Nasce il Comitato “Reggio Calabria sostiene la cultura”: Si al Referendum

E' stato costituito il Comitato "Reggio Calabria sostiene la cultura", a favore del Si al Referendum: il Comitato è composto da figure di varia estrazione, dalle professioni all'imprenditoria, dall'Università all'associazionismo al mondo giovanile; presidente del Comitato è Paolo Marcianò, già consigliere comunale di Reggio Calabria; coordinatore Francesco Calabrò, docente universitario; tesoriere Domenico Idone, già presidente della Circoscrizione Gallico-Sambatello.

Il Comitato si è costituito per contribuire, attraverso il Si al referendum del 4 dicembre, l'avvio di un percorso di cambiamento ormai indispensabile.

"L'Italia, infatti, vive da molti decenni una profonda crisi istituzionale, che ha costituito un freno anche per lo sviluppo economico e sociale del paese. Tra qualche settimana si svolgerà il referendum sulla riforma costituzionale: cambiare la Costituzione dipende da noi. Per questo dobbiamo conoscere, partecipare, votare. Dobbiamo scegliere cosa vogliamo per l'Italia. Lo scontro fra Sì e No sta diventando un regolamento di conti tra gruppi e gruppetti. Ignorando il merito. Quanti conoscono davvero a fondo la riforma?

La riforma non è dei partiti né del governo. È di tutti. E senza i cittadini non potrà essere approvata.

È la sintesi di alcune delle migliori idee e proposte degli ultimi decenni.

Riguarda il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Vogliamo scegliere liberamente, indipendentemente dalle nostre appartenenze elettorali.

Per questo siamo Insieme, pur da provenienze diverse.

Vogliamo scegliere sui contenuti. E per i contenuti diciamo Sì.

Perché è una buona riforma e perché l'Italia non può rimanere un Paese lento e schiavo dell'attuale situazione:

– fine del bicameralismo perfetto, un anacronismo unico al mondo che rende interminabile l'attività del Parlamento

– Governo e maggioranza che decidono e che vengono finalmente valutati per quelle decisioni;

– opposizione che controlla e può intervenire, senza paralizzare col potere di veto;

– un rapporto più trasparente tra Regioni e Stato, con il nuovo Senato, senza inutili e lunghi conflitti;

– strumenti più efficaci per la partecipazione diretta dei cittadini (referendum propositivi e di indirizzo, iniziativa legislativa su cui il Parlamento è obbligato a pronunziarsi);

– più trasparenza, meno parlamentari e un risparmio per noi tutti.

Diciamo Sì perché vogliamo scegliere chi decide e non vogliamo accontentarci di distribuire le carte per i giochetti dei partiti.

Sì, perché senza istituzioni che funzionano nessuna vera riforma economica o sociale è realizzabile.

Sì perché i tempi sono cambiati e la Costituzione deve cambiare per stare al passo coi tempi.

Sì perché con il miraggio di fare domani una riforma migliore, sono 70 anni che non cambiamo nulla.

Sì perché troppe riforme sono fallite per le gelosie e l'egoismo dei partiti.

Sì perché bisogna avere il coraggio di innovare anziché continuare a lamentarsi.

Sì perché anche il No è una scelta. E questa scelta non ci piace: due Camere uguali, Regioni che non funzionano, meno partecipazione, più parlamentari e più spesa pubblica.

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Con il Sì è possibile finalmente cambiare. Anche nell'interesse di chi oggi dice No per scetticismo, per scoraggiamento, per sfiducia.

Il sospetto verso il cambiamento è il segno più evidente della crisi di un Paese.

Insieme possiamo sconfiggere questi fantasmi e credere che il futuro è possibile, anche per l'Italia. Nell'interesse di tutti".