Gli strani contatti del pentito Lo Giudice e i Carabinieri. Il "nano" aveva paura

logiudiceninofilmato600di Angela Panzera - "Prima che Nino Lo Giudice fuggisse dalla località protetta abbiamo riscontrato dubbi contatti con esponenti dell'Arma dei Carabinieri. Lo stesso collaboratore aveva paura degli esponenti dell'Arma". A parlare così oggi in aula durante l'udienza del processo scaturito dall'indagine "'ndrangheta stragista" è stato l'ispettore della sezione "criminalità organizzata" della squadra mobile della Questura reggina, Antonio Crucitti, che ha risposto alle domande formulate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e del presidente della Corte d'Assise reggina, Ornella Pastore. Alla sbarra ci sono Giuseppe Graviano, boss del mandamento palermitano di 'Brancaccio' e Rocco Filippone, di 77 anni, di Melicucco, indicato dagli inquirenti come colui che, per conto della potente cosca Piromalli di Gioia Tauro, teneva i rapporti con la destra eversiva e la massoneria occulta. I due sono ritenuti i mandanti degli agguati in cui morirono i carabinieri Antonio Fava e Giuseppe Garofalo ed i tentati omicidi dei carabinieri Vincenzo Pasqua, Silvio Ricciardo, Bartolomeo Musicò e Salvatore Serra, eseguiti da due giovanissimi killer della cosca di 'ndrangheta dei Lo Giudice', Giuseppe Calabro e Consolato Villani. Atti da inserire, secondo la Dda reggina, nella strategia stragista messa in atto da Cosa nostra tra il 1993 ed il 1994 con gli attentati a Firenze, Roma e Milano.

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Durante l'udienza odierna l'ispettore ha snocciolato in aula un appunto investigativo redatto su delega della Dda reggina in riferimento proprio alle vicende che portarono alla scomparsa del collaboratore di giustizia; vicende precedenti e successive al 4 giugno del 2013 data in cui Lo Giudice misteriosamente decise di abbandonare il programma di protezione per poi essere nuovamente arrestato nel novembre 2013. È un collaboratore di giustizia a dir poco controverso Nino Lo giudice. Da boss del quartiere Santa Caterina riuscì ad entrare nelle grazie del mammasantissima Pasquale Condello. Da sempre ha tenuto a dir poco "ambigui" contatti con le forze dell'ordine, scelse di "pentirsi" con la Dda reggina. Lo Giudice scomparve alla vigilia di una deposizione e accusò la Dda di aver fatto pressioni per il suo pentimento e ritrattò tutto. La sua famiglia fu al centro degli attentati intimidatori compiuti proprio ai danni dei magistrati reggini fra cui quello alla Procura generale e all'abitazione privata del procuratore generale Salvatore Di Landro.