Scritte sul Vescovado di Locri: le reazioni di condanna da tutta Italia

scrittevescovadolocri"Hanno scritto sui muri di una chiesa e di una scuola, cioè sui luoghi del presidio contro la violenza, l'arroganza e la malvagità. Così oggi la 'ndrangheta ha ferito la città di Locri dopo le parole durissime di ieri del Presidente Mattarella e di Don Ciotti. Ma lo Stato, la Chiesa e la Scuola non si fanno intimidire e non si arrendono. La nostra solidarietà va a Libera a e ai calabresi. Non li lasceremo soli: il lavoro e la sicurezza li porteranno buone leggi e buone pratiche". Lo dichiara Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd.

"Le scritte apparse sui muri dell'Arcivescovato di Locri rappresentano il tentativo evidente della 'ndrangheta, a poche ore dal duro discorso contro le mafie del presidente Mattarella, di ribadire la propria forza e il proprio radicamento in quel territorio". Lo afferma il capogruppo del Pd in Commissione parlamentare Antimafia, Franco Mirabelli. "Quelle scritte - prosegue Mirabelli - offendono lo stato e appaiono minacciose nei confronti di don Luigi Ciotti e dello stesso vescovo di Locri che proprio ieri ha denunciato il tentativo delle mafie di utilizzare le manifestazioni religiose per affermare il proprio controllo. Una iniziativa così esplicita e così diretta da parte della 'ndrangheta merita una risposta forte da parte dello Stato e di tutta la società civile. A don Ciotti e al vescovo di Locri non facciamo mancare vicinanza e solidarietà". 

"Esprimiamo indignazione per quanto accaduto a Locri e piena solidarietà a Don Luigi Ciotti e a Monsignor Francesco Oliva. Condanniamo quelle parole intimidatorie e come previsto domani, Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, saremo alla manifestazione nazionale di Libera e Avviso Pubblico per ribadire ancora una volta che la nostra battaglia continua e che l'unica strada per avere 'più lavoro' è quella della legalità e dei diritti". Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra commenta le scritte comparse questa mattina sul muro della sede del Vescovado di Locri.

"Non sono la 'ndrangheta, lo sfruttamento, la violenza, la corruzione e il malaffare - prosegue Massafra - a poter dare risposte ad un territorio come la Calabria. Sono necessarie invece cultura della legalità, sviluppo, buona occupazione e pieni diritti. Ed è necessario impegno per sconfiggere una piaga che ormai attraversa tutto il Paese. Un impegno - sottolinea il segretario confederale - che la Cgil mette in campo ogni giorno e che continuerà e si allargherà ancor di più dopo intimidazioni come quella di oggi".

"Per questo - conclude - domani saremo insieme a Libera e Avviso pubblico, alla società civile e ai cittadini che condividono con noi il cammino contro la criminalità organizzata e per ricordare le vittime innocenti delle mafie".

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"Le nuove minacce a Don Ciotti - scrive il coordinatore dei Centristi per l'Europa, Gianpiero D'Alia - confermano quanto sia stato forte e importante il messaggio di legalita' che il Presidente Mattarella ha lanciato ieri a Locri al fianco dei familiari delle vittime e dell'associazione Libera. Passa anche da giornate come queste, non rituali - aggiunge - ma di grande portata educativa, una lotta alla mafia efficace, nella quale il lavoro straordinario di magistrati e forze dell'ordine sia accompagnato da un lavoro culturale che deve riguardare cittadini, politica e mondo imprenditoriale con lo stesso grado di intensita'. A Don Ciotti - conclude - rinnoviamo la nostra affettuosa vicinanza e solidarieta'".

Dal Lazio intervengono i segretari generali della Cgil Roma e Lazio, Michele Azzola, della Cisl Roma Capitale e Rieti, Paolo Terrinoni e della UIL di Roma e del Lazio, Alberto Civica.

