Scissione Pd, Manoccio: "Distrutto sogno di intere generazioni"

"Ci sono giorni che ti cambiano la vita,ci sono occasioni che ti coinvolgono , esaltandoti o deprimendoti. Non riesco ancora a capire il mio stato d'animo dopo l'assemblea del Pd di ieri a Roma,e come se in me stesse albergando la sindrome della sconfitta,resa ancora più grave dal fatto di non aver combattuto una battaglia". Lo scrive Giovanni Manoccio, Componente Assemblea Nazionale PD.

"C'era tanta autocelebrazione ieri a Roma ,tanti personaggi che erano li solo per garantire le proprie rendite di posizioni, mentre fuori,nel paese e nel mondo alberga la disperazione e la rassegnazione di un mondo ingiusto e per niente generoso.

Non sono bastate le analisi perfette di Veltroni,la passione della Bellanova,la razionalità di Fassino a far ricredere i tanti "compagni di viaggio" che il momento è difficile e che il nostro popolo non può sopportare un ulteriore fuoriuscita o scissione,ne va dei nostri rapporti sia politici che personali".

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"Altre volte le nostre storie le nostre passioni sono state calpestate in nome di "quote di eletti" o di "collegi sicuri", perché nelle scissioni perde sempre il popolo e ne giovano sempre i soliti eletti,perdono i cittadini che sperano in politiche riformiste e in un approccio sociale della politica,vincono le prebende e le rendite personali,purtroppo tante volte ho visto questo scenario però oggi mi sento di poter alzare la mia voce e di affermare che siete dei cinici e che la sofferenza non alberga nelle vostre stanze.

Cosa diranno i nostri figli e, cosa diranno i tanti giovani in cerca di lavoro,i tanti ragazzi impegnati nel volontariato le tante persone dei gazebo i tanti democratici nati e cresciuti nelle tantissime sezioni e nei circoli dei nostri partiti, è indubbio che saranno arrabbiati per una scissione che non capiscono , che non comprendono e che si consuma proprio nel momento peggiore di un mondo alle prese con il Trumpismo,il Lepenismo ,il Grillinismo ovvero un mondo in decadenza etica e morale.

Come si può giustificare che il più grande partito riformista dell' Europa possa essere liquidato in una normale domenica precedente il "Carnevale",da dirigenti che hanno venduto l'anima al diavolo e che hanno fatto prevalere gli odi personali allo spirito di comunità.

La storia non ci assolverà perché abbiamo distrutto il sogno di intere generazioni, di ragazzi compagni hanno combattuto contro la deriva Berlusconiana,poi quella normalizzatrice dei poteri economici,e che hanno cercato di costruire un alternativa politico-sociale in grado di rendere meno cruenta una globalizzazione fatta solo da poteri finanziari e subita dalla gente che è diventata sempre più povera. Anche questo è stato deciso Ieri a Roma,e come se avessimo dato la vittoria ai Grillo ai Salvini e ai Brunetta e come se avessimo paura di fare un autocritica che consentisse di aprire una nuova discussione che salvaguardasse la nostra gente, abbiamo abdicato alla guida futura del paese parlando non di contenuti ma di prese di posizioni, di congresso si o no, di settimane di mesi e di tutto un corollario di parole che inevitabilmente ci ha portato alla situazione che tutti ora tristemente conosciamo.

Credo che stiamo continuando a portare la macchina a sbattere definitivamente,senza chiedere scusa ai tanti che nelle varie periferie d'Italia questa macchina con sacrificio e con passione avevano costruito. Della scissione silenziosa dei cittadini qualcuno ha il coraggio di parlarne?".