Reggio, dai Verdi "No" al Ponte e al referendum

"Individuata la data del referendum costituzionale, il nostro kafkiano premier ha attuato l'ennesima metamorfosi politica. Nel tentativo di accaparrare il sostegno dei poteri forti, il Presidente del Consiglio ha infatti proposto l'improbabile realizzazione del ponte sullo stretto, cavallo di troia rispolverato da più governi in periodi di crisi o votazioni, un po' come la nostra strada Trunca/Santa Venere: progetti di opere pubbliche (piccole o grandi che siano) utilizzate come serbatoio di voti. Fin qua nulla di male, anzi in perfetta coerenza con la linea della nostra maggioranza parlamentare che, più che politica, è di marketing". Ad affermarlo il Portavoce di federazione cittadina Vincenzo Giordano.

"La paura sorge però nell'assistere anche alla metamorfosi del nostro Sindaco Giuseppe Falcomatà che, svegliatosi "trasformato" come il giovane Gregor del racconto in metafora, ha cambiato la sua opinione sul Ponte RC/ME e, contrariamente allo stesso protagonista, ha dimenticato tutto il suo passato (programma elettorale)!".

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"La demagogia delle ultime dichiarazioni di Falcomatà sui social, dove l'idea "ponte sullo stretto" viene condivisa e proposta ai cittadini nella maggior ottica di un sistema integrato dei trasporti (autostrada-porto-aeroporto), la teniamo in memoria ma non in considerazione, essendo questa logica deficitaria dell'indispensabile concetto di SOSTENIBILITA'. Queste ultime affermazioni sono finalizzate solo a giustificare una posizione sinergica con il governo, rimanendo comunque sorde alle necessità ed ai bisogni della città metropolitana e dei reggini.
La Federazione dei Verdi di Reggio Calabria esprime il più incondizionato NO alla realizzazione di questa inutile quanto babelica infrastruttura, invitando il Sindaco a investire risorse (statali e/o comunitarie) per la messa in sicurezza e la valorizzazione del nostro territorio che, come da Lui stesso siglato in accordo nell'Aprile 2015, è stato proposto al riconoscimento UNESCO come patrimonio dell'umanità!
In tal senso sorgono altri dubbi estremamente drammatici e legati ai quesiti referendari.
Il Partito dei Verdi denuncia da tempo che il progetto di riforma costituzionale presenta preoccupanti rischi autoritari: vengono ridisegnate le competenze Stato-Regione anche in materia ambientale, attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione relativo alle mansioni loro affidate e la soppressione degli Enti Provincia insieme a tutte le competenze e responsabilità in materia di salvaguardia ambientale.
La revisione dell'art. 117 sposta le materie ambiente, ecosistema e tutela del paesaggio in competenza esclusiva dello Stato, insieme alla produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale di energia e a tutte le disposizioni generali sul governo del territorio.
Questa riforma costituzionale porterà così a rafforzare il potere dell'esecutivo (Camera), con conseguente approvazione (veloce) di leggi da parte di Governi non solo poco sensibili al tema ambientale e allo sviluppo sostenibile, ma anche poco conoscitori delle problematiche del territorio che dovranno tutelare. Inoltre, il ridimensionamento del nuovo Senato (con i doppi mandati dei senatori), che ri-avrà in carico le decisioni sulle politiche comunitarie ed il controllo delle politiche pubbliche e della Pubblica Amministrazione, porterà al rischio di viziare o incidere negativamente sulle funzionalità fino ad ora garantite dalla nostra Costituzione.
In coerenza con la linea propositiva sempre mantenuta dalla Federazione cittadina, consideriamo le riforme necessarie, ma solo se migliorative l'esistente e a nostro giudizio questa proposta di riforma non lo è. Non affidiamo il nostro territorio al governo centrale, oggi distante dalla stessa nazione e per questo La Federazione dei Verdi di Reggio Calabria al referendum confermativo per la modifica della Costituzione esprimerà il secondo NO!".