"Un giorno non basta sicuramente per sconfiggere le mafie, ne siamo consapevoli. Ma questo giorno, della Memoria e dell'impegno contro tutte le Mafie, e' divenuto oramai un simbolo. Il simbolo di un Paese che lotta contro i soprusi e gli affari delle mafie, che reagisce alla corruzione e alla collusione. E' un giorno in cui in ogni citta' d'Italia il ricordo dei nomi delle vittime innocenti, diventa un monito per non abbassare la guardia, per contrastare ogni tipo di mafia, sempre e comunque. Per far si' - ci si augura almeno - che ogni giorno sia quello giusto per manifestare il proprio dissenso, contrastare apertamente e lottare contro le mafie. Quest'anno, mentre le nostre delegazioni nazionali saranno al fianco di Libera a Locri, in Calabria, noi sfileremo a Ostia, primo municipio della Capitale sciolto per mafia".

Sempre dal Pd arriva la dichiarazione di Simone Valiante.

La risposta della ndrangheta non si è fatta attendere. Le scritte apparse al Vescovado di Locri dopo l'iniziativa del Capo dello Stato sono la prova che il messaggio di legalità ed i veri esempi di giustizia sono più forti delle mafie e che l'autorevolezza e la integrità morale del nostro Capo dello Stato in un Paese nel quale ormai la politica spesso si alimenta di contraddizioni e cattivi esempi, sono ora più che mai il vero baluardo della democrazia e dei principi costituzionali del nostro Paese. Il Mezzogiorno stesso è il più grande fenomeno alla criminalità, che si materializza anche con il lavoro quotidiano di persone come Giuseppe Antoci e Benedetto Zoccola e tante altre piccole e coraggiose sentinelle di legalità e di buon governo".

"E' la mafia, non certo gli sbirri, a togliere il lavoro e ad impedire lo sviluppo del Mezzogiorno. Chi pensa di usare la parola sbirro in modo dispregiativo sappia che per chi e' impegnato nell'antimafia questo termine ha un'accezione positiva. A don Ciotti e a quanti sul territorio lavorano quotidianamente contro le mafie, attirando piu' strali che consenso, va il mio pieno sostegno". Lo afferma in una nota il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando le scritte apparse stamani sui muri dell'arcivescovado di Locri, all'indomani della visita del Presidente Mattarella. "Il giorno della memoria - aggiunge - e' un percorso progettuale che dura da anni e che mette in discussione anche l'egemonia culturale delle mafie. Le scritte dimostrano che questo lavoro da' molto fastidio alle cosche. Bisogna andare avanti seguendo il monito del Presidente della Repubblica, che ha chiamato tutto il Paese e le istituzioni all'impegno. Per farlo - conclude - e' indispensabile che le istituzioni in particolare facciano leva sul lavoro e sui diritti sociali".

"Lotta alla mafia sia impegno forte e costante. Siamo al fianco di don Luigi Ciotti e delle famiglie delle vittime". Lo scrive la sindaca di Roma Virginia Raggi sul suo profilo Twitter.

"Come i cani pisciano contro gli alberi per marcare il territorio, cosi' i mafiosi e i loro simpatizzanti imbrattano i muri della citta' di Locri offendendo Mattarella, Don Ciotti, il Vescovo e tutti gli italiani onesti. Non ci sono giustificazioni per simili atti. Massima solidarieta' a tutti coloro che sono stati oltraggiati da queste scritte vili e ingiuriose. Ma Locri e' abitata da una maggioranza di uomini e donne per bene che ha deciso da tempo di non abbassare piu' la testa. Piuttosto resta principale compito dello Stato quello di assicurare gli strumenti necessari tanto al contrasto criminale quanto al riscatto sociale a cominciare da scuole sicure, belle e con insegnanti tenuti nella giusta considerazione". Lo afferma in una nota Davide Mattiello, parlamentare del Pd e sostenitore della mozione Orlando.

Così come quella dello "sceriffo" Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia e candidato alla segreteria del Pd.

"Mi e' capitato spesso di essere chiamato 'sbirro' nella mia vita di magistrato e so bene che si tratta della peggiore offesa che un mafioso puo' fare al suo avversario. E don Luigi Ciotti e' uno dei pochissimi veri avversari 'politici' delle mafie italiane avendo organizzato la piu' vasta rete di antimafia sociale del mondo, coinvolgendo migliaia di associazioni e di comuni italiani, continuando a ricordare adeguatamente non solo i nomi e le storie delle vittime, ma anche i nomi e le malefatte dei mafiosi e dei loro fiancheggiatori".

