Rosarno (RC), scarcerati dal Tdl i fratelli Galluccio

Il tribunale della libertà di Reggio Calabria, pres. E relatore dott.ssa Drago, ha disposto l'immediata scarcerazione di Giacomo, Gaetano e Gianluca Galluccio.

I tre fratelli, residenti in Rosarno, assistititi dagli avv.ti Mario Santambrogio e Luca Agostino, erano stati tratti in arresto, lo scorso 11 marzo, nel corso di una operazione di polizia avviata dai carabinieri di Rosarno con il supporto dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Vibo Valentia.

Nel corso di una perquisizione a tappeto nelle impervie zone di campagna di Laureana di Borrello, le forze dell'ordine, frugando all'interno di casolari serventi una vasta zona coltivata ad agrumeto, avevano rinvenuto, ben occultati sotto una catasta di legna, un fucile a canne mozze con il calcio modificato ed un revolver cal. 9, entrambi con i colpi in canna e pronti all'uso; unitamente alle armi, i militari hanno pure sequestrato un considerevole numero di munizioni.

Una volta rintracciati i proprietari dell'immobile perquisito (appunto, i f.lli Galluccio) le forze dell'ordine, ritenendo che gli stessi non avessero fornito giustificazioni tali da poterli scagionare dall'illecita detenzione delle armi e delle munizioni, hanno proceduto al loro arresto che, in sede di convalida, è stato confermato dal giudice per le indagini preliminari di Palmi che ha emesso, peraltro, a loro carico, ordinanza di custodia cautelare.

Avverso l'ordinanza restrittiva, gli avv. Santambrogio ed Agostino hanno adito il competente Tribunale della libertà, innanzi al quale hanno contestato la legittimità dell'arresto dei loro assistiti evidenziando una palese violazione delle norme in materia di gravi indizi di colpevolezza.

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Invero, secondo i legali, non c'era alcuna possibilità di ravvisare alcun rapporto pertinenziale tra le armi ed i fratelli Galluccio, dal momento che il casolare all'interno del quale esse erano state occultate, si trovava su di un terreno che, benché di loro proprietà, non era recintato, versava in totale stato di abbandono ed i casolari ivi insistenti potevano essere aperti con un qualsiasi arnese di forma piatta.

I difensori, inoltre, facevano osservare che, trattandosi di soggetti incensurati e mai attenzionati da indagini pregresse, non c'era alcun motivo per ritenere sussistenti il pericolo di fuga, d'inquinamento probatorio o di reiterazione del reato.

Il Tribunale, recependo in pieno le osservazioni dei difensori, ha annullato l'ordinanza custodiale disponendo l'immediata rimessione in libertà di tutti e tre gli arrestati.