Omicidio Bruciafreddo: nell'Appello-bis confermato l'ergastolo per il giovane Perla

perlanino500di Angela Panzera - Ergastolo per Nino Perla. Lo ha deciso ieri la Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria, presieduta da Bruno Muscolo, che ha condannato il giovane reggino ritenuto essere responsabile dell'assassino di Eduardo Bruciafreddo.

Anche all'esito dell'Appello bis l'imputato è stato condannato al carcere a vita. Per lui, difeso dai legali Carlo Morace e Nico D'Ascola, si era aperto uno spiraglio di luce quando nel settembre dello scorso hanno la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna inferta nel promo processo d'Appello. Durante la propria requisitoria il pg Domenico Galletta aveva chiesto la conferma dell'ergastolo, richiesta accordata in toto dalla Corte.

L'omicidio di Bruciafreddo è avvenuto il 3 agosto del 2010 a Ravagnese, quartiere alla periferia sud di Reggio Calabria, e fin da subito gli inquirenti si erano concentrati sulla pista di una lite avvenuta qualche giorno prima presso il "Gatto Matto", locale a due passi dal centralissimo Corso Garibaldi, che infatti portò due Corti d'Assise a infliggere il carcere a vita all'imputato. Bruciafreddo, pregiudicato per reati di droga, verrà freddato sull'uscio di casa con tre colpi di pistola calibro 7,65 che lo raggiunsero al torace e alla gola.

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Quei tre colpi di pistola per l'accusa non erano altro che la risposta a uno "sgarro". Pochi giorni prima del delitto infatti, Bruciafreddo era stato notato da alcuni sconoscenti con un ematoma sotto l'occhio sinistro, causato dalla lite avuta con Perla, presso il noto locale, scatenatesi pare per un drink caduto per terra.

«La vittima – è riportato nella sentenza del primo processo d'Appello- è apparsa subito agitata per la lite scoppiata al "Gatto Matto", un volta appresa l'identità del suo antagonista». «La vittima – è riportato ancora nella sentenza d'Appello- è apparsa subito agitata per la lite scoppiata al "Gatto Matto", un volta appresa l'identità del suo antagonista». Nino Perla infatti, non è uno qualunque. È figlio di Matteo Perla, detto Giorgio, ritenuto dalla Dda reggina un personaggio gravitante nell'orbita delle cosche del rione Modena-Ciccarello, le famiglie Borghetto e Zindato; Nino Perla non poteva permettersi di "accettare" di essere schiaffeggiato davanti a tutti. «La questione del litigio al Gatto Matto- era sempre scritto in sentenza-non era stata risolta e la mancata presentazione delle scuse, da parte di colui che aveva osato offendere il figlio di Matteo Parla, ha innescato la volontà che avrebbe sorretto di lì a poco la mano omicida dell'imputato».Nonostante l'annullamento in Cassazione, i giudici di Piazza Castello ieri non hanno avuto dubbi ad infliggere "il fine pena mai". Un teste chiave dell'accusa fu il fratello della vittima, Maurizio Bruciafreddo. Il giovane era stato definito dai giudici un "teste attendibilissimo", che in più occasioni, nonostante un'iniziale reticenza, aiutò gli inquirenti ad individuare Perla come l'assassino del fratello. Le indagini in primo grado erano state condotte dal pm Antonella Crisafulli e ieri con la sentenza l'Assise d'Appello premia il lavoro della Procura. Si è concluso quindi con una sentenza all'ergastolo l'appello bis per il delitto Bruciafreddo. La Corte ha inoltre riconosciuto un risarcimento per i familiari, rappresentati dal legale Rosario Giuffrè.