Il colonnello Falferi saluta Reggio: “Senso di comunità per sconfiggere ‘ndrangheta”

falferilorenzo 500di Claudio Cordova - Quattro anni sono tanti, soprattutto se vissuti in un territorio di frontiera come quello di Reggio Calabria. Il colonnello dei Carabinieri, Lorenzo Falferi, lascia il ruolo di comandante provinciale dopo, ma, in fondo, potrebbe non allontanarsi troppo dalla Calabria e dai suoi problemi: dal 3 ottobre, infatti, dirigerà l'Ufficio Criminalità Organizzata presso il Comando Generale dell'Arma. Per Falferi, che con i suoi uomini ha raggiunto risultati altissimi nella lotta alla 'ndrangheta, è però il momento dei saluti: "Questa è una realtà che prende e che coinvolge non solo sotto il profilo professionale, ma anche sotto quello personale" dice.

Una terra difficile, in cui la 'ndrangheta controlla tutto.

Proprio in tal senso si è mossa l'azione dell'Arma sotto la guida di Falferi: "La Calabria ha potenzialità di cui probabilmente ancora non è consapevole. Io ho cercato di contribuire alla crescita di questa terra in modo sobrio e lontano dai protagonismi, quattro anni vissuti con spirito di servizio: preferivo fossero i fatti a parlare". Nel proprio intervento di commiato, Falferi ha ringraziato la magistratura, con in testa il procuratore Federico Cafiero De Raho, ma anche i suoi omologhi, il questore Raffaele Grassi, e il comandante della Guardia di Finanza, Alessandro Barbera. E poi i prefetti che si sono succeduti, con particolare attenzione a Claudio Sammartino. Ma ha ringraziato soprattutto i suoi uomini: "Una squadra eccezionale, in cui tanti, penso per esempio ai comandanti di stazione, svolgono un'azione eroica, fronteggiando i criminali faccia a faccia". Una criminalità pericolosa, che Falferi definisce "arrogante e priva di umanità".

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Inevitabile l'immediato collegamento con i recenti fatti di Melito Porto Salvo e gli stupri, protrattisi per due anni, su una ragazzina di 13 anni da parte del branco capitanato dal figlio del boss Iamonte.

Ma il pensiero del Colonnello Falferi va soprattutto ai cittadini: "Qui ci sono persone straordinarie, che sono forgiate dalle difficoltà enormi di un territorio bellissimo, ma che presenta tante contraddizioni". Falferi risparmia l'elenco dei tantissimi risultati ottenuti e guarda al futuro: "Spero che questa terra abbia la forza e il coraggio di crescere ancora. Per farlo c'è la necessità di ritrovare il senso civico, di appartenenza a una comunità". Insomma, la 'ndrangheta può essere sconfitta, ma solo se a reagire sarà la collettività: "E' il senso di appartenenza che toglierà alla 'ndrangheta il proprio terreno di coltura, perché l'attività repressiva è un intervento chirurgico, che però da solo non basta".