Liberto contro l'ecomostro della variante ferroviaria di Cannitello

"Apprendo con stupore l'approvazione da parte del Consiglio comunale di Villa San Giovanni dello stralcio progettuale che riguarda il mascheramento della variante ferroviaria di Cannitello. Nel corso del mio mandato da Presidente del Consiglio, ho seguito con grande interesse tutti i passaggi propedeutici alla formulazione di un progetto che rendesse accettabile quell'opera da tutti ribattezzata eco-mostro e che ha fatto balzare Villa agli onori della cronaca nazionale per l'impatto ambientale di quel manufatto e naturalmente per la solita incompiuta alla meridionale. Nei diversi incontri sostenuti con RFI, nelle sedi reggine e romane abbiamo sempre ribadito con forza e determinazione che la nostra città meritasse un imponente progetto di riqualificazione di quell'area deturpata da un ammasso di cemento inutile, Villa meritava essere risarcita con opere di compensazione tali da poter fare dimenticare che quel mostro non doveva sorgere lì, lo abbiamo detto anche con toni duri e risoluti, fermi nella convinzione di essere lì a rappresentare i nostri concittadini e consci di dover lottare per il futuro dei nostri figli. Quegli incontri avevano prodotto un risultato importante, un progetto che soddisfaceva quasi tutte le nostre richieste e le nostre aspettative, rappresentava per noi uno di quei momenti che giustifica il sacrificio di fare l'amministratore. Quel progetto undici milioni di euro circa, fu approvato all'unanimità dal consiglio comunale il 27 Luglio dello scorso anno, portammo in sala un proiettore per illustrare ai presenti decine di immagini e di dettagli progettuali, naturalmente in diretta streaming per rendere partecipi anche i cittadini che non potevano essere presenti, nella massima trasparenza e con il massimo orgoglio per ciò che avevamo ottenuto. Oggi la nuova amministrazione approva un progetto ridimensionato nei contenuti e negli importi, solo sette milioni i fondi disponibili per variante e lungomare, lo approva in consiglio alle 12.00 del 24 luglio, con una sala semideserta e naturalmente senza telecamere, un progetto ridimensionato senza il parcheggio che era stato previsto per supportare la tesi del senso unico del lungomare, né il collegamento pedonale e ciclabile con la strada Nazionale, perché i soldi sono quelli, prendere o lasciare. L'unica nota positiva l'intervento del consigliere Salvatore Ciccone, rappresentante di Villa Riparte, che conscio del grave errore commesso in giunta, salva il salvabile chiedendo ed ottenendo una modifica alla delibera consiliare con cui si chiede ad RFI di realizzare comunque la progettazione completa in attesa che questa maggioranza provi a recepire nuovi fondi per la totale realizzazione del progetto, con la speranza che si arrivi per lo meno all'inizio dei lavori del lungomare per cui erano stati ottenuti due milioni da Falcomatà con i Patti per il Sud destinati all'allargamento verso mare ma di cui non esiste ancora una progettazione. Credo sia una cosa inaccettabile da parte della nostra città, credo che Villa meriti più di un prendere o lasciare da parte di RFI, del ministero o di chi che sia, sono convinta che ciò che il nostro territorio ha subito, a causa di quel mostro di cemento, vada ricompensato e meriti di più di un contentino di sette milioni che altro non sono che il residuo dell'importo iniziale dei lavori per la realizzazione della variante, quindi nessuno sforzo da parte di chi doveva realizzare delle opere compensative per ridare speranza e dignità alla nostra cittadina. Il mio vuole essere un invito ai nostri amministratori affinchè facciano ciò che avrebbero dovuto fare prima di portare in consiglio lo stralcio progettuale, ritornino a Roma a battere i pugni, come altri hanno fatto prima e impongano la linea che la città chiede, che provino a fare rispettare un territorio deturpato da un opera inutile e dannosa, chiedendo con forza e determinazione il giusto riconoscimento per il danno provocato all'ambiente ed allo sviluppo della nostra città, che sicuramente sarà al loro fianco in questa battaglia di civiltà. La provocazione che portammo allora al tavolo di RFI la ripropongo oggi, se non è possibile realizzare opere compensative di mitigazione ambientale possono tranquillamente demolirla e rimettere al proprio posto ciò che hanno deturpato, faccia questo l'amministrazione ed avrà tutti noi cittadini dalla propria parte, rammentino bene che essere amministratore non significa mediare tra i bisogni dei cittadini e il volere di qualsivoglia ente superiore ma bensì promotore e garante del benessere collettivo". Lo afferma in una nota la Dott.ssa Patrizia Liberto.

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