"Gambling": sette condanne e due assoluzioni

giocoonline0405Due assoluzioni e sette condanne, ma con l'esclusione dell'aggravante mafiosa. Il Gup di Reggio Calabria, Massimo Minniti, ha emesso la sentenza di primo grado nell'ambito di uno stralcio del procedimento "Gambling", celebrato con rito abbreviato contro una presunta associazione criminale con connessioni nella 'ndrangheta operante nel gioco online. Nello stralcio che comprendeva alcuni imputati "minori", tuttavia, l'aggravante non è stata concessa. E questo nonostante le dichiarazioni dell'imputato principale, quel Mario Gennaro che avrebbe gestito il lucroso business e che gli inquirenti collocano al vertice del meccanismo criminale. Oggi Gennaro è collaboratore di giustizia e le sue dichiarazioni sono confluite anche nel procedimento a suo carico e a carico degli altri imputati.

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Nelle oltre mille e 700 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Karin Catalano, il nome di Gennaro è ovunque. Per l'accusa è lui a reggere le redini del sodalizio. "Dietro Mario Gennaro, scriveva il gip, c'è la 'ndrangheta; la 'ndrangheta che lo ha prima allevato, poi scelto ed elevato, in ragione delle caratteristiche personali e del suo profilo criminale di tutto rispetto, a referente e vertice dell'articolazione operativa dedita all'infiltrazione del mercato dei giochi e scommesse a distanza e della rete commerciale che fa capo all' organizzazione".

Un'indagine imponente quella dei pm Stefano Musolino, Sara Amerio, Luca Miceli e Giuseppe Lombardo, che ha scoperto un'associazione per delinquere di stampo mafioso con proiezione internazionale e che porterà al sequestro di decine di punti vendita "Betuniq" sparsi in tutta Italia. Tutti soggetti ritenuti, a vario titolo, intranei o vicini alla 'ndrangheta, che, avvalendosi di società estere di diritto maltese ha esercitato abusivamente l'attività del gioco e delle scommesse sul territorio nazionale. Un'economia occulta e criminale che porta gli indici del volume di gioco della Calabria ben oltre quelli di regioni assai più floride. E' del tutto evidente che su tali attività la 'ndrangheta abbia messo le proprie mani. In particolare, l'attività investigativa avrebbe consentito di accertare che la raccolta "da banco" dei giochi e delle scommesse si sarebbe concretizzata attraverso una ramificata rete di agenzie inquadrate come Centri di Trasmissione Dati, collegati a bookmaker esteri. L'associazione, che controllava società in Austria, Spagna, Romania, oltre che a Malta, sede operativa del sistema criminale. La raccolta delle giocate, attraverso più siti internet di scommesse online, non è però avvenuta attraverso una transazione online (come la normativa imporrebbe) ma tramite contanti o assegni direttamente consegnati al gestore del punto commerciale. Ecco, quindi, la formazione di ingenti flussi di denaro non tracciati.

L'accusa, nello stralcio, è stata rappresentata dal pm Sara Amerio.

Queste nel dettaglio le decisioni del Gup: assolti Domenico e Mariano Tegano "per non aver commesso il fatto"; Luca Adornato, 4 anni di reclusione+8.000 euro di multa; Marco Postorino, 4 anni di reclusione+8.000 euro di multa; Marco Mollica, 2 anni e 8 mesi di reclusione+6.000 euro di multa; Fortunato Salvatore Quattrone, 2 anni e 8 mesi di reclusione+6.000 euro di multa; Pasquale Scappatura, 2 anni e 8 mesi di reclusione+6.000 euro di multa; Carmela Quattrone, 1 anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa; Caterina Marcianò, 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa). E inoltre ha dichiarato Luca Adornato e Marco Postorino "interdetti dai pubblici uffici per la durata di anni cinque".