'Ndrangheta e gioco online: chiuse indagini per 113 (NOMI)

di Angela Panzera - La Dda reggina chiude le indagini per le 113 persone coinvolte nella maxi inchiesta "Gambling". Nei giorni scorsi i pm Sara Amerio, Giuseppe Lombardo, Luca Miceli e Stefano Musolino hanno infatti notificato l'avviso di conclusione e quello che si appresta a diventare è un maxiprocesso unico nel suo genere e che sicuramente scriverà la storia giudiziaria di questo distretto e non solo. Le accuse mosse, a vario titolo, sono quelle di aver gestire un giro di scommesse online dall'Italia verso l'estero e di rappresentare gli interessi nel settore della 'ndrangheta, nonché di una serie di reati quali intestazione fittizia di beni, associazione per delinquere e associazione mafiosa.

Gli indagati quindi adesso hanno facoltà di depositare memorie e documenti difensivi nonché di chiedere di essere interrogati. L'operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, è scattata nel luglio scorso e in quaranta finirono tra carcere e arresti domiciliari. Il procedimento però durante il corso delle indagine ha registrato una svolta: Mario Gennaro (nella foto), presunto capo dell'organizzazione, si pente. " L'espansione sul mercato delle mie imprese è stata garantita dalla sponsorizzazione della 'ndrangheta, dalla qualità del mio prodotto e dalle mie capacità relazionali». È cosi che Gennaro ha ammesso tutto. È il 24 novembre dello scorso anno, carcere di Milano Opera. Davanti al pm antimafia Stefano Musolino c'è proprio il presunto vertice del clan che rende interrogatorio. Già agli inizi di novembre, il presunto esponente della cosca Tegano, che avrebbe messo in piedi per conto della 'ndrangheta reggina un'organizzazione criminale la quale si è servita  di società estere di diritto maltese per esercitare abusivamente
l'attività di gioco e delle scommesse in Italia, ha scelto di collaborare con la giustizia. "Il signore del poker" quindi sé pentito e ha riferito tutto ai magistrati Musolino e Amerio che lo hanno interrogato più volte. In alcuni procedimenti penali la Dda ha depositato alcuni suoi verbali, ma non ancora tutto. Sta di fatto che ciò che emerge dalla portata delle dichiarazioni di Gennaro è che la Dda reggina ci aveva visto giusto: è un uomo della 'ndrangheta. È lui stesso a dirlo. E lo fa già nell'interrogatorio del 21 ottobre scorso. Gennaro: «Mi sono avvicinato a personaggi della 'ndrangheta reggina quando avevo quindici anni, portando messaggi tra i Tegano ed i De Stefano, spostando alcune armi per loro conto; la mia introduzione fu
avviata dal defunto Gaetano Marino, Alberto Rito e Roberto Moio che frequentavo. Ero un ragazzino criminalmente attivo e per questo fui apprezzato. Ero utile, perché durante la guerra di ndrangheta costoro non uscivano di casa ed avevano bisogno di personaggi come me. Conobbi e feci amicizia con tutti i  maggiorenti delle cosche. Ma, in particolare strinsi una speciale amicizia con Giorgio Benestare, detto Franco. Mi risulta che Franco Benestare, insieme ad Eugenio Tiara proponeva un sito per il poker on line(...) ritenevo che Franco Benestare mi aiutasse, visto che avevo favorito la sua latitanza e gli avevo regalato 100.000.000 di lire. Mi sono rivolto sempre a persone legate alla ndrangheta della città, sia perché mi aspettavo un trattamento preferenziale, in quanto sono stato sempre una persona loro vicina ed avendo sempre ricevuto rispetto da tutti, oltre a non essere mai stato allontanato da Franco Benestare. Omissis. Venivo riconosciuto come persona di 'ndrangheta, dei Tegano, uomo di Benestare». Ma Gennaro non sarebbe entrato in contatto "solo" con gli arcoti, ma anche con altri soggetti. «Mi sono rivolto anche a Luciano Lo Giudice. Era il proprietario del bar alla stazione centrale, fratello del collaboratore Antonino(...)Ci sono stati tantissimi assegni emessi da me e da Carletto Mesiano», quest'ultimo collaboratore di giustizia autodefinitosi «un cittadino onorario del locale di Roccaforte del Greco», ma con conoscenze anche sulle 'ndrine di Reggio centro.

