Reggio, Consiglio approva mozione su interdittive antimafia. Ma la città non c'è

conscomunalerc3008di Walter Alberio - Si parla di lavoro e di legalità, di interdittive antimafia. Ma la città non c'è o sta sugli spalti a guardare. E' stato un consiglio comunale aperto con poca partecipazione quello iniziato in tarda mattinata e proseguito fino a pomeriggio.
Meno di dieci interventi da parte di imprenditori, lavoratori e rappresentanti delle associazioni di categoria, un ampio dibattito tra le forze politiche e una mozione. Questo ha prodotto la seduta di oggi a Palazzo San Giorgio.

Il documento approvato all'unanimità, con il quale il Consiglio comunale dichiara "la propria volontà di tutelare i livelli occupazionali dei lavoratori le cui ditte sono state colpite da interdittive antimafia, nonché la continuità di opere, funzioni e servizi", impegna il sindaco a incentivare "l'applicazione della prevista possibilità normativa, nei casi tassativamente previsti dalla legge, di disporre una straordinaria e temporanea gestione attraverso la nomina di commissari prefettizi al fine di tutelare i livelli occupazionali e l'erogazione di servizi in favore della collettività".
La mozione impegna il primo cittadino, inoltre, a trasmettere l'ordine del giorno e la relativa discussione in Consiglio al tavolo nazionale Anci e a chiedere al governo la possibilità di rivedere la normativa e di "estendere l'applicazione della misura di straordinaria e temporanea gestione, al fine di tutelare i livelli occupazionali delle imprese colpite da interdittiva, anche nei casi oggi non tassativamente previsti dalla legge".

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Il primo intervento nel dibattito aperto alla cittadinanza è stato quello del presidente di Confindustria di Reggio Andrea Cuzzocrea che ha evidenziato quelli che, a suo avviso, sono gli effetti "paradossali" prodotti dalle interdittive sul territorio e sul suo tessuto economico e sociale: "Basta una frequentazione da parte dell'imprenditore con un soggetto "controindicato" perché scatti questa misura. È altrettanto paradossale – ha aggiunto il presidente di Confindustria – che nel caso della misura drastica del sequestro venga garantita la continuità aziendale e la tutela dei posti di lavoro, mentre con l'interdittiva accade il contrario".

"Dal 2008 ad oggi - ha continuato il numero uno degli industriali reggini - sono stati 250 i ricorsi contro le interdittive e sono 400 le imprese colpite da interdittive nella provincia di Reggio Calabria. Non ci sono province che hanno un dato di questo genere", ha spiegato Cuzzocrea che, successivamente, ha avanzato tre proposte: "Sia la magistratura a valutare la necessità di procedere all'applicazione della misura; i criteri siano anticipatori di fatti concreti e non di indagini probabilistiche e sia garantita la continuità aziendale per le imprese".

Il dibattito tra maggioranza e opposizione è stato anticipato dagli interventi, tra gli altri, del consigliere regionale e segretario provinciale del Partito democratico Sebi Romeo e dal coordinatore regionale di Libera Mimmo Nasone.

"Sono convinto della bontà dell'opera della magistratura e delle prefettura per contrastare la criminalità organizzata. Tuttavia, bisogna fare alcune valutazioni. E' necessario – ha spiegato il consigliere Pd Riccardo Mauro - chiedere al governo di estendere la normativa sulla continuità aziendale anche per quei servizi che non sono considerati essenziali".

Una voce fuori dal coro quella di Lucio Dattola che ha affermato, senza fronzoli: "Sembra che si stia celebrando un processo ad una legge dello Stato. Il sindaco avrebbe dovuto invitare la prefettura a questo Consiglio, perché – ha aggiunto - sembra un dibattito assolutamente monco. La verità è che si sta fortemente accusando il governo di creare, in qualche modo, disoccupazione. Nel 2014 è stato colmato il vuoto normativo, ma solamente per le aziende pubbliche. Basta una riga che autorizzi il prefetto a nominare un amministratore straordinario. Questo problema è già al tavolo del governo. Qui ci sono aziende in odore di mafia che continuano a vincere appalti, nonostante siano state nominate nella relazione antimafia. Mi oppongo – ha detto Dattola - all'atteggiamento paramafioso di chi pensa di poter non sapere".

Un intervento che ha provocato la reazione stizzita di una parte dei lavoratori che hanno temporaneamente abbandonato l'Aula e quella del primo cittadino, il quale nel suo intervento ha criticato l'esternazione dell'esponente del centrodestra.

Nel mirino di Falcomatà, però, è finita tutta la cittadinanza. Il sindaco non ha nascosto infatti la sua delusione per la scarsa partecipazione a palazzo San Giorgio da parte delle associazioni: "In questa Aula ci sono delle assenze pesanti. Manca fortemente la città. Questa è la cosa più mortificante. Dove sono i cittadini? Le associazioni e le parti sociali? Sono silenti, non danno un contributo alla discussione. Reggio è una città dove mancano i corpi intermedi. In questo dibattito era importante la voce della città, ma evidentemente – ha aggiunto - siamo lenti nello schierarci dalla parte della legalità e del lavoro".