Migranti, il vescovo Oliva: "Grave peccato non difendere i bambini"

OlivavescovoLocri500"Accogliamo i bambini, in particolari quelli provenienti da altre nazioni, come il volto 'vulnerabile e senza voce' della nostra società. Di essi dobbiamo prenderci cura, perché - come leggiamo nel Messaggio per questa Giornata Mondiale - 'sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d'origine e separati dagli affetti familiari'". E' quanto afferma mons. Francesco Oliva, vescovo della diocesi di Locri-Gerace in un messaggio in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che nella diocesi si è svolta a Benestare. "E' grave peccato contro l'umanità - prosegue il presule - fare violenza e non difendere i bambini. Oggi è impossibile far finta di non vedere. Come può quel senso di umanità che è in ciascuno sopportare che tanti bambini vengano istruiti sin da piccoli all'uso delle armi o usati come scudi umani o venduti, sfruttati o abbandonati a se stessi? Come è possibile non ribellarsi di fronte ad un perverso sistema che consente di avviare tante bambine e tanti bambini alla prostituzione o di coinvolgerli nel giro della pornografia, di renderli schiavi del lavoro minorile o arruolarli come soldati, di spingerli nei traffici di droga e in altre forme di delinquenza, di forzarli alla fuga da conflitti e da persecuzioni? Com'è possibile accettare 'aberranti piaghe', come il traffico di bambini, lo sfruttamento e l'abuso di minori, privati dei diritti inerenti alla fanciullezza?". "Purtroppo l'umanità che stiamo costruendo - sostiene ancora mons. Oliva - non è a misura dei bambini. Lo si vede quando non viene riconosciuto loro 'il diritto ad un ambiente familiare sano e protetto dove poter crescere sotto la guida e l'esempio di un papà e di una mamma; il diritto-dovere a ricevere un'educazione adeguata, principalmente nella famiglia e anche nella scuola... Tutti i minori, poi, hanno diritto a giocare e a fare attività ricreative, hanno diritto insomma ad essere bambini"

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