Il 27 maggio a Reggio Calabria convegno sulla ricerca biomedica indipendente

Le maggiori richieste assistenziali determinate dall'espansione della patologia cronico-degenerativa e dall'allungamento dell'aspettativa di vita e la crescente disponibilità di nuove tecnologie mediche stanno determinando un incremento dei costi sanitari. A fronte di ciò, la finanza pubblica fatica a mantenere il livello di finanziamento del sistema sanitario fino ad oggi assicurato generando una forte contrazione dell'offerta di servizi pubblici o l'imposizione di onerose richieste di compartecipazione che ricadono anche su settori di popolazione "fragile" che la nostra Costituzione si propone di tutelare.

L'efficacia del nostro Sistema Sanitario, fondato sui principi di universalità e solidarietà, risulta, già compromessa. L'arretramento dell'offerta pubblica determina, soprattutto al Sud, una costante crescita della spesa privata. E chi non riesce a sostenere i maggiori costi per la salute resta indietro: sono più di 11milioni gli Italiani che, secondo, una recente indagine del CENSIS, hanno rinunciato a curarsi per difficoltà economiche. E' una buona parte della classe media che in questi anni di crisi si è progressivamente impoverita, soprattutto anziani e giovani nati tra gli inizi degli anni 80 e il 2000 (millennials). La riduzione dell'aspettativa di vita registrata nel 2015 potrebbe essere la conseguenza dell'arretramento del sistema assistenziale pubblico e degli scarsi investimenti in prevenzione e salvaguardia della salute.

Questo dato sanitario si affianca a quello socio-economico che, secondo i più recenti aggiornamenti dell'ISTAT, registrerebbe un ulteriore incremento dei soggetti che vivono in condizioni di povertà assoluta (7.6% della popolazione) o che sono a rischio di povertà o esclusione (28.7% della popolazione). Le disuguaglianze di reddito, esasperate dalla mancanza di adeguati meccanismi di redistribuzione, insieme con il crescente divario territoriale degli investimenti pubblici in salute (la spesa sanitaria pro-capite è di 2255 € nella PA di Bolzano e solo di 1724 € in Calabria) si traducono in disuguaglianze di salute come attestato dal crescente divario di aspettativa di vita tra le Regioni del Sud e quelle più ricche del Centro-Nord Italia (l'aspettativa di vita è di 83,5 anni nella PA di Trento e di 80,5 anni in Campania).

L'Associazione Calabrese di Epatologia e la Fondazione per la Medicina Solidale, coerentemente con i propri impegni finalizzati a garantire il diritto alla salute, hanno organizzato, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Reggio Calabria, il IV° Convegno sulla Ricerca Biomedica Indipendente, dedicato a "Sostenibilità del Sistema Sanitario Pubblico e Constrasto delle Disuguaglianze di Salute.

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Economisti (Vincenzo Carrieri, Università di Salerno), epidemiologi (Stefano Vella, ISS e Presidente AIFA; Giuseppe Costa, Università di Torino), costituzionalisti (Carmela Salazar, Università Mediterranea di Reggio Calabria) e rappresentanti di istituzioni del SSN (Concetta Mirisola, INMP; Filippo Palumbo già Ministero della Salute) si confronteranno su questi temi anche per proporre soluzioni innovative che consentano di arrestare una deriva che rischia di far arretrare drammaticamente la condizione sanitaria del nostro Paese.