Porto di Gioia Tauro (RC), Cgil: "Vertenza di interesse nazionale, Governo se ne occupi"

"Assieme all'Ilva di Taranto, il porto di Gioia Tauro rappresenta la vertenza simbolo e più importante del Mezzogiorno d' Italia. E' necessario, quindi, che questa vertenza ritorni presto al tavolo della Presidenza del Consiglio e del Ministero dei trasporti, anche per il fatto che lo scontro fra terminalista e Msc, entrambi proprietari al 50% di MCT, si ripercuote non solo sui traffici ma soprattutto sul futuro dell'infrastruttura proprio nel momento in cui si è dato vita alla ZES". Lo si legge in una nota della Cgil.

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"Nei giorni scorsi abbiamo espresso tale preoccupazione al Presidente della Giunta Oliverio e all'assessore Russo. E' necessario, però, fare il punto della situazione. Dopo sei anni consecutivi di cassa integrazione, nel corso del 2016 si è sviluppata in sede di Presidenza del Consiglio dei Ministri e di Ministero dei trasporti una lunghissima trattativa sindacale con l'Azienda per trovare soluzioni produttive nell'area di Gioia e per dare risposte occupazionali anche all'alto numero di giovani disoccupati. Una trattativa condotta quasi esclusivamente dal sindacato confederale che ha portato alla istituzione dell'Agenzia di lavoro portuale solo per i porti di trashpment per un finanziamento triennale di 40 milioni di euro e per circa 900 lavoratori complessivi. Il sindacato ha sottoscritto il documento che istituiva l'Agenzia con il trasferimento di 377 lavoratori di Gioia. Nell'accordo complessivo stipulato alla Presidenza del Consiglio si erano stabiliti investimenti per l'attuazione di interventi importanti all'interno dell'infrastruttura portuale quali, per fare un esempio, il bacino di carenaggio e il gateway ferroviario. All'interno di questo percorso, come detto, era di fondamentale importanza l'istituzione della ZES, su cui abbiamo particolarmente insistito, per dare respiro industriale e diversificare le attività portuali che non possono rimanere più di solo trashpment. MCT si era, dunque, impegnata ad investire anche nel piazzale ed MCT si era impegnata a portare containers per oltre 40 mila movimenti a settimana.
Per questo dobbiamo presto riaprire il tavolo nazionale, per verificare lo stato di avanzamento di quanto stipulato alla Presidenza del Consiglio e per aprire una nuova agenda di interventi ed investimenti su Gioia Tauro alla luce dei dati preoccupanti sulla impercettibilità della crescita nel mezzogiorno. E' tempo di rilanciare una politica industriale che metta al centro lo sviluppo ed il lavoro di qualità, con una strategia ed agenzia nazionale che porti al sud il 45% delle risorse ordinarie sugli investimenti, coinvolgendo le partecipate nazionali e favorendo gli investimenti delle Imprese a partire dal settore dell'auto, della componentistica, del manifatturiero e dai grandi marchi, che dopo le delocalizzazioni stanno tornando in Italia.
Oggi, a circa un anno dalla costituzione dell'Agenzia, continua la crisi di traffici nel Terminal. I lavoratori di Medcenter non possono più stare in una situazione di forte incertezza ed il territorio deve conoscere le reali intenzioni di tutti, a cominciare da MCT. Questa situazione rappresenta un rischio per tutte le attività portuali ed è necessario che il Governo nazionale assuma una posizione chiara ed autorevole.
Il futuro del porto potrebbe decidersi in poco tempo: o si mantengono gli impegni assunti oppure si entra in una spirale da cui si uscirà ridimensionati con contraccolpi pesanti sull'economia dell'area e sulla occupazione.
Nella situazione attuale si comprende quanto abbiamo avuto ragione a sottoscrivere gli accordi presso il Ministero e la Presidenza del Consiglio. Non solo perché abbiamo avuto la costituzione dell'Agenzia, ma perché in quell'accordo ci sono anche gli impegni che si sono assunti MCT e MSC e la parte pubblica. Oggi nessuno ha più alibi. Devono rispettare quello che hanno sottoscritto. Se il sindacato non si fosse assunto quella responsabilità oggi tutti, a cominciare da MCT, avrebbero avuto gioco facile ad addossarci le loro responsabilità. Mettano i soldi che hanno promesso. Noi siamo stati seri e responsabili. Per questo oggi abbiamo la forza e l'autorevolezza per richiedere a tutti la stessa serietà e responsabilità".