L’11 luglio udienza del processo della Sei contro gli attivisti No Carbone: chiesto maxi risarcimento di 4 mln di euro

Saline Joniche centrale a carbonenuovaSi terrà lunedi 11 luglio alle ore 12:00 presso il Tribunale di Reggio Calabria (CEDIR), l'ennesima udienza del processo intentato dalla società SEI S.p.a., contro Noemi Evoli e Paolo Catanoso del Coordinamento Associazioni Area Grecanica, difesi dagli Avv.ti Angiolino Palermo e Angela De Tommasi, e Domenico Larosa del Movimento Difesa Ambientale, difeso dagli Avv.ti Antonino De Pace e Mario Zema.

La SEI S.p.a., attraverso il suo legale rappresentate Fabio Bocchiola, e difesa dagli Avv. Alberto Panuccio, Renato Vitetta e Luca Zampano, il 2 maggio 2014 citò in giudizio gli attivisti no carbone chiedendo loro un maxi risarcimento di 4 milioni di euro per un presunto danno d'immagine arrecato alla società che vorrebbe costruire una centrale a carbone nell'area ex liquichimica di Saline Joniche.

"A finire sotto accusa – afferma il Coordinamento Associazioni Area Grecanica – è stata l'azione di contrasto al progetto SEI svolta nel corso di questi anni dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone attraverso la pubblicazione di alcuni comunicati stampa e locandine dal chiaro contenuto satirico, frutto di un impegno collettivo e tesa a dimostrare la nocività e gli effetti negativi che la costruzione di una centrale a carbone avrebbero causato su tutta l'area. Comunicati stampa e locandine prodotte e pubblicate collettivamente dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica No al Carbone, di cui né Evoli né Catanoso hanno mai avuto alcuna responsabilità.

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Oggi che il progetto SEI S.p.A. sembrerebbe destinato alla via del tramonto, che Repower è stata costretta a uscire dalla società a seguito dell'esito del referendum popolare decidendo di puntare in futuro tutto su energia verde e sostenibile, oggi che lo stesso Presidente Repower, E. Rikli, ha annunciato che la SEI S.p.A. verrà messa in liquidazione, risulta sempre più assurdo e paradossale che questo processo sia ancora in piedi.

Ci auguriamo che SEI S.p.A. faccia un definitivo passo indietro, ritirandosi anche da questa causa che colpisce non solo Noemi Evoli, Paolo Catanoso e Domenico La Rosa, ma tutti noi e la nostra libertà di espressione.

SEI S.p.A. chiede 4 milioni di euro a Evoli, Catanoso, La Rosa, ma dentro l'aula di tribunale ci saranno virtualmente tutti coloro che difendono la libertà di espressione e il proprio territorio da chi vuole farne terra di conquista. Ci saremo noi con la forza delle nostre ragioni".