Reggio, Sbarra (Fai Cisl): "Dare certezze a lavoratori agroalimentari ambientali"

"Chiediamo all'Esecutivo Gentiloni, al Parlamento, ai partiti di maggioranza di vecchio e nuovo conio, atti concreti per condurre in porto riforme indispensabili e urgenti per i lavoratori dell'agricoltura, dell'industria alimentare, della pesca e dei comparti idraulico-forestali. Polemiche e litigi lascino spazio alla responsabilità". Analogo impegno e responsabilità "va rivolto ai poteri regionali e locali affinché utilizzino in modo produttivo, qualificato, concertato le tante risorse finanziarie nazionali e di provenienza europea per consentire un pieno rilancio del settore primario e per le politiche di riordino del comparto forestale".
Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Fai, il sindacato agroalimentare-ambientale della Cisl, chiudendo a Reggio Calabria il congresso della federazione territoriale.
"Il sindacato - ha aggiunto Sbarra - ha dimostrato in questi tempi da saper fare il suo mestiere, ora la politica deve fare lo stesso. I nuovi contratti dell'artigianato alimentare, degli impiegati agricoli e della cooperazione pesca, firmati la scorsa settimana, sono un passo avanti formidabile che interessa più di 160mila lavoratori e va a comporre quasi interamente l'articolato panorama dei rinnovi di nostra competenza. Questo vuol dire che le parti sociali ci sono, sono vive e vitali, e rappresentano un perno centrale dello sviluppo del Paese, specialmente nella fase di incertezza istituzionale come quella attuale". L'auspicio è che " gli attori della politica rafforzino le ragioni di una collaborazione su obiettivi strategici e accelerino sugli urgenti dossier che riguardano i lavoratori dei nostri settori".

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Va in questo senso la "piena attuazione della nuova legge contro il caporalato, con l'attivazione della di Rete agricola e Cabina di regia sui territori", ma anche "una partita sulle pensioni che deve portare all'inclusione dei lavoratori agricoli, alimentari e della pesca nei meccanismi dell'Ape Social, oltre che riconoscere la natura gravosa di questi impieghi e assicurare la tutela di migliaia di esodati agricoli". Lo stesso vale per industria 4.0, "le cui potenzialità vanno governate in un contesto partecipato", e per il comparto forestale, con la "necessità di realizzare una Direzione in seno al Mipaaf e di dare forma a un piano di riordino del comparto che valorizzi il lavoro ben professionalizzato e retribuito".