Reggio, Chindemi (Clc): “Falcomatà finalmente decolla (da solo) dal Tito Minniti”

"Se ancora esistessero le mitiche scuole di partito, sarebbe stato imprescindibile proiettare, come esempio scolastico del " non facere " , il filmato relativo all' ultima seduta consiliare della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

In una seduta " aperta " per discutere di un argomento, esiziale per la città ed il suo comprensorio, come quello dell' aeroporto, gli unici interlocutori con poteri decisionali, senza nulla togliere ai volenterosi presenti, non hanno ritenuto di accogliere l'invito.

A parte la banale considerazione che quando agisce una istituzione di quel livello non si attende certo di verificare , dopo, chi è venuto e chi no , ma , è buona regola di politica elementare, che" le diplomazie" si muovano in anteprima, per accertare e/o stimolare l'adesione all' avvenimento.

Anche in un piccolo borgo montano, quando un sindaco chiama per discutere un argomento di pubblica utilità , di solito tutti sentono l' esigenza di intervenire, anche da posizioni di dissenso con il rappresentante della comunità.

Perché, quindi, quando ha chiamato il sindaco metropolitano, che come spessore politico , teoricamente, è da equiparare quasi ad un governatore regionale, questi viene snobbato dai suoi stessi compagni di partito che hanno incarichi apicali, di caratura regionale?

Da oltre un anno tentiamo, ovviamente senza costrutto, di spiegare a questi sprovveduti, che i giochi per l'aeroporto di Reggio sono, oramai , irrimediabilmente finiti e che i nemici storici di questa città hanno già deciso che l' aeroporto di riferimento della regione è quello di Lamezia, che vede incrementati mensilmente i voli nazionali ed internazionali, e che quelli Reggio e Crotone sono destinati a svolgere ( che tristezza!) un ruolo secondario e periferico , rendendo, di fatto, la Città Metropolitana una scatola vuota, che era in fondo l'obbiettivo primario.

Il regista di questo ennesimo tradimento di questa parte della Calabria, forse la più bella ed importante, è sicuramente il " compagno" Oliverio , con la tacita complicità di quei fantasmi dei consiglieri regionali del PD, eletti nel reggino, il quale ha , già da tempo, soppesato l' inconsistenza e lo scarso spessore politico di questi sprovveduti rappresentanti di questa sfortunata città.

Altra musica e ben altra reazione avrebbe ricevuto il rivoluzionario cosentino ed i suoi sodali reggini, se di fronte avesse avuto qualcuno dotato dei dovuti attributi ( ovviamente politici ) ma, il Manzoni, raccontando di Don Abbondio, tristemente chiosava " ...il coraggio, uno, se non ce l'ha , mica se lo può dare..."

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Concludendo la mortificante, quanto inutile, seduta del consiglio metropolitano, il nostro occasionale primo cittadino , però, è riuscito, come al solito,a mettere in campo, un idea tanto risolutiva , quanto geniale, che , da sola, risolve, in radice, tutte le questioni in campo: se i rappresentanti della regione Calabria ed quello della società di gestione aeroportuale non hanno ritenuto di accettare l' invito, allora li andremo a trovare noi !?( testuale " ...se Maometto non va alla montagna, la montagna ..." ) e, se il caso lo richiedesse, ci accamperemo fuori dai loro palazzi, fino a quando saremo ricevuti.

Oramai abbiamo consolidato il convincimento che questi gesti da avanspettacolo devono sicuramente trarre origine da qualche disturbo inesplorato, figlio degenere di una ipertrofia dell'io, poiché tali genialate emergono oramai in modo tanto ricorrente quanto inquietante, tanto da far presupporre una grave patologia , quasi irrisolvibile.

Qualche tempo fa , da queste menti insolite, venivano partorite catene che dovevano servire per immobilizzarsi davanti a palazzo Chigi, se la città non venisse liberata dal debito soffocante che , da tempo, la opprime; adesso le tende da campeggio per il pernottamento davanti a casa Oliverio o De Felice, in attesa di essere ricevuti !? Non osiamo immaginare la prossima.

Dante nel girone più cruento dell' Inferno , nella sua incommensurabile opera, non colloca i peccatori, nemmeno i più spudorati ed indecenti , bensì gli ignavi, cioè coloro che hanno vissuto senza prendere mai posizione, per i quali , " questo o quello per me pari son", che non sono stati mai " partigiani" , ( nell' eccezione più alta del termine) ed hanno sempre evitato di affrontare le questioni, sopratutto quando era necessario affrontare i potenti o presunti tali.

Nostro Signore ,nel momento più tragico della sua vita terrena , con l'ultimo filo di voce implorò il Padre chiedendogli : " Signore , perdonali, perché non sanno quello che fanno". Lo afferma Salvatore Chindemi, responsabile del C.L.C (Coordinamento liste Civiche).