L’omicidio Fortugno 12 anni dopo. Oliva: “La Locride ha bisogno di speranza”

Oliva16ottobre"La fede vada oltre il sangue versato". Così Vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, durante la messa celebrata nella Cappella dell'Ospedale di Locri, in memoria di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso nella stessa cittadina il 16 ottobre del 2005, in un seggio allestito per le primarie del centrosinistra. E' necessario - ha proseguito mons. Oliva - che tutti si ritrovino uniti nello spirito della fede. Il dovere del ricordo agisca contro l'oblio. La memoria del sacrificio di Franco è un riferimento costante cosi' come la sua voglia di cambiamento. Questo territorio ha urgente bisogno di un sussulto di umanita', o ci si salva insieme o non ci si salvera'. E' necessario andare oltre la logica individualistica dell'io. Il sangue versato da Franco Fortugno non sia vano. Il suo barbaro assassino ha segnato una stagione di violenza, ma la sua morte ha risvegliato il bisogno di riconciliazione e pace. Questa terra, la Locride, ha bisogno di orizzonti di speranza. Tracce di legalita', il titolo che caratterizza questa giornata, segnala esattamente questa urgenza. Ma non basta il legalismo, serve maggiore senso di umanita' e di responsabilita'. Il sacrificio di Franco Fortugno - ha concluso il vescovo - apra nuovi orizzonti nuovi per una umanita' piu' giusta".

Alla funzione hanno preso parte tra gli altri anche il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e i sottosegretari di Stato Gianpiero Bocci e Vito De Filippo.

Nell'inviare un messaggio di vicinanza alla moglie Maria Grazia e all'intera famiglia Fortugno e onorare la memoria del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, il segretario della Cgil di Reggio Calabria - Locri, Gregorio Pititto, "attraverso questa triste ricorrenza, vuole onorare le speranze e le attese di questa terra, e in particolare dei suoi giovani. L'omicidio politico-mafioso di Franco Fortugno, avvenuto dodici anni fa - aggiunge Pititto - rappresento' uno spartiacque. E' stato il segno per il modo efferato e audace, il tempo e il luogo in cui avvenne, che qualcosa mutava radicalmente nei riti della criminalita' organizzata del nostro Paese. Si e' trattato di un episodio che ha deturpato l'immagine di una regione per molti versi complicata, mettendo in ombra tutto il positivo che la Calabria pure esprime sul piano della solidarieta' e dell'accoglienza. Dodici anni non sono passati invano ma la strada da percorrere e' ancora molto lunga."

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Siamo stati privati di una persona perbene e capace - sottolinea ancora Pititto - ed e' necessario che la doverosa memoria svolga la sua insostituibile funzione all'interno delle diverse istituzioni della Repubblica. Sono l'illegalita' e la 'ndrangheta a togliere il lavoro ai nostri giovani e a impedire lo sviluppo della Calabria. Esiste la necessita' di mettere il Mezzogiorno nelle condizioni di riprendere in mano il proprio destino, perche' nessuno potra' essere protagonista del riscatto di queste terre al posto delle donne e degli uomini del Sud. Per raggiungere questo obiettivo vanno chiamate a raccolta le energie migliori". "La Cgil - conclude Pititto - continuera' ad essere presente in questi territori; e affinche' il sangue versato sia fecondo, collaborera' instancabilmente ad animare e mettere insieme quanti, la stragrande maggioranza degli abitanti della Locride, pretendono un futuro migliore. Proprio come desiderava Franco Fortugno".

"Oggi la Calabria si ferma per ricordare e riflettere sulla barbarie che ha strappato Franco Fortugno, un uomo perbene impegnato in politica, ai suoi cari e alla nostra comunità. Un delitto che rappresentò un attentato alla democrazia di questa terra ma che non produsse i propri effetti eversivi anche grazie alla mobilitazione spontanea di tantissimi ragazzi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, intervenendo all'iniziativa 'Tracce di legalità' organizzata a Locri a 12 anni dal delitto Fortugno. Irto ha aggiunto: "La lotta alla 'ndrangheta comincia dai giovani e dalla promozione di una cultura della legalità. Una lotta che è una priorità nazionale - ha aggiunto il Presidente - come dimostra l'eccellente lavoro di forze dell'ordine, magistratura e degli organi di governo, testimoniato dall'azione del ministro dell'Interno, Marco Minniti. Guardare all'esempio di Franco Fortugno - ha concluso il presidente del Consiglio regionale - significa rilanciare l'impegno della politica e della società civile per un riscatto autentico che si fondi sul ripudio del consenso mafioso, sulla riaffermazione del valore delle libertà democratiche e sull'impegno collettivo per il bene comune".​

"L'omicidio di Franco Fortugno segna uno spartiacque per questo territorio, ovvero il risveglio di una coscienza nuova e di un nuovo impegno civile". E' quanto ha detto il Sottosegretario di Stato del ministero dell'Interno, Gianpiero Bocci.

"I delitti di mafia ha aggiunto - non sono solo fenomeni riconducibili alle organizzazioni criminali. Troppi silenzi e troppe complicita' hanno favorito l'espansione del crimine e del malaffare. L'esempio di Franco e' quello delle persone che hanno deciso di stare dalla parte dello Stato. Per troppo tempo donne e uomini hanno fatto finta di non vedere o hanno deciso di stare in mezzo. Oggi noi ribadiamo la necessita' di stare dalla parte giusta. Il pericolo piu' grande arriva proprio da chi decide di stare in mezzo alimentando quella zona grigia da cui trae forza la malapianta della criminalita' organizzata. E non potra' esserci mai investimento davvero efficace - ha concluso Bocci - se non ci sara' un risveglio culturale radicale rispetto a quanto abbiamo visto negli anni passati".

"La memoria e' un luogo fertile che non muore mai". E' quanto affermato dal sottosegretario di Stato del ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Vito De Filippo.

"La giornata di oggi e' estremamente importante in questa direzione, perche' indica una strada molto bella per queste comunita', fatta di esempio che in alcuni momenti e' addirittura piu' incombente di quando una persona e' in vita. Quelle comunita' che sanno conservare e accudire la memoria hanno davanti a loro un futuro straordinario. La scuola ha un ruolo centrale in questo progetto promosso dalla famiglia Fortugno e cio' e' estremamente significativo. E' la scuola, infatti, il luogo ideale per contrastare l'anticultura mafiosa fatta di silenzi e omerta', grazie alla parola, alla cultura e alla conoscenza. Gli stessi elementi - ha concluso De Filippo - che caratterizzano il percorso nato a Locri nel segno di Franco Fortugno".