di Angela Panzera - 18 condanne, 9 assoluzioni e tre prescrizioni: si è chiuso così il processo di secondo grado, celebrato con il rito ordinario, scaturito dall'indagine della Procura antimafia denominata "Alta Tensione" che ha visto alla sbarra presunti boss e gregari delle cosche Caridi-Borghetto-Zindato, egemoni nei quartieri San Giorgio-Modena e Ciccarello, alla periferia Sud della città. I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello, pur "limando" le durissime condanne, emesse nell'aprile 2014, dal Tribunale presieduto da Natina Pratticò, e disponendo 9 assoluzioni, comunque hanno avvalorato l'impianto accusatorio. 19 persone infatti, sono state ritenute colpevoli, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno, estorsione, intestazione fittizia di beni, danneggiamenti e altri gravi delitti. Tra le assoluzioni decise dai giudici di Appello, spicca quella di Sebastiano Sapone, difeso dai legali Marco Tullio Martino e Tiziano Balboni, che in primo grado era stato punito con 12 anni di reclusione, e Osvaldo Salvatore Massara, difeso dai legali Luca Cianferoni e Francesco Calabrese, a cui il Tribunale aveva comminato in primo grado 15 anni di carcere. Assolto anche l'ingegnere Demetrio Cento, difeso dall'avvocato Giulia Dieni. Cento, condannato in primo grado a 9 anni di detenzione, era accusato dal pm Stefano Musolino di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Dda, avrebbe aiutato la 'ndrangheta mentre svolgeva il suo ruolo all'interno della pubblica amministrazione. Assoluzione per non aver commesso il fatto: questo il verdetto dei giudici di Piazza Castello.
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L'operazione denominata "Alta tensione" scattò il 29 ottobre 2010, allorquando la Squadra Mobile di Reggio Calabria diede esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare che fece finire dietro le sbarre trentaquattro soggetti. Secondo le risultanze investigative, la triade composta dalle famiglie Caridi-Borghetto-Zindato, federate alla cosca Libri, controllava in pieno i rioni Ciccarello, Modena e San Giorgio Extra, situati alla periferia Sud di Reggio Calabria. Un controllo oppressivo, fatto di vessazioni, minacce e danneggiamenti, sotto cui ogni commerciante ed imprenditore doveva stare. Le tre famiglie avrebbero messo in atto un'attività che permetteva di dominare capillarmente il territorio. " I Caridi-Borghetto-Zindato- disse il pm Musolino durante la sua requisitoria- si sostituivano in pieno allo Stato". Gli abitanti della zona dovevano perfino, così come sostenuto dall''accusa, chiedere il permesso alle cosche per decidere quali ditte contattare per i propri lavori privati: un controllo economico e sociale asfissiante, di cui documentano anche le numerose intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla Polizia di Stato. A fare gola ai soggetti presumibilmente collusi con la 'ndrangheta, le aziende operanti nel settore edile. Pitturazione dei locali, lavori in muratura, appalti e sub-appalti, qualsiasi cosa doveva passare fra le mani del clan e chi non sottostava al loro volere diventava vittima di attentati e minacce. Lettere minatorie, aggressioni verbali, danneggiamenti, fra cui incendi, di tutto di più. Adesso ci vorranno 90 giorni per leggere le motivazioni della sentenza emessa dai giudici di secondo grado. Ma leggendo le condanne, anche se vi sono state assoluzioni e sconti di pena, la "stangata" sulle cosche Caridi-Borghetto e Zindato è comunque arrivata dalla giustizia d'Appello.
Natale Paolo Alampi: 10 anni e 6 mesi
Eugenio Borghetto: 17 anni e 6 mesi
Tullio Borghetto: assolto
Bruno Caridi: 18 anni e 2 mesi
Santo Giovanni Caridi: 14 anni
Demetrio Giuseppe Cento: assolto
Antonia Contestabile: assolta
Carmelo Gattuso: assolto
Natale Iannì: 9 anni, 6 mesi e 20 giorni
Paolo Latella: 13 anni
Pasquale Giuseppe Latella: 1 anno e 6 mesi ( conferma sentenza primo grado)
Domenico Malavenda: 8 anni
Osvaldo Salvatore Massara: assolto ( 15 anni in primo grado)
Giampiero Melito: 8 anni
Concetta Modafferi: prescrizione (6 mesi in primo grado)
Giuseppe Modafferi: 13 anni e 6 mesi
Carmela Nava: prescrizione (6 mesi in primo grado)
Tommaso Paris: assolto (11 anni in primo grado)
Biagio Consolato Parisi: 6 mesi ( confermata sentenza primo grado)
Giuseppe Parisi: 6 mesi ( confermata sentenza primo grado)
Fabio Pennestrì: assolto (12 anni sentenza primo grado)
Matteo Perla: 9 anni
Vincenzo Quartuccio: 16 anni
Giuseppe Riggio: 1 anno (confermata sentenza primo grado)
Diego Rosmini: 10 anni
Sebastiano Sapone: assolto (12 anni sentenza primo grado)
Massimo Orazio Sconti: prescrizione (9 mesi primo grado)
Domenico Serraino: 8 anni
Giovanni Zindato: 7 anni
Giuseppe Zindato: assolto (12 anni in primo grado)