“Mamma, papà devo dirvi una cosa”Storie di Coming out , testimonianze e confronto il 26 ottobre a Reggio

A.ge.d.o. Reggio Calabria presenta l' incontro sul coming out organizzato per il 26 ottobre 2016 ore 17,00 al palazzo della Cultura Pasquino Crupi di RC, con la presenza di Giovanni Dall'orto autore del libro che dà il titolo all'evento e con la partecipazione del Gruppo Arcigay Giovani Rc e di Collettiva AutonoMia Rc: "Ci confronteremo su una realtà che molti giovani omosessuali vivono in un momento importante della loro vita,

il "coming out", momento in cui decidono di rivelarsi, di non nascondersi più, di dire che sono gay a familiari, amici, colleghi.

Questo mese, per l'esattezza l'11 ottobre, si è celebrato il Coming Out Day, una giornata dedicata alla scelta coraggiosa di "uscire dall'armadio" e dichiarare al mondo (o quasi) la propria omosessualità.

Le storie di coming out, pubbliche o private che siano, sono tantissime e parlarne a una sola voce è quasi impossibile. Ogni storia è diversa dall'altra, ogni vissuto è specifico, ogni rete di relazioni è un mondo a sé.

Una cosa, però, è certa: alcuni coming out sono più difficili di altri, per uscire allo scoperto, a volte, basta una piccola spinta; altre volte si ha bisogno di una sforzo titanico e di tanto coraggio.

Per tantissimi uomini e donne omosessuali, il coming out più difficile è quello con i propri genitori.

Molte persone gay e lesbiche non fanno coming out in famiglia, neanche da adulte, non lo dicono perché sono certe che i loro genitori preferirebbero non saperlo.

Essere "accettati" dai propri genitori è uno dei bisogni primari di ogni individuo e, al pari di ogni altra persona, gay e lesbiche hanno bisogno dello stesso tipo di legame forte con la propria famiglia d'origine. Anzi, in questi casi, un appoggio incondizionato e sincero è fondamentale per riuscire ad affrontare una società spesso ostile e carica di pregiudizi.

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Non sono molti i genitori che reagiscono in modo accogliente e supportivo, per lo più si hanno reazioni emotive e comportamentali negative: shock, tristezza, senso di colpa, imbarazzo e rifiuto e in taluni casi anche estreme come l'allontanamento del figlio o della figlia. Per molti genitori il mondo omosessuale è ancora del tutto sconosciuto, estraneo e difficile da capire, spesso interiorizzano gli stereotipi e i pregiudizi comunemente associati all'omosessualità e vivono profondi sensi di colpa legati alla credenza che la causa dell'omosessualità sia riconducibile a un rapporto genitori-figli disturbato, idea sostenuta per anni in ambito clinico. Inoltre, non sanno a chi rivolgersi, con chi parlare del proprio disagio, diventando essi stessi vittime di un atteggiamento discriminante collettivo che li spinge a non scoprirsi troppo e a vivere nell'isolamento la propria perduta "normalità". Avranno bisogno di tempo per elaborare la nuova situazione,anche se i figli chiedono in quel momento amore e sostegno, si ribaltano i ruoli, i genitori potrebbero aver bisogno di supporto per poter trovare le risposte ai tanti quesiti e "conflitti" che questa nuova realtà crea in loro.

Ogni famiglia è unica, non esiste una progressione assoluta per tutti, ma è quando diminuisce il trauma emozionale che i genitori iniziano a gestire la situazione in modo più razionale, scegliendo percorsi diversi che saranno sicuramente condizionati dalla la loro sensibilità, educazione e convinzioni sociali, religiose o politiche.
AGEDO nasce proprio per offrire supporto a queste famiglie affinchè arrivino ad una piena condivisione del percorso che il proprio figlio/a ha fatto, permettendogli così di vivere la propria omosessualità nel modo più sereno possibile con la certezza che la propria famiglia gli/le starà accanto sempre e comunque".