"Alba di Scilla": condanne definitive per le cosche Nasone-Gaietti

scilla 500di Angela Panzera - Condanne definitive per le cosche di Scilla. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha rigettato tutti i ricorsi avanzati dagli imputati condannati dalla Corte d'Appello reggina, nel luglio del 2015. Fatta eccezione per Virgilio Giuseppe Nasone, difeso dall'avvocato Giulia Dieni, per cui la condanna è stata annullata con rinvio ad un'altra sezione dellaCorte d'Appello reggina, sia sul fronte delle condanne che su quello delle assoluzioni la decisone della Suprema Corte coincide in toto con quella emessa dal collegio presieduto da Iside Russo. Il processo "Alba di Scilla", scaturito dall'operazione che - nel maggio del 2012 - fu eseguita dai carabinieri nei confronti di presunti appartenenti alla cosca "Nasone-Gaietti" di Scilla, vedeva gli imputati indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall'aver favorito un sodalizio mafioso.Riformando la sentenza del gup Massimo Minniti, emessa il 9 ottobre 2013, i giudici di secondo grado hanno assolto da ogni accusa Annunziatina Fulco, Matteo Gaietti, Antonino Nasone, Domenico Nasone cl. 83, Domenico Nasone cl. 69, Gioia Virgilia Grazia Nasone, Rocco Nasone.

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La Corte ha poi rideterminato le pene per gli altri imputati, confermando nel resto la sentenza di primo grado: Francesco Alampi: 5 anni e 4 mesi di reclusione e 4 mila euro di multa, Arturo Burzomato 10 anni e 4 mesi, Carmelo Calabrese: 11 anni e 4 mila euro di multa, Giuseppe Fulco: 8 anni, Francesco Nasone: 16 anni e 6 mila euro di multa, Virgilio Giuseppe Nasone: 8 anni ( annullato con rinvio dalla Cassazione, Giuseppe Piccolo: 5 anni e 4 mesi e 4 mila euro di multa, Pietro Puntorieri: 9 anni e 6 mesi, Francesco Spanò: 5 anni e 4 mesi e 4 mila euro di multa; revocata poi la condanna di Maria Benedetto al risarcimento danni in favore delle parti civili. Adesso tutte queste condanne sono definitive. Anche le assoluzioni lo sono poiché la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso avanzato dalla procura generale reggina. Le indagini hanno consentito quindi di confermare "l'esistenza a Scilla di un'associazione mafiosa denominata cosca Nasone-Gaietti costituita ed organizzata al fine di assumere il controllo sul territorio del comune di Scilla delle attività economiche, degli appalti pubblici e privati a mezzo estorsioni, intimidazioni sugli imprenditori, avvalendosi per dette finalità della forza e dell'intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento che ne deriva". Le investigazioni furono avviate nel giugno del 2011 a seguito dell'arresto per estorsione di Giuseppe Fulco. I pm impegnati nel processp furono Annamaria Frustaci e Rosario Ferracane, adesso rispettivamente in forza alla Procura di Catanzaro e a quella di Monza. Adesso la Cassazione dà ragione alla Dda reggina: a Scilla comandano i Nasone-Gaietti.