Appalti, De Raho alla Camera: "Riserve per testimoni di giustizia"

derahofedericocafieroPensare alla possibilità di introdurre una riserva in tema di appalti a favore dei testimoni di giustizia perchè "bisogna mantenerli sul territorio ed evitare il loro isolamento economico". E' una delle osservazioni che Federico Cafiero de Raho, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, ha presentato nel corso di un'audizione in Commissione Giustizia alla Camera, alla proposta di legge che contiene le disposizioni per la protezione dei testimoni di giustizia.

Un testo sul quale Cafiero de Raho ha espresso un giudizio "favorevolissimo". "E' giusto distinguere i testimoni dai collaboratori di giustizia - ha spiegato il Procuratore - i testimoni non hanno diritto ad un premio ma ad uno Stato che li protegga dal fatto di aver compiuto un dovere civico". Secondo Cafiero de Raho "il testimone deve restare sul territorio: chi deve andare via non e' che chi ha svolto un compito che tutti dovrebbero svolgere. Deve andare via la criminalità".

--banner--

"Mi sembra fuori dal mondo dire "devi andare via perché lo Stato non ti puo' proteggere". Mantenerli sul territorio e' la priorita' - ha aggiunto - E poi bisogna superare l'isolamento, anche economico, in cui finisce chi denuncia e bisogna ricorrere a tipologie di riserva in materia di appalti a favore di chi testimonia".

Una legge sulla protezione dei testimoni di giustizia e' "necessaria" ma servono alcune modifiche al testo in discussione in Parlamento. E' quanto hanno evidenziato in generale tutti i procuratori della Repubblica sentiti oggi in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera sulla proposta di legge in materia di protezione dei testimoni di giustizia. "Nella proposta - ha sottolineato il procuratore capo di Napoli, Giovanni Colangelo - non vi e' alcun riferimento a reati e procedimenti e quindi potrebbe crearsi uno spazio troppo ampio". Un problema rilevato anche dal capo della Procura di Milano, Francesco Greco, secondo il quale "o uno e' testimone e basta, oppure bisogna qualificare i reati a cui si riferisce la normativa sui testimoni di giustizia. O si fa una legge che preveda uno status di protezione per i testimoni in genere, o si dice che i testimoni di giustizia sono quelli che riferiscono di un certo tipo di reati". La proposta di legge, ha inoltre spiegato Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Roma, "presenta una tipizzazione delle varie figure di testimoni: da quello 'puro', che casualmente assiste a un delitto, quelli che hanno appreso notizie su un reato, come parenti di persone coinvolte in fatti criminosi, e poi c'e' una categoria 'borderline', a meta' tra testimone e soggetto coinvolto nel fatto. Tale tipizzazione porta con se' il rischio di inconvenienti". Tra i punti 'critici' della proposta di legge, come evidenziato anche dal capo della Procura di Palermo Franco Lo Voi, il 'verbale illustrativo': "non e' la soluzione ideale - ha rilevato il procuratore capo di Napoli, Colangelo - si potrebbe piuttosto pensare a una 'dichiarazione di intenti' che consenta di capire il peso probatorio del testimone, indicando i temi su cui puo' riferire".