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Gennaro quindi, a suo dire, dopo essere entrato a pieno titolo nelle 'ndrine, avrebbe iniziato la sua scalata imprenditoriale che non tocca solo la Calabria, ma si estende a Malta, passando per Romani e Montenegro e toccando altri paradisi fiscali. Nelle oltre mille e 700 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Karin Catalano, il nome di Gennaro è ovunque. Per l'accusa è lui a reggere le redini del sodalizio. «Dietro Mario  Gennaro, scriveva il gip, c'è la 'ndrangheta; la 'ndrangheta che lo ha prima allevato, poi scelto ed elevato, in ragione delle caratteristiche personali e del suo profilo criminale di tutto rispetto, a referente e vertice dell'articolazione operativa dedita all'infiltrazione del mercato dei giochi e scommesse a distanza e della rete commerciale che fa capo all' organizzazione». Tutto ruota intorno alla figura di Gennaro. Egli, è scritto nelle carte dell'inchiesta, «non è semplicemente il country manager per l'Italia, come risulta formalmente, ma il dominus dell'intero gruppo aziendale cui è riferibile il marchio, ed il sito di gioco on line, BETUNIQ; e che sia tale per conto della 'ndrangheta unitariamente intesa, gli interessi della quale cura e persegue avvalendosi di mezzi e risorse, danaro e uomini, direttamente riconducibili alla associazione mafiosa rappresentata, per la massima e proficua diffusione (e ripulitura) del remunerativo brand». Ma per lui non sarebbe stato tutto "rose e fiori"; i soldi sarebbero arrivati dopo. Sulle condizioni di ristrettezza economica in cui versava Mario Gennaro all'origine della sua "carriera," è certamente eloquente la conversazione del 5 marzo del 2014 nella quale Francesco Ripepi (uno dei personaggi coinvolti ndr), riottoso ad inquadrarsi nel nuovo corso aziendalistico, voluto e dato da Gennaro alle attività del gruppo, anche per le gravi conseguenze sulla sua clientela storica (come Francesco Iannì) che ciò avrebbe comportato, riportava al sodale Luca Gagni i termini di un pesante scontro, avuto, nel corso di una riunione tenutasi a Malta, con Mario, "reo" di avergli detto che le cose erano ormai cambiate ed i loro rapporti definitivamente mutati, che d'ora in poi si sarebbero dovuti regolare come "il Presidente del Consiglio che prende il caffè con i suoi compagni di scuola" ("mi fa un discorso Mario mi fa tu devi capire che non c'è più il Mario di una volta ormai siamo un'azienda dice... mi ha fatto un paragone compare che io sono saltato in aria "lo stesso che il Presidente del Consiglio dice va e si prende il caffè con quelli con cui andava a scuola" minchia.... apriti... ti giuro..."); di fronte a questa presa di distanza, Ripepi, storico amico e sodale di Gennaro, gli aveva replicato davanti a tutti a muso, alludendo pesantemente ai suoi trascorsi di vita: "Vai a rubare i motorini non avevi soldi per comprarti le calze, ti nascondevi". Ecco la sua ascesa, e il trasferimento a Malta. Da qui, l'ascesa verso il successo illecito. Dietro l'agire di molti indagati infatti ci sarebbero ancora una volta le 'ndrine dietro l'agire di molti indagati. Alcuni indagati sono accusati dalla Dda perchè " si associavano fra loro con lo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi alla gestione illecita di imprese- in parte attive in Italia, in parte stanziate all'estero- dedite all'utilizzo di piattaforme online, finalizzate all'offerta, al pubblico di prodotti per esercitare il gioco e le scommesse, tramite licenze concessioni rilasciate all'estero, aggirando la normativa nazionale di settore, quella fiscale e quella anti-riciclaggio, nonché all'apertura e gestione- diretta e indiretta- di sale giochi e scommesse per l'intermediazione illecita con i clienti, tramite la raccolta di giocate in contanti e anonime e pagamento con pari modalità. E così attraverso la stabile organizzazione sul territorio nazionale della rete commerciale predetta, consumavano reiterati reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse per il gioco, garantendo i contatti tra i titolari di Pdc, Ced e Ctd, il master calabrese e i vertici maltesi". I fatti contestati infatti, sarebbero stati commessi nel 2013 e nel 2014 a Reggio Calabria e all'estero, fra cui Malta, la base operativa della 'ndrangheta spa.

