Reggio, PCI attacca Pd: "Sperano in salvacondotto per fallimentare sindaco Falcomatà"

"La sempre attuale locuzione latina "excusatio non petita, accusatio manifesta" sembra essere scritta su misura per commentare il recentissimo imbarazzante comunicato del PD reggino, nel quale i renziani locali hanno inutilmente tentato di presentarsi, neanche troppo convinti, come avanguardia nella lotta per la legalità e contro la 'ndrangheta". Lo scrive il PCI reggino in una nota.

"Poiché, "chi si scusa, si accusa", alla luce delle concrete scelte politico-amministrative assunte in questi due anni di fallimentare giunta Falcomatà, possiamo tranquillamente affermare, confortati da fatti reali e incontrovertibili, l'assoluta mancanza di discontinuità con il nefasto passato vissuto da Reggio, primo capoluogo di provincia sciolto per mafia, proprio sui temi della legalità e della lotta alla 'ndrangheta e alle sue connivenze e infiltrazioni".

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"La giunta Falcomatà, tradendo le solenni promesse elettorali, non ha realizzato nessuna rottura; anzi, ha promosso spudoratamente politiche e uomini che sono stati tra i massimi esponenti del "modello Reggio" e del suo sistema di potere.
Alcuni esempi: alla REGES, la società mista, oggi comunale, che ha massacrato di tasse i reggini, domina vergognosamente, ancora dopo lunghi anni, tale Serafino Nucera, il quale fu nominato dalla giunta Scopelliti, fu poi confermato da Arena e, infine, è stato ulteriormente riconfermato, e quindi riciclato, dalla giunta Falcomatà (e dal PD) che, senza pudore alcuno, lo ha indicato quale consigliere delegato; ancora, al vertice delle società in house Castore e Polluce è stato nominato Saverio Abenavoli, il quale, come noto, è stato un fiero esponente della destra reggina e, per questo, la giunta Scopelliti lo nominò nel CdA della società mista Leonia: oggi è stato solennemente riciclato dal PD e da Falcomatà, il sindaco della palese continuità con il passato.
Sono, inoltre, molteplici gli odierni consiglieri comunali di maggioranza, oggi candidamente riciclati, che sono stati tra i principali protagonisti del decennio del "modello Reggio; degna di nota è la transumanza del capogruppo di Forza Italia Demetrio Marino nel gruppo consiliare della lista personale del sindaco, il quale, oggi, è stato addirittura promosso in quanto candidato del PD per il Consiglio metropolitano.
In questo quadro, agli smemorati esponenti del PD, è opportuno rammentare che la città sta ancora aspettando una doverosa risposta per comprendere come mai e perché l'avv. Paolo Romeo sia stato invitato dalla loro amministrazione comunale a partecipare, in pompa magna, ai lavori della Commissione consiliare "Città metropolitana" o, al tempo stesso, il perché il sindaco Falcomatà sia intervenuto alle assemblee di Gallico indette dallo stesso avvocato Romeo!!
Come se tutto ciò non bastasse, è oltremodo vergognoso l'assordante silenzio di tutto il PD, di Oliverio, di Irto e di Falcomatà in merito alle risultanze emerse alla brillante inchiesta, denominata "Alchemia", della DDA reggina guidata dal Procuratore Cafiero De Raho nella quale è pesantemente coinvolto il Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco D'Agostino, il quale, - nonostante la richiesta d'arresto, le perquisizioni subite e l'indagine a suo carico per il gravissimo reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dall'avere agevolato la 'ndrangheta, e al netto di una presunta denuncia, segnalata dalla Prefettura e non dichiarata, perché sorpreso alla guida di un'auto che nel portabagagli trasportava armi da fuoco, - non ha sentito il dovere etico e morale di dimettersi dall'incarico istituzionale. Interpretando il diffuso sentimento di indignazione dell'opinione pubblica, noi Comunisti non ci stancheremo di reiterare la richiesta di dimissioni di D'Agostino che è platealmente difeso dal PD reggino e calabrese, dal presidente Oliverio, dal presidente del consiglio regionale Irto e dal sindaco Falcomatà.
I fatti, duri a morire, sono quelli esposti e lasciano poco spazio a qualsiasi interpretazione: a Reggio il PD, evidentemente preoccupato per quanto sta emergendo, è un grave ostacolo al cambiamento e al rinnovamento etico e morale della società e delle Istituzioni.
Anche per questi motivi, esortiamo la Magistratura ad andare avanti per scoperchiare ogni sepolcro imbiancato e per spazzare definitivamente, senza alcun indugio, un putrido sistema di potere trasversale e inciucista nel quale la masso-'ndrangheta ha tranquillamente dominato la città attraverso potenti complicità e pesanti infiltrazioni politico-amministrative.
Pertanto, è francamente inammissibile che il PD, con faccia tosta, chieda e speri in una sorta di improponibile e assurdo "salvacondotto" a favore del fallimentare sindaco della città Falcomatà e dei suoi esponenti: dovevano pensarci prima e non attendere le gravi risultanze delle inchieste della DDA.
Ne prendano atto e si preparino a ricevere ciò che, in questi anni, hanno seminato".