Federconsumatori Calabria solidale alla Chiesa di Locri ed a Libera: “Insieme a Locri per sbarrare ogni via alle mafie”

Federconsumatori è vicina alla Chiesa locrese ed a Libera per il vile atto intimidatorio subito all'indomani della presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed alla vigilia della manifestazione del 21 marzo che vedrà confluire a Locri manifestanti da ogni luogo per praticare l'impegno contro le mafie che divorano e imprigionano energie, risorse e diritti.

Le scritte oltraggiose lasciate sulle mura di Locri, sono la prova dell'arroganza criminale esercitata nel territorio ma anche, la reazione scomposta alla sfida che rilancia la società civile, quella onesta e laboriosa, proprio a partire da quel territorio, per liberare la regione dagli effetti inquinanti dello strapotere mafioso e dalla corruzione. Quelle scritte indignano e offendono tutti. Non vanno ne sottovalutate ne taciute.
A quella arroganza ed ai poteri ad essa collegati, serve opporre non solo l'azione meritoria della Magistratura e delle forze dell'Ordine, ma innanzitutto, un grande, coerente e rinnovato impegno amministrativo e culturale che coinvolga tutti: istituzioni, politica, scuole, Università, soggetti sociali ed economici per sradicare interessi, affari, simpatie, connivenze, devianze, complicità e lobby su cui regge l'impalcatura criminale e massonica.

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Dalla capacità di affermare modelli efficaci, trasparenti e tracciabili di gestione della spesa pubblica, di bonificare pezzi vischiosi della sanità regionale, di spezzare le pratiche clientelari ed i nominifici in Enti e partecipate, di controllare il sistema degli appalti, di rilanciare sul ruolo delle Stazioni appaltanti e di dare efficacia ai Piani Aziendali Anticorruzione, si misureranno le volontà pubbliche nell'azione di contrasto all'economia criminale che deve far trovare ovunque vie sbarrate.

La Calabria nel suo tessuto sociale e nel sacrificio di tante vittime innocenti di 'ndrangheta trova importanti anticorpo. A questi si aggiungono quelli di quei familiari pentiti, fra cui tante donne coraggiose che hanno pagato con la vita lo strappo dalle famiglie originarie.

A questi anticorpi e non meno a quello di tanti migranti che hanno saputo ribellarsi allo sfruttamento del caporalato agricolo, serve affermare nuove ed efficaci politiche e pratiche di sviluppo nazionali, regionali e locali che individuino nel lavoro produttivo e tutelato, nel potenziamento di servizi di welfare inclusivo, nel contrasto alla povertà, nella tutela dell'ambiente, nel governo di processi economici-finanziari e nella tutela del mercato dei consumatori di beni e servizi da garantire con un "marchio di legalità" (prodotti agricoli, carni, pesce, ecc.), le fondamenta su cui costruire comunità e cittadini liberi dal bisogno e capaci di esercitare la cittadinanza frapponendosi ad ogni prevaricazione mafiosa.