1. Mario Gennaro

2. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

3. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

4. Cesare Oscar Ventura

5. Francesco Ripepi, detto "Ciccio Tizmor"

6. Alessandro Ciaffi

7. Pasquale Chirico Pratticò detto "Lillo"

8. Rocco Ripepi, classe 1979

9. Vincenzo Nettuno

10. Terenzio Minniti

11. Rocco Ficara, classe 1986

12. Giovanni Ficara, classe 1962

13. Venerando Punturieri

14. Antonio Novella, classe 1976

15. Cristian Fortunato Costantino

16. Paolo Tripodi, classe 1979

17. Maria Condello, classe 1984

18. Antonino Alvaro, classe 1988

19. Annunziato Vadalà

20. Domenico Manti

21. Luca Battista Gagni

22. OMISSIS

23. Marco Zucco

24. Margherita Simona Giudetti

25. Cesare Cardamone

26. Paolo Sciumbata

27. Andrea Vianello

28. Luca Caporaletti

29. Luca Brescia

30. Pietro Monterosso

31. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

32. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

33. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

34. Fortunato Stracuzzi

35. Eugenio Santucci

36. Cristian Santucci

37. Ivan Antonio Santucci

38. Francesco Maria Abramo

39. Angelo Mangano

40. Claudia Mangano

41. Nicolò Alfio Messina

42. Francesco Antonino Scoglio

43. Francesco Iannì, classe 1980

44. Alessandro Iannì, classe 1983

45. Emanuele Cotroneo

46. Francesco Legato

47. Paolo Serpa

48. Luisella Lagrotteria

49. Alessia Alessi

50. Antonietta Gatto, classe 1979

51. Alberto Cesare

52. Giovanni Battista Ciarfaglia

53. Antonio Gira

54. Maurizio Scarabello

55. Giuseppe Pensabene

56. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

57. Giovanni Longo, classe 1984

58. Michele Quaranta

59. Antonino Tripodi, classe 1977

60. Bruno Giuseppe Morabito, classe 1970

61. Orazio Polito, classe 1977

62. Maurizio Francesco Lombardo

63. Ferdinando Puntureri

64. Maurizio Spanò, classe 1960

65. Angelo Antonio Caliandro

66. Fabrizio Galli

67. Matteo Di Matteo

68. Luigi Ulisse Bellino

69. Antonio Boi

70. Giovanni Cusumano, classe 1950

71. Salvatore Laganà, classe 1978

72. Antonio Lo Baido

73. Domenico Madeo

74. Sebastiano Magliocco

75. Dario Alfonso Montuori

76. Gabriele Caliò

77. Danilo Sestito

78. Antonio Utano, classe 1977

79. Livio Venneri

80. Daniele Marino, classe 1981

81. Mariano Porcaro

82. Biagio Polverino

83. Giovanni Dascola, classe 1988

84. Nicola Laface, classe 1977

85. Domenico Nucera, classe 1981

86. Carmelo Alvaro, classe 1971

87. Vincenzo Alvaro, classe 1984

88. Alfredo Bizzintino

89. Gennarino Licastro

90. Vita Rocca

91. Piergiuseppe Carnevale

92. Antonio Pantisano Trusciglio

93. Marco Colapinto

94. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

95. [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO]

96. Massimo Sassi

97. Saverio Ambroggio, classe 1966

98. Pietro Verduci, classe 1979

99. Giuseppe Preiti

100. Giuseppe Lavilla, classe 1948

101. Maurizio Lavilla, classe 1971

102. Antonio Lavilla, classe 1975

103. Bendetto Bacchi

104. Antonino Irrera

105. Fabrizio Minniti, classe 1976

106. Rosario Antonio Minniti, classe 1967

107. Mario Vincenzo Stillittano

108. Giuseppe Zungrì, classe 1982

109. Rocco Restuccia, classe 1987

110. Francesco Zungri, classe 1986

111. Marco Mosconi

112. Francesco Pesce, classe 1978

113. Francesco Chirico, classe 1961