Revocati gli arresti domiciliari nei confronti di Santi Zappalà

Zappala Santi500Revocati gli arresti domiciliari nei confronti dell'ex consigliere regionale Santi Zappalà, già condannato in via definitiva per corruzione elettorale e a maggio condannato anche per voto di scambio politico-mafioso. Sono stati gli avvocati Domenico e Andrea Alvaro a ottenere dal Gip Adriana Trapani la revoca della misura cautelare agli arresti domiciliari.

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Nello scorso maggio, Zappalà è stato condannato a quattro anni e tre mesi nell'ambito del processo "Reale 6". Zappalà si candidò con il "Popolo delle libertà" e ottenne un importante successo nell'urna. Le successive indagini, svolte anche dal pm antimafia Antonio De Bernardo e dal sostituto Giovanni Musarò (adesso in forza alla Procura di Roma, ndr) portarono a scoprire come lo stesso si fosse recato a casa del boss Giuseppe Pelle per chiedere il sostegno elettorale. Dapprima nei confronti di Zappalà fu mossa l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per poi essere derubricata in corruzione elettorale.

Secondo l'ultimo filone d'inchiesta, Zappalà invece, avrebbe promesso, in cambio di voti, una somma di 400 mila euro. Nel particolare, parte di tale somma, circa 100 mila euro, sarebbe stata versata alla cosca Pelle "Gambazza" tramite l'emissione di dieci assegni circolari dell'importo di 10 mila euro ciascuno, mentre gli altri 300 mila euro sarebbero stati versati per un importo di 200 mila euro alla cosca Pesce di Rosarno (con referenti Vincenzo Pesce e Domenico Arena), per un importo di 100 mila euro alla cosca Strangio di San Luca (con referente Francesco Strangio e con l'intermediazione dell'ex sindaco Sebastiano Giorgi). Com'è emerso nell'indagine, ci fu un incontro il 12 marzo 2010 ad Arangea, zona Sud di Reggio Calabria, al quale presero parte, oltre Mesiani Mazzacuva, anche Zappalà e gli esponenti della famiglia Pelle.Sarebbe stato Mesiani Mazzacuva a negoziare direttamente con l'ex consigliere regionale il pacchetto dei voti con la cosca di San Luca. Situazione diversa, invece, per quanto concerne lo scambio con la cosca Pesce. Qui ad entrare in scena è anche l'ex sindaco di San Luca. Secondo l'accusa Vincenzo Pesce e Domenico Arena sarebbero stati i referenti del clan di Rosarno, mentre Francesco Strangio avrebbe rivestito il ruolo di referente dell'omonimo clan di San Luca. L'ex sindaco Sebastiano Strangio sarebbe invece stato l'intermediario "anche in ragione del suolo ruolo politico", scriveva la Dda nell'avviso di conclusione indagine.

Dopo l'accoglimento dell'istanza degli avvocati Domenico e Andrea Alvaro, Zappalà potrà affrontare il giudizio d'appello da uomo libero, avendo solo l'obbligo di dimora a Bagnara Calabra.

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L'ultima condanna in ordine di tempo: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/108065-voto-di-scambio-politico-mafioso-santi-zappala-condannato-a-4-anni-e-3-mesi