelle di Africo vecchio superando il torrente Aposcipo (da Aposkepos, "luogo celato, non protetto"), uno dei tragici protagonisti nel 1951 dell'alluvione che costrinse tutta la popolazione di Africo e Casalinuovo a migrare verso il mare alla volta di Bova Marina, Bianco e Africo nuovo.

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Per il Prof. Giuseppe Bombino, Presidente dell'Ente Parco Nazionale d'Aspromonte, il ponte rappresenta «l'unione, ciò che non deve più dividere uomo da altro uomo, un momento d'importanza estremamente significativa per questa attenzione profonda e densa che lo Stato ha voluto dare a questo luogo che in fondo è un luogo lontano, distante dal consorzio umano, il luogo della memoria, della dimenticanza, dell'abbandono, il luogo del dramma ma il luogo su cui i giovani oggi vogliono compiere un nuovo passo». Il ponte infatti è stato voluto e sperato soprattutto da coloro che la montagna la abitano attivamente: le guide ufficiali dell'Aspromonte: tutti giovani tra i venti e i trent'anni che ogni settimana, in ogni stagione, conducono decine di turisti all'esplorazione degli scenari incantati e suggestivi di una montagna che troppo a lungo è stata disabitata e poco valorizzata. «Noi come guide non nascondiamo le cose, noi riveliamo le cose», ha tenuto a specificare il Presidente dell'associazione guide Ente Parco Nazionale d'Aspromonte Lombardo : «siamo sicuri che con le popolazioni locali, con i comuni e con tutti possiamo sempre di più riuscire a far sì che all'interno di questi luoghi si parli sempre di più di natura, cultura, xenìa, e sempre meno di ndrangheta». Grazie al ponte tibetano le guide e i gruppi al loro seguito e chiunque vorrà esplorare la montagna potrà agilmente passare il torrente Aposcipo «senza più correre il rischio di guadarlo» come ha dichiarato l'esperto alpinista colonnello dei Carabinieri Giuseppe Battaglia, ed avere così un accesso più facilitato al versante del suggestivo Africo vecchio. Un grande passo in avanti per il turismo ambientale nella provincia di Reggio Calabria e un segnale fortemente positivo a chi la Calabria la vuole vivere all'insegna della legalità e della bellezza. «Noi dobbiamo cambiare la narrazione di questi luoghi» ha affermato il consigliere Reg.le Seby Romeo nel rifugio San Salvatore accompagnato dagli applausi del direttore responsabile alla biodiversità dr. Antonino Siclari e di tutti gli astanti che di lì a poco si preparavano a celebrare l'evento con la consueta convivialità che contraddistingue il popolo di queste terre.