Reggio, le associazioni: “Ex Polveriera di Ciccarello? Chiediamo incontro in Prefettura per comprendere le intenzioni istituzionali su dislocazione dei nuclei familiari”

"Dopo circa 60 anni la baraccopoli dell' ex Polveriera di Ciccarello potrebbe essere demolita. Un'ottima notizia per le decine di famiglie che vivono in condizioni disumane da sempre, se non fosse per il silenzio attorno al progetto portato avanti dalla Prefettura e dal Comune che hanno lasciato fuori dalla programmazione proprio i destinatari delle azioni di sistemazione alloggiativa. Quel che è ovvio per gli operatori sociali è che nessun progetto, riguardante il destino e la vita delle persone, può essere sviluppato senza il coinvolgimento delle stesse, pena il possibile fallimento del progetto stesso.

Le associazioni riunite nell'Osservatorio sul disagio abitativo (COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria, Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi), il movimento Reggio non tace, la Collettiva AutonoMia e le famiglie dell'ex Polveriera, hanno già chiesto un incontro in Prefettura per comprendere le intenzioni istituzionali sulla dislocazione dei nuclei familiari. Ma, ad oggi, non hanno avuto la possibilità di un colloquio nè risposte certe. Già nel novembre 2015 il Comune aveva presentato per l'area dell'ex Polveriera , nell'ambito del bando nazionale sulle aree degradate, un progetto dal titolo Il recupero del parco urbano Ex Polveriera di Reggio Calabria attraverso la realizzazione di orti urbani per l'integrazione sociale e l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Nonostante la cospicua cifra impiegata, nulla si diceva sul destino delle famiglie che risiedono all'interno della baraccopoli, tuttavia si prevedeva come metodologia il coinvolgimento degli utenti finali. Il coinvolgimento delle persone nelle azioni sociali è fondamentale per questioni di giustizia sociale, di efficacia e anche per quei meccanismi che la psicologia sociale insegna, secondo i quali sono proprio le azioni che si scelgono, con consapevolezza e non invece semplicemente imposte dall'esterno, a dare i maggiori benefici psicologici alle persone e quindi all'intera comunità.

In passato, con la demolizione dell'ex Caserma Cantaffio (208) e la sistemazione alloggiativa delle famiglie residenti, le azioni che hanno avuto maggiore efficacia di inclusione sociale, furono proprio quelle che videro direttamente coinvolte le famiglie che scelsero l'equa dislocazione abitativa e rifiutarono invece la concentrazione in zone periferiche, come è avvenuto invece per il quartiere Arghillá.

Si auspica quindi che la Prefettura e il Comune scelgano per l'ex Polveriera la via del dialogo e del coinvolgimento delle famiglie e delle associazioni che da anni si occupano delle loro condizioni di vita".

Lo affermano in una nota le associazioni riunite nell'Osservatorio sul disagio abitativo (COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria, Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi), il movimento Reggio non tace, la Collettiva AutonoMia e le famiglie dell'ex Polveriera

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