"El Dorado": reggono anche in Appello le accuse alla 'ndrangheta di Gallicianò

reggiocortedappellodi Angela Panzera - Regge al vaglio dei giudici di secondo grado il troncone abbreviato del processo scaturito dall'inchiesta "El Dorado", condotta contro la 'ndrangheta di Gallicianó. La Corte d'Appello presieduta da Massimo Gullino ha confermato quanto disposto dal gup distrettuale tranne che per Antonio Casili, assolto da ogni accusa, e per Antonio Nucera, classe 1941, nei cui confronti i giudici hanno riformato la sentenza di condanna che adesso ammonta a sei anni,cinque mesi e dieci giorni di reclusione ( in continuazione con un'altra sentenza emessa nel 2002, e per Giuseppe Nucera condannato a 13 anni di carcere. Per il resto regge in toto l'impianto accusatorio. All'esito del processo di primo grado infatti il gup Adriana Trapani aveva condannato Antonino Casili a sei anni e otto mesi di reclusione ( oggi assolto) Antonio Nucera (classe 1941)a sette anni e quattro mesi, Antonio Nucera (classe 1955) a nove anni, Carmelo Nucera (classe 1950) e Diego Nucera sei anni, Domenico Nucera a sette anni e quattro mesi, Francesco Nucera sei anni, Giuseppe Nucera dieci anni, Raffaele Nucera (classe 1963) e Raffaele Nucera (classe 1973) a sei anni di carcere. "L'attuale ed effettiva esistenza di una locale di 'ndrangheta nella frazione di Gallicianò del comune di Condofuri si evince dall'analisi di una lunghissima serie di conversazioni ambientali e telefoniche nonchè in virtù degli incontri fra i vari soggetti intenzionati". Se la Dda è riuscita a processare, e a far condannare, presunti boss e gregari della 'ndrangheta operante nel piccolo borgo dell'area Grecanica, è stato anche perchè le intercettazioni captate erano davvero chiare. I Carabinieri, coordinati dal pm Antonio De Bernardo, avrebbero accertato come nel comune di Condofuri siano operanti tre locali di 'ndrangheta: Condofuri Marina, San Carlo e Gallicianò. Questo dato emerge dalle motivazioni della sentenza "El Dorado" di primo grado.

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"Questi dialoghi -scriveva il gup- consentono di allargare il novero dei componenti della consorteria che regge la locale di Gallicianò, ricostruendone l'organigramma piuttosto nutrito nonostante si tratti di un centro modesto, frazione di Condofuri, in cui molti dei componenti risultano imparentati fra loro e hanno lo stesso cognome, e talvolta, anche lo stesso nome. I legami parentali rinsaldano con il legame di sangue quello criminale e l'indagine, approfondita e puntuale, è pervenuta nono stante le omonimie, all'individuazione chiara ed inequivoca dei componenti del contesto associativo, colti ciascuno in momenti significativi ed indicativi della loro appartenenza al gruppo criminale, osservati muoversi con sicurezza e capacità di dominio delle situazioni in trattazione, perfettamente consapevoli degli obblighi scaturenti dal vincolo solidale, degli interessi in gioco e della stabilità del legame intrattenuto". Adesso è invece occorrerà attendere 90 giorni per leggere le motivazioni della sentenza emessa oggi dalla Corte d'Appello reggina.