Crimini nella sanità, Articolo32Calabria: "Tante inchieste e pochi risultati, aumenta senso di smarrimento"

"La scrivente, Associazione apartitica e senza scopo di lucro che persegue, per statuto, scopi di divulgazione e sensibilizzazione sulle tematiche complessive del diritto alla salute costituzionalmente sancìto, registra con grande favore, e sensi di gratitudine nei Vs. confronti, l'attività messa in campo da codeste AA.G.G. in questi ultimi tempi, relativa ad indagini e procedimenti penali sul malaffare in ambito sanitario".
Lo scrive in una lettera aperta indirizzata ai Tribunali di Reggio e Locri il Presidente di Articolo32Calabria Angelo Rossino.

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"Immaginiamo, però, che quanto fin qui emerso dalle recenti inchieste, rappresenti solo la punta di un iceberg di un fenomeno del malaffare di dimensioni ben più ampie e che, a nostro sommesso parere, meriterebbe approfondimenti.
Il malaffare in sanità, è certamente tra i fenomeni più odiosi che possano accadere in una società, sintomatico del disprezzo assoluto del valore della vita umana ed avente come solo punto di riferimento il guadagno facile. Ciò è veramente inaccettabile, anche e soprattutto se questo accade in un'area geografica particolarmente depressa (la Locride) e che si trova ad occupare tristemente il I° posto in tutta Europa nelle classifiche di povertà, disoccupazione, fenomeno ndranghetista, il tutto accompagnato da patologie tumorali e simili, sempre più dilaganti.
La politica poi, come se tutto ciò non bastasse, non si fa mancare nulla: nei rapporti annuali dell'Istituto Superiore della Sanità, la Calabria è fanalino di coda nel (non)raggiungimento dei parametri ministeriali "LEA" – Livelli Essenziali di Assistenza.
A ciò si aggiunga la carenza di informazione istituzionale, mischiata ad iniziative private che il più delle volte ingenerano maggior senso di disorientamento: si chiude così il circolo vizioso che fa sprofondare la povera gente nell'incertezza, nello sconforto, nel disagio e, aspetto peggiore e più pericoloso di tutti, nell'indifferenza.
Sebbene infatti il lavoro di codeste AA.G.G. sia stato puntuale e attento, non può non balzare all'evidenza pubblica come i vari procedimenti intrapresi non abbiano poi di fatto portato a risultati fruttuosi e incisivi. Questo oltre a rappresentare un dispendio di pubbliche risorse, incrementa ancora di più quel generale sentimento di impunità che allontana in maniera ancora più decisa i cittadini dalle istituzioni.
Il guazzabuglio delle ex aziende sanitarie locali della provincia di Reggio Calabria, accorpate solo sulla carta, continua a produrre guasti ed illegalità, senza che ci sia la dovuta preoccupazione per inquinamenti probatori o rischi di reiterazione dei reati: direttori generali, commissari straordinari e funzionari colpiti da indagini giudiziarie non sono stati rimpiazzati.
Con ogni senso di sincera stima e con ogni sentito ringraziamento per quanto codesti Uffici stanno già portando avanti, per supplire anche alle manchevolezze cui sono deputati altri organi, si porgono ossequiosi saluti".