Continua ancora Emiliano: "Libera e don Ciotti negli ultimi 25 anni hanno suggerito e stimolato continue e puntuali modifiche legislative che hanno reso sempre piu' efficace il contrasto di questi fenomeni. Ma don Luigi e' anche rimasto l'unico soggetto diverso dalle forze dell'ordine e dalla magistratura a parlare con credibilita' e coerenza di lotta alla mafia - prosegue -. Ecco perche' sono vicino ed immedesimato con don Luigi Ciotti che evidentemente e' rimasto troppo solo in questo paese nel silenzio assordante della politica che ha pudore di occuparsi della criminalita' organizzata considerandolo argomento incompatibile con la cultura del nulla che sembra essersi impadronita delle forze politiche. E dunque oggi l'insulto di 'sbirro' rivolto a don Luigi ce lo carichiamo tutti. Spiegando agli italiani che non lo lasceremo piu' solo e che 'sbirro' per noi non e' neanche una brutta parola tanto che ci trasformeremo in 'sbirri' della legalita' e dell'antimafia al fianco di tutti coloro che non meritano di essere abbandonati come gia' accaduto a tante meravigliose persone che dopo la solitudine hanno dovuto accettare anche il martirio come prezzo del dovere compiuto. Deve finire oggi il silenzio che delega sempre agli altri cio' che in realta' e' compito di tutti".

Nella discussione interviene anche il Movimento 5 Stelle: "Esprimiamo piena solidarietà a don Luigi Ciotti e al vescovo di Locri per le scritte intimidatorie apparse questa mattina. Lo Stato deve essere sempre più presente in questi territori dove la 'ndrangheta è un flagello". Lo affermano i capigruppo M5s Vincenzo Caso e Michela Montevecchi e i parlamentari 5stelle in commissione Antimafia. "Questo perché - aggiungono - non è vero che la criminalità organizzata dà lavoro, al contrario toglie il lavoro ai cittadini onesti, impoverendo tutto ciò che tocca. Le mafie arricchiscono le tasche di pochi, creando miseria. Chi combatte la criminalità apre uno squarcio e permette di rendere più ricchi quei luoghi che riescono a ribellarsi al giogo mafioso".

"Queste vili minacce non ti scalfiranno, ma ti renderanno piu' forte. I frati del Sacro Convento di Assisi ti sono accanto e ti sostengono nella tua battaglia quotidiana per la giustizia e la legalita'". Cosi' padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, nell'esprimere solidarieta' a don Luigi Ciotti.

 "Questi vili messaggi sono una sfida allo Stato, alle istituzioni democratiche e dimostrano quanto la 'ndrangheta sia ancora forte in alcune zone del nostro Paese. Ma sono anche la dimostrazione di quanto le mafie hanno paura di una società libera, solidale, in cui prevalgono la legalità e la giustizia. Utilizzare un tema molto delicato e sensibile come il lavoro e la disoccupazione per infangare un nome e un'associazione, che da oltre vent'anni organizza, insieme ad Avviso Pubblico, una giornata nazionale per ricordare chi è stato strappato alla vita dalla violenza mafiosa e che quotidianamente lavora per costruire un'Italia libera dalle mafie, dalla corruzione e dal malaffare, è un segnale di forte preoccupazione, di fastidio, di paura".Queste, invece, le parole del Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà. 

Poche, importanti, righe di solidarietà anche dal Coordinamento Riferimenti che - si legge in una nota - "si unisce a Libera esprimendo gratitudine e solidarieta'a Don Luigi Ciotti.per gli insulti vigliacchi rivti alla sua persona".

Nella discussione interviene anche lo scrittore Roberto Saviano, che da anni scrive sulla camorra.

"Piu' lavoro meno sbirri' e' la truffa su cui la 'ndrangheta fonda il suo consenso. Vicinanza a Libera e a don Ciotti" afferma Saviano su Twitter.

