La corruzione, le “incompiute” e il grido di dolore degli edili

conferenzacostruttoridi Mario Meliadò - La crisi economica ha messo al tappeto molte categorie produttive: specialmente a queste latitudini però la recessione ha morso brutalmente il fronte edile, provocando un "bagno di sangue" occupazionale e tra le imprese di settore.

Come ripartire, allora? L'Ance punta sulle gare d'appalto per movimentare l'economia, e su quello che ritiene il modo migliore per oggettivizzare la procedura d'aggiudicazione, tarpando le ali alla discrezionalità della burocrazia – sovente esagerata – al riguardo, tagliare i tempi d'aggiudicazione (e indirettamente dunque di realizzazione dell'opera) e arginare il contenzioso.

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L'Associazione nazionale dei costruttori edili (presidente regionale, Francesco Berna) ha voluto esporre in un incontro alla sala "Giuditta Levato" di Palazzo Campanella la sua idea-forza, che prende le mosse dalle nuove previsioni del Codice degli appalti e fa esplicito riferimento al sistema d'aggiudicazione col metodo "anti-turbativa", che è poi l'unico previsto dall'art. 95 del decreto legge 244/16 oltre al metodo in atto largamente più diffuso, cioè quello dell' "offerta economicamente più vantaggiosa".

Quest'ultimo criterio è ricollegabile a parametri come le caratteristiche estetiche, funzionali e di pregio dell'opera, la sua accessibilità per i disabili, i profili di consumo energetico, i tempi e termini di consegna ma, secondo molti addetti ai lavori, presta il fianco a lungaggini indesiderate perché la molteplicità dei parametri porta a una media di 9-10 riunioni della Commissione aggiudicatrice (il che fa lievitare l'esborso di denaro pubblico, in termini di "gettoni di presenza"), ma anche perché i troppi ricorsi portano a mega-slittamenti dell'inizio dei lavori; e, in ragione della carenza d'elementi automatici di calcolo, amplia la discrezionalità della Pubblica amministrazione in cui da sempre s'annidano maggiori probabilità di corruttela.

Il "criterio antiturbativa" – utilizzabile per lavori d'importo non superiore ai 2 milioni di euro – fa perno sul minor prezzo da ricondursi a congruità ed effettiva realizzabilità dell'offerta, e assicura la verifica dei ribassi a corredo delle offerte che varchino una "soglia d'anomalia" quantificata in una media aritmetica ponderata, a parametri variabili, tra le offerte caratterizzate dal maggiore e dal minore ribasso. L'aggiudicazione però, in quanto automatica, ha il pregio di risultare rapida e di non lasciare spazi alla discrezionalità del burocrate di turno.

«E proprio la rapida aggiudicazione delle gare e dunque una rapida conclusione dei lavori – fa notare il presidente regionale dell'Ance, Francesco Berna – è quanto di più essenziale per la Calabria, in termini infrastrutturali ma anche di lavoro e sviluppo».

Come illustrato nel corso dei lavori – ai quali, oltre a Berna, hanno preso parte i cinque presidenti provinciali dell'Ance, da Francesco Siclari (Reggio Calabria) a Giovan Battista Perciaccante (Cosenza) –, l'Ance propone che le gare di controvalore non superiore ai due milioni (il 98% di tutti gli appalti pubblici, in Calabria) siano aggiudicate tramite il criterio antiturbativa, anche perché il comparto-costruzioni è comunque composto per il 94% da aziende piccole, se non minuscole.

Un elemento che ci ripiomba immediatamente fra i dati e nel ragionamento sull'uscita dalla fase recessiva del settore.

«Come ripartire? Per il privato, c'è da rimettere su tutti gli stabili realizzati dagli anni Cinquanta in poi, adeguandoli alle norme antisismiche. Quanto al pubblico – spiega Perciaccante –, tocca dare sùbito il via ai lavori che possono partire: per esempio i 415 milioni di euro di riqualificazione delle scuole e le realizzazioni per il "dissesto Calabria". Però serve anche rimettere mano al Codice, che ha ingessato gli appalti producendo contenzioso nell'80% dei casi». Le più recenti classifiche del "Sole 24 Ore" ci dicono però che territori come Reggio Calabria vantano il mesto primato della litigiosità giudiziaria su scala Paese... «Certo, questo non può andare avanti. Ma oltre alla buona volontà degli operatori, scegliere il criterio giusto per l'aggiudicazione aiuterà: di sicuro, far ripartire l'edilizia è l'unico modo concreto per far ripartire la Calabria».

Ma, dopo tanto parlare di white list e dintorni, anche a proposito del criterio d'aggiudicazione delle gare si riparla di legalità. E le firme contro la 'ndrangheta sono velleitarie o incarnano un proposito simbolico d'alto profilo? Francesco Berna firmerà? «Certo che firmerò, lo faremo tutti noi dell'Ance. E ben vengano iniziative di questo tipo, validissime a livello di segnale. E – aggiunge il presidente regionale dell'Ance – ben vengano anche le associazioni antiracket di nuova generazione, che entrano molto più nel merito del fenomeno, meritevoli di supporto da parte delle Istituzioni. Ma senza dimenticarci che il primo presidio per far trionfare la legalità è fare tutto il possibile per rivitalizzare l'economia e per dare lavoro».