Reggio: condannato a 6 anni per armi il genero del boss Pasquale Libri

reggiocalabria cedir22aprdi Angela Panzera - Sei anni di carcere. È questa la condanna inferta dal gup distrettuale, Filippo Aragona, a Filippo Chirico, genero del boss Pasquale Libri. Chirico è stato riconosciuto colpevole della detenzione di un'arma, reato aggravato dall'agevolazione mafiosa. Una condanna durissima quella inferta dal gup Aragona che ha sposato in pieno l'impianto accusatorio sostenuto dal pm antimafia Walter Ignazitto. Chirico, difeso dall'avvocato Francesco Calabrese, fu arrestato nel luglio scorso dagli agenti della Squadra mobile della Questura reggina, diretta da Francesco Rattà, ed in particolare dalla sezione "reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione" diretta dal dirigente Giuseppe Giliberti (adesso in forza presso la Questura di Palermo ndr).

--banner--

Le accuse contestate all'imputato nascono dall'intimidazione subita dall'officina autorizzata della Fiat, "Giunta" ubicata in pieno centro, precisamente il via Bruno Buozzi. L'episodio risale al quattro luglio scorso quando l'officina era ancora aperta. Uno dei colpi ha centrato il parabrezza di un'autovettura "Hyundai", parcheggiata all'interno, al piano seminterrato di uno stabile al quale si accede da via Bruno Buozzi, a poche decine di metri da via XXV Luglio. Altri proiettili si sono conficcati nel muro. Nessuno, fortunatamente, rimase ferito. Sul posto intervennero subito le Volanti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e gli specialisti del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, le indagini poi passarono alla Dda guidata da Federico Cafiero De Raho e agli agenti della Squadra Mobile della Questura reggina, retta da Raffaele Grassi. Chirico fu fermato pochi giorni dopo, ossia il 18 luglio. Il 15 luglio invece, i Carabinieri diedero vita al blitz dell'inchiesta "Mammasantissima" dove in manette finirono l'ex sottosegretario Alberto Sarra, e i presunti capi della "cupola", ossia gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano. Il provvedimento riguardò anche l'ex senatore Antonio Caridi, il cui arresto si registrò poi nell'agosto scorso, dopo l'autorizzazione di Palazzo Madama. Il fermo di Chirico fu un provvedimento urgente, disposto dalla Dda, che si è inquadrato dopo che sono divenute pubbliche le intercettazioni dell'uomo contenute nell' inchiesta che però non vede Filippo Chirico né indagato né imputato. Tra le carte infatti, che hanno portato in carcere i vertici della cupola segreta della 'ndrangheta ci sono anche le conversazioni di Chirico che parlando con una donna svela l'influenza dei "segreti" nello scacchiere criminale cittadino.