La Lettera. Falcomatà, si costruisce il dialogo solo quando si ascolta e si risponde

Consiglio comunale aperto: il sindaco chiama e la città deserta. Di quale partecipazione parla il sindaco Falcomatà quando accusa la città di essere stata assente nel consiglio comunale aperto tenutosi nella giornata di ieri?

Forse ben dimentica che tutte le volte in cui i suoi elettori hanno bussato alla porta per chiedere chiarimenti relativi al suo modus operandi nessuno ha risposto e nelle rare volte in cui qualcuno si è affacciato alla finestra è stato fatto maldestramente dai suoi portavoce senza aver mai il piacere di sentire la sua verità. Questa assenza dovrebbe essere un chiaro segnale che qualcosa non va e forse è il momento chiudersi in camera caritatis, o meglio ancora aprirsi al dialogo, al confronto, e fare il punto della situazione.

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Peccato si è persa un'occasione, come tante in passato, nella quale comunque non ci sarebbe stato l'ascolto dei cittadini, un confronto costruttivo e allora perché perdere tempo. Certo c'è da dire che nelle rare occasioni nelle quali il sindaco e il suo consiglio comunale hanno aperto bocca la città è rimasta basita per i termini usati e le volontarie provocazioni dettate dalla mancanza di garbo istituzionale, non da ultima la prima seduta del consiglio metropolitano durante la quale si è persa l'occasione per stare zitti e invece, se si aveva qualche dubbio sulla stoltezza dei tanti, ancora una volta si è toccato con mano il livello di preparazione e di educazione politica.

Quindi ricordi bene il nostro amato sindaco: si costruisce un dialogo solo nel momento in cui si ha l'umiltà di ascoltare e di rispondere. Il silenzio a volte uccide. Troppe domande nessuna risposta forse l'utente non è raggiungibile.

Il dialogo nasce da un atteggiamento di rispetto verso un'altra persona, dalla convinzione che l'altro abbia qualcosa di buono da dire; presuppone fare spazio, nel nostro cuore, al suo punto di vista, alla sua opinione e alle sue proposte. Dialogare significa un'accoglienza cordiale e non una condanna preventiva. Per dialogare bisogna sapere abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano." Papa Francesco

Francesca Ripepi