"A don Luigi Ciotti e al vescovo di Locri monsignor Francesco Oliva va la mia solidarieta' per l'ignobile attacco subito oggi con le scritte comparse su vari muri di Locri. Gesti vili, compiuti da chi nasconde dietro l'anonimato la pochezza e la volgarita' delle proprie azioni". Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti "Si cerca di contrastare la voglia di cambiamento, di costruire senso civico e partecipazione per un futuro piu' degno per tutti. Ma non daremo loro la possibilita' di farlo", sottolinea. "Colgo l'occasione - aggiunge - per rivolgere la mia vicinanza e la mia adesione a Libera e Avviso pubblico che, per domani, promuovono a Locri e in altre 4000 localita' la XXII giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La battaglia per la legalita' ha bisogno di buone leggi, di un impegno senza tregua della magistratura e delle forze dell'ordine, ma anche di un profondo e costante lavoro sul piano culturale, educativo, simbolico. Il nostro no agli imbrattatori di Locri e' la risposta di chi le mafie vuole spazzarle via e crede nel lavoro che nasce nell'economia legale e solidale", conclude.

"Siamo rimasti molto male. Vogliamo capire meglio cosa sta accadendo". A dirlo un gruppo di studenti di Sondrio, a Locri per partecipare alla 22/ma Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime innocenti delle mafie. I ragazzi, insieme al docente, sono andati a vedere la scritta lasciata nella notte sul Centro di aggregazione giovanile. Al suo posto hanno trovato il cartello dell'Amministrazione in reazione al gesto con la scritta "Siamo tutti orgogliosamente Sbirri". "Ci ha fatto male - hanno detto i ragazzi - l'attacco a don Ciotti. Non dobbiamo lasciarci schiacciare, è un motivo in più per combattere le mafie. Siamo a Locri perchè crediamo sia l'unico modo per farci sentire vicini agli abitanti che lottano ogni giorno".

"La presenza a Locri del Presidente Mattarella è stata un segnale forte e inequivocabile. Ora tutte le forze politiche democratiche e tutte le componenti sociali devono intensificare la propria iniziativa concreta e credibile contro le mafie e contro ogni comportamento che le favorisca, direttamente o indirettamente. Esprimiamo a don Luigi Ciotti e a tutto il movimento di Libera il nostro sostengo e la nostra vicinanza affettuosa e sincera". Lo dichiara l'On. Lorenzo Dellai, Presidente del gruppo parlamentare 'Democrazia Solidale-Centro Democratico' alla Camera.

"Non bisogna abbassare la guardia contro la mafia ed ogni forma di criminalita' perche' non c'e' sviluppo senza sicurezza e legalita'. Per questo domani a Locri ed in tante altre localita' italiane in occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie, la Cisl sara' a fianco di Libera e delle altre associazioni, alle scuole, ai cittadini ed ai familiari delle vittime delle mafie, creando in tutto il Paese un ideale filo di memoria e di speranza per un futuro di giustizia e di sviluppo". E' quanto sottolinea la Cisl in una nota in cui esprime solidarieta' a Don Ciotti, al Vescovo di Locri ed alle forze dell'ordine, condannando le scritte ingiuriose comparse sul muro della sede del Vescovado di Locri. "La legalita'- continua il sindacato di via Po- e' il primo fattore essenziale per avere piu' investimenti e piu' lavoro in Calabria ed in tutte le regioni del Mezzogiorno. Per questo bisogna respingere ogni forma di intimidazione come quella apparsa sui muri di Locri con un impegno comune delle istituzioni, della magistratura, delle forze dell'ordine, della societa' civile e del mondo del lavoro. La lotta contro le mafie ci deve vedere tutti uniti, come ci ha ricordato ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una battaglia comune ed a viso aperto in nome delle tante vittime innocenti delle mafie", chiude.

"Lo dico con forza: mettetevi l'anima in pace, il pensiero e l'azione di Don Ciotti non si possono estorcere". Così il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, senatore Antonio Gentile commenta le scritte apparse oggi contro Don Ciotti. "Da sempre Don Ciotti e la sua associazione rappresentano un baluardo contro la criminalità organizzata, il punto di riferimento di quei tanti calabresi onesti, che come me non hanno alcuna intenzione di arrendersi di fronte a chi tenta di infangare un'intera Regione. Tutta la Calabria che lavora, quella che onestamente in Italia e nel mondo porta in alto la nostra terra non può che essere offesa e sentirsi umiliata da chi con viltà ha lasciato scritte ingiuriose. A Don Ciotti ed a quanti insieme a lui lavorano quotidianamente per dare corpo alla sua opera, giunga la mia vicinanza e solidarietà, unita però alla certezza che tutto ciò servirà soltanto a rafforzare in lui la determinazione e l'impegno per la sua missione" conclude il sottosegretario Gentile