ConDivisa, Caso Cucchi: "No a processi mediatici per delegittimare l’Arma dei Carabinieri"

conDivisa"La presunzione di innocenza, principio cardine del nostro ordinamento, non viene mai riconosciuta a coloro che indossano una divisa, assistiamo da anni al processo mediatico sul caso, celebrato nei talk show e sui social, che prima vedeva colpevoli, senza ombra di dubbio i Poliziotti Penitenziari, assolti dalla Giustizia ma mai dalla "rete", mentre adesso ha già decretato la condanna dei Carabinieri. Una costante pressione che espone i carabinieri coinvolti e le proprie famiglie, a gravissimi rischi e ritorsioni, dichiara in una nota Lia Staropoli, Presidente di "ConDivisa", l'Associazione che si impegna da anni, gratuitamente, a contrastare la mentalità mafiosa nelle roccaforti della criminalità organizzata, accanto agli uomini e alle donne delle Forze dell'Ordine. <<Esprimiamo ancora una volta, continua la nota, il nostro assoluto rispetto per il dolore della famiglia Cucchi, che ha il sacrosanto diritto di conoscere la verità sulla morte del proprio congiunto. Suscitano in tutti noi, infinito dispiacere e turbamento le foto post mortem diffuse, del povero ragazzo, dal corpo esile, segnato da una vita di sofferenze e confidiamo pienamente nell'operato della Magistratura e degli Investigatori. Tuttavia respingiamo con forza, tutti i feroci insulti rivolti via web ai Carabinieri coinvolti, fino ad ora completamente innocenti, che hanno speso la propria esistenza per l'Arma dei Carabinieri, per compiere il proprio dovere e per difendere tutti i cittadini, la verità la si può accertare solo in un'aula di Tribunale".

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