Estorsioni a imprenditore Inzitari, condanne definitive sulla cosca Crea

inzitari pasquale500di Angela Panzera - Definitive le condanne per la cosca Crea. Lo ha deciso ieri la Cassazione che ha confermato quanto deciso dalla Corte d'Appello reggina presieduta da Tommasina Cutroneo. Toro Crea e i suoi figli hanno quindi richiesto denaro, a titolo estorsivo, a Pasquale Inzitari e ai suoi soci. Da ieri quindi le condanne sono andate definitive ed in particolare sono stati confermati 8 anni di carcere a Teodoro Crea, 7 anni a Giuseppe e Domenico Crea. Il sostituto procuratore generale presso la Cassazione aveva chiesto al Collegio l'annullamento, con rinvio ad un'altra sezione della Corte d'Appello reggina, della condanna per Teodoro Crea limitatamente al trattamento sanzionatorio, reputato dall'accusa troppo "duro". La Cassazione ha però respinto sia quanto chiesto dal pg che dal collegio dei difensori composto da Nico D'Ascola, Francesco Albanese e Francesco Siclari per Teodoro Crea, Lorenzo Gatto per Giuseppe Crea e D'Ascola e Rampioni per Domenico Crea.


«La totale carenza di giustificazione della pretesa avanzata dai Crea rende evidente la sussistenza in capo ai ciascuno dei tre imputati della consapevolezza della natura illecita ed estorsiva della stessa». Così scrivevano i giudici di secondo grado nelle motivazioni della sentenza a carico dei tre imputati. Per la Corte d'Appello di Reggio Calabria, e adesso anche per la Suprema Corte, non c'erano dubbi: Pasquale Inzitari e soci hanno subito un'estorsione da parte della cosca di Rizziconi. I tre sono stati riconosciuti colpevoli del tentativo estorsivo perpetrato ai soci della "Devin spa", la società che ha realizzato il grande centro commerciale "Porto degli Ulivi". L'indagine, messa in piedi dal pm antimafia Roberto Di Palma, ha accertato la tentata estorsione perpetrata nello specifico a Pasquale Inzitari, l'ex politico dell'Udc finito in manette negli anni scorsi, Rosario Vasta e Ferdinando De Marte. L'ex politico-imprenditore fu arrestato il 6 maggio 2008 nell'operazione "Saline", poiché ritenuto legato prima alla cosca Crea e poi a quella dei Mammoliti-Rugolo. Dalle indagini è emerso che Inzitari svolse un ruolo di imprenditore di riferimento per le cosche, in particolare nella costruzione del centro commerciale "Porto degli Ulivi", realizzato dalla società "Devin" di cui Inzitari era il dominus. Per l'accusa, l'affare costituiva il frutto di un vorticoso intreccio di interessi di tipo politico-imprenditoriale-mafioso. L'imprenditore avrebbe stretto un accordo con i Crea per l'acquisto dei terreni a cui faceva seguito il cambio di destinazione d'uso grazie ad una delibera ad hoc fatta approvare da Inzitari dal consiglio comunale di Rizziconi. Laproprietà dei terreni è poi passata a lui, attraverso la "Devin", che dopo la costruzione ha ceduto il centro alla "Credit Suisse".

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In seguito al deterioramento dei rapporti con la cosca Crea, culminati con l'arresto di molti soggetti fra cui questi tre imputati, Inzitari si sarebbe appoggiato ad un'altra cosca capace di opporsi alle eventuali azioni ritorsive. Ciò, per l'accusa, è testimoniato dall'ingresso nella "Devin", sia pure in forma occulta, di Antonino Princi, cognato di Inzitari, e ritenuto esponente della cosca Mammoliti-Rugolo di cui curava gli interessi nel settore economico-finanziario. Princi è morto nel maggio 2008 in seguito alle ferite riportate in un attentato di stampo mafioso avvenuto il 26 aprile del 2008 quando è stata fatta esplodere una bomba sotto la sua auto. « Davvero nessun dubbio ricorre d'altro canto, scrivono i giudici, in ordine al fatto che la condotta delittuosa sia stata posta essere da tutti e tre gli imputati. « Inzitari ha detto e ribadito che Giuseppe Crea aveva avanzato le richieste di denaro anche, espressamente, a nome del padre Teodoro Crea, ed ha rievocato gli incontri tenuti con Domenico Crea per trattare del pagamento. Allo stesso modo, Vasta ha affermato con perentorietà che il denaro veniva richiesto da Giuseppe e Domenico Crea anche per conto di Teodoro».