Klaus Davi contro allenatore calcio "boss": "Intervenga Figc"

daviklaus 500"Ho appreso da un servizio del network calabrese LaC, a firma di Consolato Minniti http://lacnews24.it/cronaca/ndrangheta-ianni-torna-allenare-reggiosud-hinterreggio-valle-grecanica-reggio_35533/ , che Natale Iannì, condannato in appello per associazione mafiosa a 9 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, ha ricevuto l'incarico di allenare la squadra "ReggioMediterranea" che compete nella categoria dell'Eccellenza calabrese. Il neo tecnico della ReggioMediterranea è stato condannato sia in primo grado che in Appello per associazione mafiosa (cosca Caridi-Borghetto-Zindato). Ora torna ad allenare. Non ho nulla contro "Iannì sportivo", che ha sicuramente le credenziali tecniche per lavorare, ma ritengo inaccettabile che un soggetto con accuse così pesanti e due condanne, che non ha mai preso le distanze dalla ndrangheta e tantomeno dal clan a cui era affiliato secondo ben due sentenze, possa lavorare in una società regolarmente iscritta alla Figc». È quanto afferma in una nota il massmediologo Klaus Davi, autore di numerose inchieste giornalistiche sulle più potenti famiglie di 'ndrangheta operanti in Calabria e in Lombardia.

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«La società sostiene di avergli dato una opportunità. Questa opportunità - prosegue Davi - non può pero fondarsi sul silenzio e sull'omertà di Iannì che si è guardato bene dal dire una sola parola sulla 'ndrangheta che ammorba la sua regione, nonostante le accuse che lo individuano come appartenente ad un sodalizio mafioso che ha generato terrore e violenza su un'intera porzione della città di Reggio Calabria. Del resto, Iannì, prima di finire in cella nell'operazione "Alta tensione", ha svolto il suo lavoro di allenatore, in due diverse società calcistiche (Hinterreggio e Valle Grecanica), sempre assieme al suo fido compagno d'avventura, Eugenio Borghetto, conosciuto come "Gino", e arrestato insieme a Iannì, con l'accusa di essere al vertice della cosca "Caridi-Borghetto-Zindato". Anche Borghetto è stato condannato sia in primo che in secondo grado.
Per dipingere l'allenatore della ReggioMediterranea, basti ricordare che, in occasione della nascita di due gemelli, figli di un noto boss locale, Iannì regalò due pistole-giocattolo da mettere nella culla dei neonati. Un gesto simbolico, ma emblematico».
«Assumendo Iannì - conclude Klaus Davi - una società di fatto accetta e condivide l'atteggiamento omertoso del soggetto e consegna dei ragazzi e la loro educazione sportiva alla cultura mafiosa del silenzio. Lo sport ha una funzione educativa molto forte. Le contaminazioni tra mafia e sport sono continue e pericolose. Non possono essere ammesse zone grigie».