"Antonino Lo Giudice mi parlò di suoi rapporti con un ex appartenente alle forze dell'ordine, che aveva partecipato alle stragi avvenute in Sicilia, in particolare quelle di Capaci e via D'Amelio e agli omicidi di un poliziotto, una donna e un bambino. Si trattava di una persona con una malformazione terribile alla parte destra del viso, lo vidi una volta in cui si incontrò con Lo Giudice, ma questi non me ne disse mai il nome. Seppi però che era anche a disposizione della 'Ndrangheta. Lo Giudice mi disse anche che la strage di Capaci era stata voluta dai servizi segreti deviati e che Cosa nostra era stata usata come manovalanza". Lo ha detto il pentito di 'Ndrangheta Consolato Villani, deponendo questa mattina nel quarto processo per la strage di via D'Amelio, in corso davanti alla Corte d'assise di Caltanissetta. Villani, che era già stato ascoltato nel nuovo processo per la strage di Capaci, ha sostenuto di avere appreso tutto dal cugino Antonino Lo Giudice, anche lui pentito e ascoltato ieri nel "Borsellino quater" in cui ha lanciato accuse contro Giovanni Aiello, conosciuto come "faccia da mostro".
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Il collaborante calabrese ha inoltre detto di avere appreso dallo stesso Lo Giudice e da altri 'ndranghetisti come Fiume, Iannò e Lombardo che l'esplosivo usato per le stragi in Sicilia proveniva anche dalla Calabria.