Reggio, convegno M5S sulla Sanità calabrese: "Un sistema in ginocchio per volontà politica"

m5sdi Simone Carullo - "Quale futuro per la Sanità calabrese?" E' questo il titolo del convegno organizzato dal Movimento 5 Stelle e tenutosi questa sera presso il palazzo della Provincia di Reggio Calabria. Una domanda affatto retorica il cui background è tutto negli scandali, nei tagli, nelle polemiche, nei commissariamenti, negli sprechi e nelle inefficienze annose della nostra sanità. Interrogativo che si staglia come un faro ad illuminare un quadro fosco, una situazione a dir poco torbida sulla quale non c'è da essere troppo ottimisti. Sì, perché i gravissimi problemi della Sanità pubblica non sono certo contingenti, hanno anzi un carattere strutturale e strutturato che secondo le deputate pentastellate Dieni e Nesci sono destinati a peggiorare ancora in seguito alla "riforma" firmata dal fantastico duo Renzi-Lorenzin. Come afferma il dr. Scaffidi "la nostra è un'emergenza continua".

A completare la squadra dei relatori vi sono appunto il dr. Gianluigi Scaffidi, già Direttore Sanitario dell'Ospedale Riuniti, oggi Consigliere nazionale Anaao-Assomed; e il prof. Paolo De Marco, docente al CEGEP di Rosemont – Montréal.

A fare gli onori di casa è la reggina Federica Dieni, che nel discorso di apertura non manca di attaccare duramente la riforma del Titolo V° della Costituzione varata da Renzi, con l'aiuto determinante di Verdini e Berlusconi, preparando così il campo in vista del duro scontro sul Referendum Costituzionale di ottobre.

"Un tema – spiega l'on. Dieni – che non è avulso dalla vita dei cittadini, ma che anzi ci riguarda molto da vicino".

La deputata del 5 Stelle punta il dito contro "un'informazione parziale che non fa il suo lavoro" ed afferma che l'obiettivo del Movimento è quello di dedicarsi al dibattito pubblico ed all'informazione del cittadino. In particolare la Dieni contesta la falsa notizia, ormai accettata come vulgata, secondo cui "la Riforma porterebbe ad un risparmio sostanzioso perché elimina il Senato". In realtà – come sappiamo – il Senato smetterebbe di essere elettivo e verrebbe emendato di 215 seggi, resterebbe dunque in forma di camera con poteri consultivi (per quanto concerne le leggi ordinarie) e sarebbe composto da 95 membri eletti nei Consigli Regionali e 5 nominati dal Capo dello Stato, i quali saranno coperti da immunità parlamentare. Ecco il nodo cruciale, secondo quanto afferma la Dieni e secondo un po' tutti i "partigiani" del fronte del No, rappresenta uno scandalo il fatto che i senatori provenienti dalla classe dirigente regionale - che è la classe politica più corrotta d'Italia - verrebbe così coperta da immunità. E come dargli torto! inoltre non è possibile fare delle stime sul risparmio effettivo che la Riforma comporterebbe perchè non si può sapere a quanto ammonterebbero i rimborsi richiesti dai consiglieri regionali dirottati a Roma; d'altronde alla luce degli scandali dei rimborsi che hanno travolto Regioni come la nostra, ma anche il Lazio e la Lombardia, non c'è porprio da star tranquilli.

Sul tema della Sanità la Dieni spiega che non si tratta solo di una questione di risorse, che comunque vengono continuamente tagliate (8 miliardi nei prossimi due anni), ma anche di una questione di organizzazione.

"La riforma della Sanità – conclude – non garantisce l'uniformità dei Livelli Essenziali di Assistenza su tutto il territorio nazionale", fatto che lascia presupporre un gravame di difficoltà proprio per quelli che sono i territori più deboli.

Dalila Nesci, la deputata che sul tema ha combattuto e continua a combattere una seria battaglia pur nel silenzio generale, ha attaccato duramente l'operato "arbitrario" dei commissari Scura ed Urbani e il doppiogiochismo di Oliverio.

"Il Piano di Rientro, il blocco del turnover (che vede la rete ospedaliera calabrese in difetto di 12.000 unità), i tagli del ministro Lorenzin, non hanno fatto che indebolire ulteriormente il già precario Sistema Sanitario regionale perché di fatto non hanno portato ad un cambio della dirigenza e hanno inoltre esautorato il ruolo politico di Oliverio dispensandolo dalle sue responsabilità".

"Oliverio – afferma ancora l'on. Nesci – fa finta di avere contrasti con i commissari, ma la disastrosa situazione attuale della Sanità calabrese è una questione di volontà politica non solo di risorse, anche perchè - chiosa - sappiamo quanti miliardi si sono trovati per favorire le fondazioni amiche..."

Altrettanto violento è l'intervento del dr. Scaffidi, che dall'Asp all'Ospedale di Reggio, per chiudere con il Governatore, non salva proprio nessuno. "Presso l'Asp, dove non si sa neppure a quanto ammonterebbe il debito, e l'Ospedale Riuniti vige una profonda distanza dal principio di legalità".

"Oliverio è un servo di Renzi – continua -, non si spiega altrimenti perché non è ricorso al Tar contro il riassetto della rete ospedaliera voluta dai commissari che ci è costata 300 posti letto. Grida nei corridoi per simulare un contrasto ma in realtà non ha impugnato un solo decreto, forse perchè i commissari gli sono stati imposti dai vertici del suo partito!? E' una questione di incapacità, di malafede, di insipienza, è un filo conduttore che da Renzi scende fino a Reggio Calabria e che sposta l'asse in favore delle strutture private a scapito del diritto alla salute".

Chiude il giro degli interventi il professor De Marco con uno straordinario racconto sulla devastazione mondiale prodotta dalla "controriforma reazionaria" in chiave neoliberista e monetarista targata Regan –Thatcher, fino poi ad arrivare ai risultati delle pessime politiche prodotte dalla Seconda Repubblica. Dal Patto di Stabilità al Federalismo Fiscale del 2001 "che concepisce l'Italia come una somma di Regioni e non come una Nazione unica ed indivisibile che deve difendere principi ed interessi superiori". "La regionalizzazione – conclude De Marco - non poteva che aumentare le disparità regionali portando al collasso il Sistema Sanitario delle Regioni più povere, con la Calabria in testa".

Tuttavia, vista l'importanza del tema e la caratura degli ospiti, quella di oggi è sembrata forse un'occasione persa dato che il convegno si è svolto nel contesto di una sala semivuota. Mancavano un pò tutti, i rappresentanti del settore come delle Istituzioni, mancava la cittadinanza e finache la "base" del Movimento reggino.