Scritte sul Vescovado di Locri, lo sgomento di Arturo Bova

«Il rinvenimento delle ignobili scritte sui muri del Vescovado di Locri, non solo lascia sgomenti, ma è purtroppo la conferma di quanto la sottocultura mafiosa sia pervasiva e presente nella nostra società.

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Messaggi inquietanti e abbietti come quelli lasciati nottetempo da qualche balordo, però, non possono in alcun modo scalfire il valore assoluto degli eventi positivi di questi giorni e sono convinto, ancora di più, che la presenza della società sana e perbene alla marcia di martedì, sarà ancora più forte e compatta». Sono le parole del presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, dopo aver appreso della grave intimidazione contro don Luigi Ciotti a Locri.

La visita a Locri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le parole di mons. Galantino - dice ancora il presidente Bova - siano le pietre miliari su cui costruire una lotta sociale alla 'ndrangheta. Aver ascoltato dal vivo le parole di Mattarella, aver potuto quindi percepirne il sentimento con cui il Capo dello Stato le ha pronunciate, è stata un'esperienza che mi ha segnato in maniera particolare. A dare conforto alle famiglie delle vittime della mafia non è stato un politico, non è stato solo il Presidente della Repubblica, ma è stato un uomo a cui la mafia ha portato via un fratello". "Faccio quindi mie - aggiunge Bova - le parole di Mattarella: 'La lotta alla mafia è una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria effettiva libertà. Si tratta di una necessità fondamentale per chi tiene, insieme alla libertà, alla serenità personale e familiare; per chi vuole misurarsi con le proprie forze e le proprie capacità, senza padroni né padrini"'. E nel mio personalissimo pantheon ispiratore nel lavoro quotidiano contro la 'ndrangheta non posso non inserire anche le parole di Mons. Galantino con il suo forte richiamo 'alla responsabilità per quanti amministrano a diversi livelli la cosa pubblica, che incontrando queste persone devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare. Deve avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto'". "Chiesa e Stato, nel fine settimana che si è appena concluso - conclude il presidente Bova - hanno saputo tracciare una linea netta, anzi una rotta che tutti noi cittadini, e soprattutto noi politici e amministratori, dobbiamo avere la forza di seguire. Un impegno che già il 21 marzo, sempre a Locri, potrà trovare concreta applicazione con la manifestazione indetta da Libera e da Avviso Pubblico, alla quale mi auguro ci sia una partecipazione straordinaria da parte di politici, amministratori e cittadini, tutti insieme per ribadire un forte 'no' alla 'ndrangheta".