Alla Mediterranea si è discusso di volontariato in Kenya

Venerdì 26 febbraio il Dipartimento di Gurisprudenza ed Economia dell'Università Mediterranea ha aperto le porte alla Rete Calabria for Harambee per presentare alla comunità studentesca e non solo, il "progetto Harambee".
La Rete nasce nel 1994 ed è costituita da associazioni ed aziende reggine che operano per lo sviluppo della comunità di Nyandiwa in Kenya e dell'intera area circostante, estesa sulle rive del magico lago Vittoria, in Africa.
L'incontro è stato introdotto dal prof. Angelo Viglianisi Ferraro con un interessante intervento sull'importanza che può rivestire un'esperienza di volontariato internazionale, considerabile quasi come una risposta collettiva ad un momento storico vacillante e delicato, una risposta all'indifferenza e all'atrofia dei valori umani; un'esperienza capace di stravolgere, sconvolgere il modo di affrontare la quotidianità, il modo di guardare il mondo, la vita.
L'evento è proseguito con il contributo di Maria Rachele Bellomi (Referente della Rete Calabria for Harambee), la quale, attraverso toccanti video e foto ha trascinato i presenti nel cuore pulsante della comunità kenyota, emozionando ed incuriosendo. Sono stati perfettamente illustrati gli obiettivi, le iniziative, i progetti tesi a rafforzare la crescita della comunità africana, nonché i tanti sogni avverati ed i lavori compiuti, come la realizzazione dell'acquedotto, dell'ostello, la coltivazione di girasoli e la produzione di olio.

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L'ultima iniziativa Harambee in ordine di tempo è il progetto turismo. I prossimi viaggi saranno pertanto orientati a favorire lo sviluppo delle attitudini turistiche della comunità di Nyandiwa, mettendola in condizione di crescere attraverso l'esperienza concreta dell'accoglienza.
Successivamente, è stata la volta di Pietro Alessandro Polimeni (docente università di Milano-Bicocca), che ha focalizzato il suo intervento sul peculiare ed affascinante tema della cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo. È stata egregiamente e specificatamente illustrata la necessità di promuovere l'autosviluppo comunitario fuggendo dagli interventi di carattere meramente assistenzialistico, la necessità di coinvolgere la comunità locale con il preciso intento di condurla alla gestione autonoma delle attività realizzate.
L'intervento conclusivo è stato condotto da Giulia Pensabene (Volontaria Rete Calabria forma Harambee), che con pragmaticità, con lucida praticità, ha fatto comprendere ai presenti la consapevolezza che deve sussistere prima di intraprendere un viaggio solidale in un territorio extracomunitario ed in via di sviluppo; la consapevolezza dell'imprevisto, dell'avventura, del rispetto reciproco, dell'abbandono delle proprie abitudini ed ha fornito ogni informazione necessaria.
Gradita ed importante presenza è stata quella del Direttore del dipartimento Francesco Manganaro, il quale nonostante i numerosi impegni ha desiderato partecipare alla notevole ed appassionante iniziativa, esprimendo con reale convinzione, la volontà di coinvolgere concretamente il Dipartimento nell'esperienza di volontariato internazionale, attraverso sostegni economici rivolti agli studenti desiderosi di giungere in Kenya e vivere un'avventura unica, preziosa ed indimenticabile.
L'aula gremita di persone è stata avvolta da un'atmosfera quasi magica, è stata pervasa da quella fantastica suggestione che solo l'Africa sa regalare.

Harambee in lingua swahili significa "lavorare insieme" ed infatti, è sembrata tangibile la possibilità di prendere parte ad un progetto umanitario che permette di condividere bisogni, di stabilire legami indissolubili di amicizia, di diffondere una mentalità priva di pregiudizio attraverso lo scambio reciproco, il rispetto della dignità delle persone e delle esperienze proprio insieme alla popolazione di Nayndiwa.

Si è percepita la meraviglia di donare, donare anche solo una piccola parte della propria esistenza, della propria forza, del proprio tempo; si è percepita la bellezza di sentirsi appagati volgendo il proprio sguardo sul sorriso innocente di un bambino; si è percepito l'incanto di scoprire ed accogliere le diversità.Del resto "chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno non è vissuto invano" (Madre Teresa di Calcutta).